Una riflessione ragionata sull’incontro “Giovani politica e questione morale” tenutosi ad Aprilia il 9 Maggio 2018 presso “Il Quadraro” e organizzato dalla Scuola di formazione Politica di Laboratorio Democratico.
Il legame tra pedagogia e politica ha vecchie e salde radici , già nel V sec. a.c. Tucidide definiva la polis nei termini di “un’impresa educante”, poichè la partecipazione a manifestazioni pubbliche generava nel cittadino l’intima coscienza di essere parte di una comunità.
Su questi presupposti si sviluppa ancora oggi la dialettica tra cittadino e istituzioni e sono proprio i principi dell’ antica democrazia ateniese a ispirare le attività sperimentate dalla scuola di formazione politica LabDem; la lezione del passato, valida ancor oggi è nella valenza pedagogica che fonda il proprio modello educativo-informativo sullo sviluppo delle qualità morali, sul senso di responsabilità civica ed in una cosciente identificazione del cittadino con la comunità.
L’ambizioso obiettivo che il Laboratorio democratico si pone è far emergere l’azione unitaria delle due discipline, pedagogia e politica, recuperando la carica ideale contenuta in entrambe le materie affinchè l’uomo possa andare oltre la cultura individualistica in cui è sommerso, egli non riesce a scorgere nel suo orizzonte l’aspirazione verso ideali universali.
La cultura del rispetto dei diritti è fondamentalmente il risultato dell’educazione, come ricorda H.Arendt:
La vita politica è proprio di coloro che amano stare con le altre persone, non sopra, nemmeno accanto o, peggio, altrove; di coloro che conducono la loro vita insieme a quella degli uomini e delle donne comuni, stando dentro le relazioni personali e di gruppo, quelle relazioni che, nel loro insieme, fanno, di una semplice somma di individui, una società (2001).
Pensare e agire politicamente si basano sull’impegno e sulla responsabilità ai fini della realizzazione di tutti, questo dunque il significato del servizio del bene comune, il quale assume diversi connotati a seconda del periodo storico in cui si situa.
La riflessione posta nel dibattito Labdem intende la scuola politica quale fornitrice di strumenti per migliorare la convivenza civile, si tratta di una socializzazione che non passa attraverso processi di modellizzazione ma si pone come da essi indipendente, Labdem vuole identificare e trasmettere quegli elementi necessari ad una rielaborazione interpretativa e ad un’ analisi critica funzionale alla costruzione di una personale visione del mondo.
Il riconoscimento, il rispetto e l’educazione alla politica possono condurre ad un reale processo di democratizzazione fino alla divulgazione dei diritti umani quale premessa necessaria nella realizzazione della vita delle persone all’interno dei sistemi nazionali e internazionali.
Eppure, nonostante le migliori premesse nell’attuale momento storico assistiamo al degrado e all’egoismo di una politica che difetta fortemente di etica e pedagogia, gli unici obbiettivi rintracciabili sono la prospettiva di un arricchimento e il desiderio di occupare cariche. Paradossalmente è una politica “sola” che invece di rinsaldare legami è fonte di divisioni e genera dilettantismo, superficialità e fanatismo.
Come ha sottolineato nel dibattito il prof. Salvo Andò, Presidente Nazionale del Laboratorio Democratico: -“…a prevalere oggi sono le ragioni della demagogia, in un paese povero culturalmente, a quali eroi o esempi virtuosi possono accingere i giovani?”– il professore infatti ha constatato con certezza il verificarsi della crisi del modello educativo in generale; quello odierno è un tempo in cui l’unica prospettiva possibile è il presente e dove i diritti fondamentali, sanciti dalla nostra Costituzione sono intesi alla stregua di favori e non frutto di conquiste, citando a tal proposito il diritto al lavoro.
Andò ha poi ricordato che nell’educazione alla politica gli strumenti adatti sono rappresentati dal dialogo e dalla persuasione e non sono assimilabili alla propaganda.
Il prof. si è soffermato inoltre su un altro punto di riflessione: lo sviluppo della cittadinanza attiva e della coscienza civile nelle persone sono il risultato della capacità di stare insieme secondo il principio della coincidenza tra la teoria e la prassi da cui emerge quel fondamentale valore che è l’etica, oggi più che mai dimenticato nel dibattito pubblico. Emerge dunque, con forza, la rilevanza intrinseca di far notare che la Costituzione italiana è attraversato da un sottile e invisibile filo rosso, che rappresenta la sintesi del dettato costituzionale: la dignità umana.
L’emergenza educativa nel versante politico sociale e culturale richiede un grande e costante impegno, del quale cui Labdem si fa carico: una lotta contro la cultura del degrado, dell’ignoranza e dell’ individualismo, che soltanto nell’unione degli intenti e nella condivisione di un futuro comune migliore, potrà essere alla portata sia del singolo che della società tutta.
Nel dibattito sono intervenuti: Oscar Tortosa Rappresentante politico Labdem Lazio; Gabriele Piermartini Coordinatore regionale Labdem Lazio; Salvatore Abbruzzese Responsabile organizzativo regionale Labdem Lazio; Emilia Ciorra Responsabile sviluppo territoriale scuola di formazione politica FarePolitica; Flavia Anastasi Responsabile Comunicazione Labdem Aprilia; Briseida Bocari, Alessandra Cirillo, Claudio Curzola, Luigi Cafolla, Valeria Leva, Massimiliano Di Fabio ed esponenti della politica locale.