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Daisy Osakue e il “presunto ladro di Aprilia”: aggressioni a sfondo razzista?

Le ultime notizie di cronaca, spesso amplificate dai media tradizionali, riportano con una pericolosa frequenza gli episodi di aggressione e di violenza a danno di persone di colore.  Di seguito due esempi avvenuti di recente a Moncalieri in Piemonte e ad Aprilia in provincia di Latina.

Daisy Osakue
L’atleta Daisy Osakue, discobola italiana

Chi è Daisy Osakue.

L’atleta Daisy Osakue, classe 1996, vive a Moncalieri in provincia di Torino. E’ primatista italiana di lancio del disco under 23. Di origini nigeriane, gareggia con la maglia azzurra e si appresta a partecipare alle competizioni europee di Berlino della sua specialità sportiva.

Chi è il presunto ladro di Aprilia?

Un uomo marocchino  Zaitouni Hady di circa 41 anni, immigrato, con precedenti penali. La notte scorsa si trovava  a bordo di una Renault Megane nei pressi delle abitazioni in via di Guardapasso, un quartiere periferico di Aprilia.

carabinieri

Cosa hanno in comune Daisy Osakue e l’immigrato di Aprilia Zaitouni Hady?

Entrambi sono stati vittime di aggressioni. La prima ha subito un danno all’occhio sinistro: colpita di notte, mentre rientrava a casa, da un uovo lanciato da sconosciuti alla guida di una Fiat Doblò a Moncalieri. L’atleta  ha subito un’abrasione, che, si spera non pregiudicherà la partecipazione ai prossimi europei di atletica. Gli aggressori si sono dileguati e non è stato possibile identificarli.

La ragazza sottolinea che: “Per fortuna è soltanto una abrasione. Qualche giorno di riposo, qualche goccia e dovrei star bene – Il gesto non è stato accompagnato da insulti a sfondo razzista ma volevano colpire una ragazza di colore, è razzismo. Un atto di codardia”. Aggiunge poi: “Credo che non cercassero me, ma più in generale una ragazza di colore. In quella zona ci sono molte prostitute di origine africana, probabilmente volevano colpire una di loro per fare una bravata”.

Al marocchino di Aprilia invece è toccata una sorte ben peggiore: la morte. Secondo le ricostruzioni dei maggiori quotidiani nazionali la scorsa notte l’uomo sarebbe stato inseguito da due italiani quarantenni. A motivare l’inseguimento la convinzione che il marocchino stesse per compiere un furto in una delle abitazioni della periferia apriliana.

Come è morto il presunto ladro di Aprilia?

I due avrebbero inseguito il quarantunenne fino alla strada nettunense, all’altezza della stazione di Campo di Carne, dove quest’ultimo, finito fuori strada con l’auto sarebbe stato “finito” e “giustiziato”.

Le ultime dichiarazioni dei due inseguitori

A loro carico adesso vi è una denuncia di omicidio preterintenzionale, il 43enne e il 46enne, incensurati, hanno affermato che:Non volevamo fare del male a nessuno, solo aiutare i carabinieri che abbiamo costantemente informati durante l’inseguimento.Abbiamo fatto una sciocchezza, siamo rovinati”.

Un omicido a sfondo razziale?

Secondo Il Giornale, gli inquirenti al momento hanno escluso il movente razziale e pare che siano state una serie di concause a generare l’omicidio. L’autopsia stabilirà le vere cause della morte dell’uomo, se avvenuta in seguito all’urto dell’automobile contro un muretto oppure dovuta alle percosse ricevute.

Pericolo di razzismo ad Aprilia?

La città apriliana non per questo può essere identificata come pericolosa o quantomeno “razzista”. Il giorno precedente si era svolta presso il Parco Falcone e Borsellino la tavola rotonda “Da Aprilia e dal Pontino un ponte per Riace: accogliere includere e integrare” a cura di Fareteonlus e con la partecipazione di numerose associazioni, all’interno del Primo festival dell’integrazione e della cultura araba. La manifestazione ha visto la partecipazione di numerose persone oltre a prevedere una simpatica gara culinaria a base di cous cous gestita dall’Associazione Al Mouhaer.

La città di Aprilia in festa la sera precedente all’omicidio.

Generalizzare e “fare di tutta un’erba un fascio” infatti non sarebbe corretto. Episodi di violenza, come quello di Moncalieri e quello di Aprilia, seppur accomunati dalla violenza perpetrata verso cittadini di colore non giustificano una lettura delle città come assediate dal razzismo.

Molti cittadini infatti  non sono intolleranti e si dimostrano aperti alle diversità culturali, cosi come purtroppo esistono delle eccezioni che spiccano nelle cronache nazionali. Bisogna comunque sottolineare che l’omicidio di Aprilia è ancora sotto indagine e già da ora vengono smentite ipotesi riconducibili al razzismo.

Ronde notturne di cittadini ad Aprilia per garantire la legalità? Parla il Primo cittadino Antonio Terra.

La ricerca della legalità infatti deve avvenire attraverso i canali previsti dalla legge, denunciando e affidandosi alle forze dell’ordine, il sindaco Antonio Terra afferma che: “Non ci sono ronde sul territorio. Aprilia non è il Far West”   inoltre il primo cittadino aggiunge dalle pagine del Il Messaggero: “«La giustizia privata, il far west non porta da nessuna parte – aggiunge- qui ad Aprilia abbiamo circa 10000 cittadini tra comunitari ed extracomunitari. In gran parte sono rumeni, la comunità nordafricana è invece piccola. Gli indiani sono invece circa 1800. Molti lavorano nelle campagne. Ad Aprilia c’è un buon livello di integrazione, i bambini frequentano le scuole e solo l’altro giorno avevamo organizzato nel parco principale della città il Festival del cous cous».

Gli avvenimenti lasciano pensare comunque che sia presente un alto livello di esasperazione per alcuni cittadini sopratutto in tema di legalità.

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Una breve riflessione sulla parola terrorismo.

I mass media parlano continuamente di terrorismo, una parola che è divenuta parte integrante del vocabolario di giornali, televisioni e radio, ma anche di pubblico dominio sui media digitali, su internet sono numerosi i siti che se occupano a titolo ufficiale e non.

D’altronde la nostra attenzione,ripiegata sui fatti quotidiani della vita, è scossa dalla spettacolarizzazione che viene mostrata di eventi drammatici cui siamo esposti nostro malgrado.

Spesso accade che gli approfondimenti televisivi siano soprattutto nel far leva su aspetti tragici quali la morte, lo stupore, lo sdegno per avvenimenti dai connotati tragici.

Basti pensare agli ultimi eventi accaduti in Belgio il 22 Marzo del corrente anno, due esplosioni all’aeroporto di Bruxelles e una all’aereoporto di Maalbeek, il cui sospettato principale è il così definito Stato Islamico(Isis).

Il risultato: morti e feriti tra ignari cittadini, fiumi di parole di cordoglio, caccia ai colpevoli e titoli di giornali che cercano ogni possibile ipotesi per far chiarezza nel caos dell’intricato e complesso scenario politico e geografico internazionale.

Cosa vuol dire, oggi terrorismo? La connotazione cambia a seconda dei momenti storici, se l’origine del termine si deve all’insurrezione contro “il despota” ai tempi della Rivoluzione Francese, oggi tale definizione sembra non esser più valida.

Mutano infatti i destinatari delle azioni violente: i cittadini, i civili sono il bersaglio preferito e non è il “vertice” ad essere colpito, sembra quasi un’attacco personale alle libertà che gli Stati democratici hanno concesso a questi uomini e donne; visto che sono loro i destinatari di una politica liberale pare debbano per questo essere puniti, anche con la morte.

La parola che in misura maggiore si accosta a quella di terrorismo è Violenza, mezzo usato in misura preferenziale dai soggetti che compiono azioni finalizzate ad incutere timore tra la gente comune.

Una definizione enciclopedica che aiuta maggiormente a comprendere il concetto e il significato che si cela dietro il termine terrorismo è la seguente: ” uso della violenza illegittima finalizzata a incutere terrore nei membri di una collettività e a destabilizzarne o restaurarne l’ordine mediante azioni quali attentati, rapimenti,dirottamenti di aerei e simili”(www.enciclopediatreccani.it).

Il XX e il XXI secolo hanno visto succedersi varie tipologie di terrorismo, il cui nodo centrale si trova nella radicalizzazione violenta di conflitti di natura sociale, etnica e religiosa, se negli anni ’70 prevaleva un ideal tipo di terrorismo di sinistra, nonchè di destra, legato per lo più all’estremizzazione di determinate ideologie, il terrorismo etnico- religioso si nutre di azioni estreme per attirare un “Occidente distratto” dalle loro condizioni esistenziali, come nel caso del popolo dei palestinesi “senza terra e senza patria”.

Ad oggi, la zona più carica di tensione e violenza, dai contorni e dalle forme terroristiche, è senza dubbio quella del Medio Oriente, nei pressi di Israele, dell’Afghanistane dell’Iraq.

I dibattiti degli addetti ai lavori e non, ma anche quelli del cittadino comune pongono interrogativi interessanti: è questa una guerra?

Nel senso Occidentale del termine la risposta sarebbe no, durante gli attentati non ci sono uomini in divisa militare, armi visibili, solo uno o più individui nascosti tra la folla che decidono di farsi esplodere, insieme a tutta la comunità presente nei dintorni.

Se fosse una guerra militare una volta individuata la base sarebbe facile, per l’Occidente, vincere con la forza delle armi.

La strategia attuale dei governi Occidentali si basa sulla repressione, che da sola non sembra però sufficiente a eliminare le possibilità di stragi umane, nel quadro strategico si inserisce l’importanza e la rilevanza dei valori di una cultura, in qualità di architrave nell’architettura della civiltà occidentale.

Le reazioni circolari a tali drammatici eventi sono il risentimento, la paura e la domanda di protezione continua che i cittadini chiedono ai propri governi: quella del terrorismo islamico è una guerra di logoramento in cui vince chi riesce a non cadere nella trappola del terrore continuo.

Il terrorista cerca una legittimazione politica mentre i governi lo classificano come un criminale, se quest’ultimo è visto come un soggetto politico che usa armi non convenzionali, per la precisione penalmente sanzionabili, la risposta deve essere necessariamente politica.

Emerge dunque il ruolo, in Italia come nelle altre nazioni Europee e anglo americane, delle Agenzie per la sicurezza della Nazione.

Questi soggetti hanno una storia diversa a seconda del territorio in cui nascono e si legano a vicende politiche sociali e culturali sia interne sia esterne.

La funzione di prevenzione delle attività di intelligence si presta, in tempi come quelli attuali, ad analisi e studi di esperti nel settore che contribuiscono a rendere sempre migliorabile le attività delle agenzie a ciò predisposte.

In Italia la L.127/2004 ha ridefinito il ruolo dei servizi segreti e del segreto di Stato a protezione della Repubblica Italiana, un’operazione di immagine per ristrutturare vecchi apparati logorati da scandali e vicessitudini che, visti i tempi, mal avrebbero accolto la fiducia della popolazione bisognosa di rassicurazioni.

Nel 2007 nasce il Dipartimento delle informazioni per la sicurezza (DIS) presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri e le agenzie informative si dividono tra un’ Agenzia Informazioni di sicurezza esterna(AISE) ed una interna(AISI) con una competenza territoriale e non solo, come accadeva in passato, solo militare o civile.

La centralizzazione delle azioni svolte dalle agenzie in capo alla Presidenza del Consiglio dei Ministri e alle autorità da lui delegate, comprendono anche la giustificazione al compimento di reati, se questi ultimi sono strettamente necessari all’interno di determinate operazioni per la salvaguardia degli interessi nazionali, nello specifico in base all’art. 17 secondo comma della legge 124/2007 infatti si specifica che “la speciale causa di giustificazione di cui al comma 1 non si applica se la condotta prevista dalla legge come reato configura delitti diretti a mettere in pericolo o a ledere la vita, l’integrità fisica, la personalità individuale, la libertà personale, la libertà morale, la salute o l’incolumità di una o più persone”.

L’apertura ai cittadini e la pubblicizzazione di massa intendono fornire elementi conoscitivi delle attività del Sistema di informazione per la sicurezza della Repubblica, un sito che intende aprire il dialogo con la comunità, in tempi in cui la minaccia e il terrore accompagnano costantemente l’Europa e i suoi cittadini.

PER APPROFONDIRE:

Gnosis Rivista di intelligence italiana

Sito Sicurezza Nazionale e Informazione italiano

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