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Ops! Ho sbagliato un accento!

accenti avvertenza

Una breve guida per mettere l’accento al posto giusto.

 

Eccomi a scrivere degli accenti, dopo essermi imbattuta in un refuso proprio con uno di loro in un post di qualche tempo fa! (Questo mi ricorda quanto sia necessario fare infiniti giri di revisione di un testo…).

 

come usare gli accenti

 

Quando parliamo usiamo necessariamente gli accenti ed ad indicarli ci aiuta la voce. Indichiamo, pronunciando la parola, se le vocali sono “aperte o “chiuse”.

Esemplare il caso del dialetto, quella lingua caratteristica di ogni regione e città.

Ancora meglio definirlo al plurale: i dialetti son davvero tanti! Un milanese dirà di se stesso che è un “milanèse”;  in generale nel Nord Italia si invertono le vocali aperte e chiuse.

Se sono aperte diventano chiuse nella pronuncia e viceversa.

Cosa succede agli accenti nella comunicazione scritta?

 

Nello scritto non c’è bisogno di marcare se una vocale sia aperta o chiusa e gli accenti da segnare graficamente sono in minor numero. Che l’accento vada solo sulle vocali lo do per scontato e non lo scrivo ok?

Accento grave o acuto?

 

Semplicemente, possiamo dire che se l’ultima sillaba è accentata è necessario usare il nostro caro segno grafico detto accento.

Ma quando si usa l’accento acuto?

 

Se l’ultima sillaba è una e,  e la vocale é chiusa come nei composti di che:

perché, benché, affinché. Come vedi il trattino, detto, accento, va verso l’alto.

Aggiungiamo anche i composti di tre:

ventitré, trentatré e via dicendo.

Al passato remoto nella terza persona singolare (finale in e) si usa sempre l’ accento acuto:

Il Re non poté nulla contro le forze nemiche.

Quando si usa l’ accento grave?

 

Se la vocale e si pronuncia aperta:

È, caffè, cioè…per citarne alcuni! In queste parole il trattino va verso il basso.

La pronuncia sempre aperta è quella della parola con la vocale finale o, dunque:

Oblò, però, andrò, falò…accento grave!

Come si accentuano le parole che finiscono con la vocale a, oppure i, o u ?

 

Qualsiasi sia la pronuncia l’ accento sarà sempre grave:

Libertà, onestà, congruità

Perchè sono importanti gli accenti?

 

Nell’ipotesi di parole omografe ( ovvero stessa grafia ma diversa pronuncia) gli accenti possono aiutare a comprendere cosa si vuole realmente indicare.

È pur vero che nel contesto di un discorso scritto sono spesso omessi in quanto altri elementi sono fondamentali per intuire di cosa sta scrivendo l’ autore.

Se scrivo che sto andando a pesca di solito non indico l’ accento poiché difficilmente il lettore assocerebbe (per intuito logico) la parola pesca al gustoso frutto estivo.

Sottinteso, dunque, che per pesca si intenda, pacificamente, l’ atto del pescare.

Ma se scrivo “la mia amata pesca!” in mancanza di altri riferimenti potrebbero essere due le interpretazioni:

Mi riferisco al mio amato atto di pescare oppure, magari, sto per mangiare il mio frutto preferito!

Ecco la distinzione grafica:

La mia amata pèsca! (accento grave, il frutto)

La mia amata pésca! ( accento acuto, l’ atto del pescare).

 

uso accenti lingua italiana scritta

 

Differente, no?

 

E per finire, ricordiamoci sempre di controllare  ad occhio per i più esperti o con il correttore ortografico (soprattutto quando si scrive di getto e non si bada alla forma…ma al contenuto) che non si apostrofa il maiuscolo E.

Cioè non si scrive E’ bensì È.

Per pigrizia o disattenzione, o perché magari si lascia la tastiera impostata in un modo e non si va a cercare la parola accentata giusta nel software degli strumenti, rischi di “macchiare il tuo capolavoro” con un’ imprecisione che qualcuno noterà sicuramente.

Non correre questo rischio.

Prenditi un po’ di tempo e rileggi (anche fosse l’ennesima volta) ciò che hai scritto per i tuoi amati lettori. Potrebbero essere dei giudici ” inflessibili”!

Come usi gli accenti? Anche a te è capitata qualche “svista”? Fammi sapere!

 

PER APPROFONDIRE:

Accademia della Crusca, Vademecum sugli accenti.

 

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Più di 1,9 milioni di euro per il Sociale dalla Regione Lazio: il bando “Comunità Solidali”.

La Regione Lazio ha approvato l’Avviso Pubblico “Comunità solidali”.

 

Punto e Virgola Progetti Immagine

Le iniziative progettuali dovranno riguardare una o più delle seguenti aree prioritarie di intervento:

 

  • a) contrasto delle forme di sfruttamento del lavoro;
  • b) sviluppo della cultura del volontariato;
  • c) sostegno all’inclusione sociale;
  • d) prevenzione e contrasto delle dipendenze, ivi inclusa la ludopatia;
  • e) prevenzione e contrasto delle forme di violenza, discriminazione e intolleranza;
  • f) contrasto a condizioni di fragilità e di svantaggio della persona al fine di intervenire sui fenomeni di marginalità e di esclusione sociale;
  • g) sviluppo e rafforzamento della cittadinanza attiva, della legalità e della corresponsabilità, anche attraverso la tutela e la valorizzazione dei beni comuni;
  • h) sostegno alle attività di accompagnamento al lavoro di fasce deboli della popolazione;
  • i) contrasto alle solitudini involontarie specie nella popolazione anziana;
  • j) sviluppo di forme di welfare generativo di comunità;
  • k) sviluppo delle rete associative del Terzo settore e rafforzamento della loro capacity building, funzionale all’implementazione dell’offerta dei servizi di supporto agli enti del Terzo settore;
  • l) sensibilizzazione e promozione del sostegno a distanza

 

Beneficiari delle risorse sono:

  • – le organizzazioni di volontariato iscritte nel registro regionale di cui alla L.R. n. 29/1993;
  • – le associazioni di promozione sociale iscritte nel registro regionale di cui alla L.R. n. 22/1999.

 

Il finanziamento regionale di ciascuna iniziativa o progetto non potrà essere inferiore a euro 20.000 né superare l’importo di euro 50.000

 

L’istanza deve pervenire entro e non oltre il 1 ottobre 2018.

 

Patrizia Fernandez

Segreteria Cons. Rodolfo Lena

Presidente I Commissione – Affari Costituzionali e Statutari,

Affari Istituzionali, Partecipazione, Risorse umane,

Enti Locali, Sicurezza, Lotta alla criminalità, antimafia.

 

PER SAPERNE DI PIU’:

Regione Lazio

Moduli e info

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L’altra faccia dell’immigrazione: “Cinecittàinfest” a Roma dal 13 settembre all’ insegna del “modello Riace”.

COMUNICATO STAMPA

Il prossimo 13 settembre prenderà il via a Cinecittà Est, l’ottava Festa del Quartiere “CinecittàinFest”, che si terrà dal 13 al 16 settembre, promossa dalla RETE CINEST e con essa  dalle singole associazioni di  cui è composta,  i comitati di quartiere di  Cinecittà Est e Piscine di Torre Spaccata, l’intera rete “Cinecittà Bene Comune” e le singole strutture e centri sociali che la compongono.

 

immigrazione roma

 

Insomma, una parte significativa del tessuto associativo socio-culturale del VII Municipio di Roma. Un municipio, come noto, di circa 310.00 abitanti, che si colloca, nel settore Tuscolano, tra l’area dei Castelli romani i laboratori dei grandi centri nazionali di ricerca, Fisica Nucleare, ENEA, CNR, Agenzia Spaziale Italiana, ISTAT etc…  la seconda Università di Roma, numerosi insediamenti artigianali, industriali e commerciali, gli Studi Cinematografici di Cinecittà, il Centro Sperimentale di Cinematografia e S. Giovanni.

Un quartiere che rispecchia tutti i problemi, le contraddizioni, le potenzialità di un grande agglomerato urbano in cui convivono condizioni di vita periferica, con espressioni di grandi attività culturali e produttive, in uno stretto legame con tutta l’area dei Castelli dal versante  anagnino-tuscolano.

Quest’anno apriremo la Festa di un segmento strategico di questo Municipio, quello di Cinecittà Est,  con un evento di grande valenza culturale umana e politica che ripropone all’attenzione di tutti noi il complesso e difficile  problema delle migrazioni, dell’accoglienza, dell’inclusione, nello scenario geopolitico che vede nel caos tutta la sponda sud del Mediterraneo e che dal  Sahel, attraverso  la penisola arabica , il corno d’Africa, tutto il Medio Oriente, arriva fino alla catena dell’Hindu Kush.

La prima vera causa, come ci ricordano spesso in tanti,  dei flussi migratori ininterrotti  della fase che attraversiamo e dell’involuzione e chiusura nazionalistica , xenofoba,  che grava pericolosamente  sull’Europa.

E lo faremo presentando un’altra faccia dell’immigrazione e dell’accoglienza, sperimentata sul campo, che vede protagonisti tanti piccoli e medi comuni del nostro Paese ed ha come bandiera Riace.

Un paesino della Locride (Jonica Reggina, ex Magna Grecia. Terra da sempre non facile. Terra di emigrazione, spopolamento, disoccupazione, abbandono, ndrangheta).

Riace: 1726 abitanti ha accolto migliaia di immigrati  durante venti anni di attività di cui è stato protagonista, con diversi ruoli,  l’attuale sindaco.

Vent’anni in cui non c’è stato un reato, un minimo conflitto con la popolazione locale anche se si è arrivati, su sollecitazione della Prefettura in momenti critici, ad ospitare fino a 400 immigrati.

Di questo enorme flusso di umanità, a Riace è rimasta stabilmente  una  percentuale non grande, pienamente inserita, che contribuisce a rendere vivo questo piccolo centro avviato alla dissoluzione e all’abbandono.

Una sorte  evitata  per l’impegno e la passione  di questo  “sindaco sognatore” ma, nel contempo, eccellente politico ed attento amministratore, sostenuto dalla sua gente ed eletto per tre mandati consecutivi, che  è riuscito ad invertire una rotta che appariva irrimediabilmente segnata.

Anzi di più. E’ salito alle cronache e all’attenzione dell’Europa e del Mondo.

Già nel 2009 con il docufilm  “il VOLO”,  il celebre regista Wim Wenders, “esponente di primo piano del Nuovo cinema tedesco”, portava Riace all’attenzione di tutti i premi Nobel per la Pace del mondo riuniti a Berlino per i 20 anni della caduta del muro.

In quell’occasione Wenders, accogliendo nella sua città tutte le personalità insignite  del prestigioso premio, disse: “Questi venti anni sono stati importanti per il mondo intero, ma ormai appartengono al passato. La grande questione del nostro futuro è fatta di queste migrazioni epocali, cui spesso in Europa opponiamo muri non dissimili da quello eretto alla fine della guerra nella mia città.

Vi invito ad andare nella Locride, nella demonizzata Calabria, per vedere quale alto modello d’accoglienza è stato costruito a Riace da un sindaco sognatore. In questo luogo incantato afghani, eritrei, senegalesi, curdi lavorano e vivono in armonia.”

E nel 2016 l’esperienza di Riace veniva di nuovo rilanciata all’attenzione del mondo dalla rivista americana “FORTUNE” che inseriva il sindaco,  Domenico Lucano, unico italiano, tra le 40 persone più influenti del Mondo.

Su questa esperienza, faticosa ma esaltante, la stessa RAI produceva lo scorso anno una fiction: “Tutto il Mondo è Paese”, con Beppe Fiorello attore protagonista, nelle vesti del sindaco Lucano.

Sarebbe dovuta andare in onda lo scorso febbraio, ma è stata  bloccata dopo che sullo stesso Lucano è stata scagliata una tegola giudiziaria, per essersi adoperato ad aggirare il muro burocratico che limita, quando non impedisce, modalità e tempi di inclusione dei migranti che ne manifestano la volontà, esistendone le condizioni, di fermarsi e di inserirsi gradualmente e con adeguati supporti,  nei territori e tessuti sociali di assegnazione.

Lo stesso muro burocratico che blocca da due anni il regolare e tempestivo trasferimento dei fondi per l’accoglienza del sistema SPRAR destinati a Riace.

Risorse che a Riace, quando arrivano, sono utilizzate in piena trasparenza e consentono agli aventi diritto, ,  un autonomo utilizzo della parte loro destinata, in tutto il sistema del commercio locale attraverso una simil moneta locale accettata, tramite un accordo  con l’amministrazione comunale, da quasi tutti gli esercenti.

Inoltre, il lavoro di Mimmo Lucano e delle amministrazioni da lui presiedute, con il sostegno attivo della cittadinanza, ha fatto di Riace un presidio robusto di legalità e di sicurezza, in terra di ndrangheta, per tutti gli abitanti di questo antico borgo: nativi e immigrati.

Ha riattivato un’economia morente, ristrutturato un patrimonio edilizio in abbandono e rovina, ridato fiato al piccolo circuito commerciale ed artigianale locale, avviato un flusso di turismo solidale che fa durare la stagione molto di più, rispetto al, più o meno, solito mese,  delle località turistiche marine della Calabria. In un piccolo paese , peraltro  di non facili collegamenti .

Tutto ciò Lucano non l’ha fatto da solo, ma con il sostegno importante della rete dei comuni solidali (RECOSOL) e di altre reti di piccoli e medi comuni italiani impegnati sul fronte della cooperazione , della buona amministrazione e della tutela del Paesaggio ( Comuni Virtuosi) della difesa della legalità ( Avviso Pubblico) dei sindaci di altri Paesi che si stanno organizzando in rete per dare risposte concrete ai propri cittadini nel rispetto dei diritti delle persone tutte, della tutela e della valorizzazione dei loro territori, della legalità, della sicurezza e della lotta alla corruzione e al malaffare.

L’ha fatto con il sostegno delle grandi associazioni nazionali (Arci e Libera). Della Fiom e della CGIL e, nell’ultimo travagliato periodo della stessa giunta regionale della Calabria.

Il sindaco Mimmo Lucano, tutte reti di comuni sopra richiamate, tanta parte dell’associazionismo sociale nazionale, il 13 settembre saranno con noi per l’apertura della nostra festa con un evento che abbiamo intitolato: Riace, storia di un sogno divenuto realtà.

A questo evento riteniamo  di grandissimo rilievo la vostra partecipazione,  perché pensiamo sia capace di contribuire a riportare alla normalità, nei numeri e nella narrazione,  la lettura del fenomeno migratorio, che siamo tenuti a fronteggiare e che può essere fonte di arricchimento culturale e materiale per il nostro Paese tutto, a patto che non sia  ridotto ad un problema muscolare di sicurezza, peraltro mal posto ed, in tanta parte infondato, di respingimenti, chiusure di porti , costruzione di lager a cielo aperto in Libia o altrove.

Ma può essere anche un importante momento in cui si può avviare un proficuo rapporto di scambio di esperienze costruzione di utili interrelazioni, tra le reti dei piccoli – medi comuni ed i Municipi delle aree e delle Città metropolitane, partendo da Roma Capitale. In particolare sul terreno dei migranti, dell’accoglienza, dell’inclusione, dell’inserimento attivo degli stessi, nel tessuto socio produttivo e dei servizi delle grandi aree periferiche degli stessi. 

 

A cura di Gabriele Giannini, Presidente Cinest

 

PER SAPERNE DI PIU’:

Pagina Facebook ReteCinest

Aps Fare Rete onlus Aprilia

 

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Perché la punteggiatura è importante.(Non abbandonarla!)

precauzioni uso punteggiatura

 

Continua il viaggio nei misteriosi meandri dei segni d’interpunzione della lingua italiana. Nell’articolo precedente abbiamo esaminato alcuni dei segni principali; oggi ne vediamo altri, meno usati ma non per questo meno importanti, esplorando la funzione (anzi, le funzioni) dell’amata punteggiatura.

 

Se provi a leggere un testo teatrale senza punteggiatura, ti apparirà difficile riprodurne l’intonazione. Eccola la parola che cercavo per aiutarti a capire meglio: intonazione!

Nel testo scritto i segni d’interpunzione si prestano proprio a questo delicato compito: riprodurre l’espressione intonativa prodotta dal parlato! (Che bello! Un altro articolo sulla punteggiatura su Punto e Virgola!)

 

Per sintetizzare: due funzioni principali della punteggiatura.

 

  1. Evidenziare la struttura logica e sintattica del discorso;
  2. trasporre nella modalità scritta ritmo ed espressività del parlato.

 

I vantaggi derivanti dal suo uso, dunque, si rintracciano nella facoltà di far intendere meglio il testo e aiutare il tuo lettore nell’interpretazione di quest’ultimo.

Non è cosa da poco, non trovi?

L’importanza della punteggiatura.

 

Se non sei convinto ancora, guarda qui sotto. Come può mutare un testo senza cambiare le parole ma solo la punteggiatura.

 

significato punteggiatura
Significati diversi con punteggiature diverse.

 

 

Nel primo caso sappiamo che il preside, secondo il  maestro, non sa scrivere, mentre nel secondo, sarebbe il preside (a detta del maestro) a non saper scrivere!

 

 

cambiare punteggiatura significato
Perché è importante la punteggiatura.

 

 

Cambiando l’ordine degli addendi il risultato non cambia, recitava una vecchia, ma valida, regola aritmetica. Qui non vale! Anzi! Eccome se il risultato (o meglio, il significato) cambia.

Nella prima frase, in mancanza di altri elementi del contesto, possiamo supporre che sia Gianni sia Maria stiano male, con Gianni che sta, per l’appunto, poco bene. Maria potrebbe anche cavarsela egregiamente. Chissà forse c’è stata un’epidemia…

Nella seconda frase, inserendo una virgola dopo Maria e un punto interrogativo dopo Gianni, otteniamo una domanda diretta rivolta a quest’ultimo. Quindi la persona di cui si vuole sapere lo stato di salute è Maria, non più Gianni.

Questi piccoli esempi ti dimostrano perché è importante la punteggiatura.

Vediamo ed esaminiamo, in breve, altri segni d’interpunzione, utilissimi nella grammatica italiana.

 

  • il Trattino lungo, detto anche Lineetta –

Per iniziare un discorso diretto, come nell’esempio presente nella prima didascalia di questo articolo: il maestro  – dice il preside – non sa scrivere. Forse meglio usare le virgolette, per non cadere in spiacevoli malintesi…

Non la confondere con il trattino breve, che tra poco vedremo… Lo so che non sono molto usati, ma non ti sbagliare!

Poi non dire che non te l’avevo detto! (Un pò come si faceva a scuola, che se non si stava attenti la pietosa scusa era “Non l’hanno spiegato” oppure quando l’hanno spiegato ero assente – mentalmente aggiungerei io).

Ma non finisce qui! Il Trattino lungo, o Lineetta, che dir si voglia serve anche a distanziare una parte del testo da una frase, andando in competizione con la virgola e con le parentesi tonde.

“Se proprio lo vuoi sapere  – ma mi pare di avertelo già detto –  la lineetta non va confusa con il trattino breve.”

“La punteggiatura non è fatta di sole virgole – nonostante molti ignorino questa verità.

Nel primo caso  un inciso si trova all’inizio e alla fine di una frase, la racchiude e la contiene: come farebbero due virgole o due parentesi tonde; nel secondo invece, si trova solo alla fine della frase e può essere seguita da un punto, se la frase lo richiede. Lo puoi utilizzare da solo o in coppia, a seconda della necessità.

  • Il Trattino breve –

Fratello minore della Lineetta si distingue graficamente da esso per la sua minor grandezza. È più piccolo.

Il suo utilizzo invece è diverso: si usa per indicare quando  dividere in due una parola, sopratutto se si tratta di nuovi termini nel linguaggio, come

“coprogettazione” oppure “gialloverde” (il nuovo governo indicato in base ai colori dei partiti dai media).

Si trova anche nella formazione di due aggettivi:

“socioeducativo” o anche “italoamericano”

Inoltre lo trovi nelle parole onomatopeiche  (ti dico subito cosa sono: quelle che indicano un suono! come nei fumetti) ad esempio: zigzag; ping-pong e l’immancabile tictoc dell’orologio.

  • Le virgolette “ ” all’inglese o caporali «» all’italiana.

Comunemente usate per aprire un discorso diretto nel testo e per delimitarne la chiusura, si usano anche per riportare il discorso di qualcun’altro come nei due esempi:

Giuseppe disse: Maria è uscita.

Dante ha detto: Nati non foste a viver come bruti…

Singolare il suo uso per esprimere un’ambiguità, denotando allora un’interpretazione circa un termine cui non si attribuisce il significato solito:

Le disse che erano fidanzati” ma si erano conosciuti ieri e lui aveva già un’altra fidanzata” in città.

Racchiudono inoltre nomi di riviste e quotidiani e di libri

Il Messaggero; Il Mattino“; “Il rosso e il nero” .

  • La Barra obliqua / in inglese detta Slash

Ecco un’altro membro della famiglia Punteggiatura, serve per esprimere una scelta tra due opzioni: un’amica/o. Oppure per esprimere una frazione in un’unità di misura: il treno corre a 200 km/h.

Rintracciabile poi, frequentemente, nel linguaggio giuridico essendo utile ad indicare cifre: L. 104/1992 e inoltre utilizzabile per le date di nascita (Egli è nato il 01/01/1901).

Per delimitare i versi di una poesia:

“Taci. Su le soglie/ del bosco non odo/ parole che dici/ umane; ma odo/ parole più nuove/ che parlano gocciole e foglie/ lontane.” (La pioggia del Pineto, Gabriele D’Annunzio).

 

Abbiamo concluso questa breve carrellata per conoscere tutti, o quasi, i protagonisti della punteggiatura. Se sei arrivato fin qui, puoi gustarti in tutta tranquillità la filastrocca di Gianni Rodari, adatta a grandi e piccini, che  parla proprio del segno in via di estinzione, il Punto e Virgola, quello per cui ti rinnovo l’appello contro la sparizione nel web!

La Famiglia Punto e Virgola.

C’era una volta un punto

e c’era anche una virgola:

erano tanto amici,

si sposarono e furono felici.

Di notte e di giorno

andavano intorno

sempre a braccetto:

“Che coppia modello”

la gente diceva

“Che meraviglia

la famiglia Punto e Virgola

Al loro passaggio

in segno di omaggio

perfino le maiuscole

diventavano minuscole:

e se qualcuna, poi,

non è lesta

la matita del maestro

le taglia la testa.

 

Ti è piaciuta la poesia? Tu come usi la punteggiatura nel web? Scrivimi per ogni dubbio o anche solo per commentare e dire la tua!

 

PER APPROFONDIRE:

Dove va la punteggiatura?

La punteggiatura nella grammatica italiana Treccani

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Dove va la punteggiatura?

avvertenza punteggiatura effetti collaterali uso

Imparare ad usare la punteggiatura alle giuste dosi, senza effetti collaterali.

 

Scrivere sul web non esonera dalla conoscenza delle regole grammaticali, anzi maggiore attenzione è richiesta al web-writer per dare il giusto ritmo e l’adeguato tono al post lanciato nella rete. Sembra infatti che la scrittura on-line faciliti la tendenza al suo abbandono…

Tutti sappiamo scrivere, ma quanti conoscono perfettamente questo sistema di simboli grafici?

Dato che è impossibile ignorarli, iniziamo a conoscere i tuoi compagni di avventura inseparabili nel dettaglio.

Che cosa è la punteggiatura?

Wikipedia, col suo tono enciclopedico, ci informa che:

In una lingua scritta, la punteggiatura è un sottosistema di segni paragrafematici, detti per l’appunto ‘di punteggiatura/interpunzione’, usati per separare o terminare unità lessicali di base e frasi.

ALT! Cosa sono i segni paragrafematici?

 

Per segni paragrafematici si intendono semplicemente  quei segni che non hanno un’espressione in un’unità fonetica ( non li puoi pronunciare come fossero una lettera dell’alfabeto)  ma che aiutano la lettura del testo, cioè: il punto, la virgola, il punto esclamativo etc…

A cosa serve la punteggiatura?

Se lo sarà domandato ironicamente James Joyce quando scrisse “Ulisse” nel 1922, pensando non servisse a niente. Ovviamente scherzo, ma ti racconto un’utile curiosità.

Mi spiego.

Questo libro rappresenta uno dei primi romanzi moderni del XX secolo e il suo rapporto con i segni d’interpunzione è problematico: la tecnica di scrittura innovativa in quei tempi è detta “del monologo interiore”.

L’autore descrive il  “flusso di coscienza” nel monologo di Molly Bloom attraverso 40 pagine che contengono (udite, udite!)  appena un paio di segni di punteggiatura.

La morale finale in tutto ciò è che non possiamo prenderlo come esempio.

Tentativi di emulazione sarebbero una delusione cocente e, al di là delle nobili intenzioni dell’autore, sicuramente rischierebbero di essere mal interpretati e confusi;  sembrerebbero per l’appunto, banalissimi errori grammaticali.

Usare la  punteggiatura serve a comunicare meglio espressioni, concetti, sensazioni ed emozioni.

A chi serve la punteggiatura?

A tutti.

Chi desidera imparare a comunicare meglio per lavoro (copywriter, webwriter, blogger e via dicendo) o per un proprio arricchimento culturale e personale (ma soprattutto di chi legge) ha necessità di conoscere e attenersi scrupolosamente al nostro amato sistema di segni.

Per non parlare degli studenti, di qualsiasi ordine e grado, quotidianamente alle prese con temi e argomentazioni da portare a termine per il famigerato voto finale.

Vediamo alcuni (non tutti) principali segni di punteggiatura nell’italiano:

  • Il Punto.

Pone fine ad una frase principalmente, va usato con cautela. Indica una pausa forte in un discorso. Giusto scrivere frasi semplici, moderatamente brevi e non eccessivamente lunghe per non affaticare il lettore e facilitargli la comprensione del testo. Una sintassi troppo arzigogolata rischia di far perdere il filo del discorso.

Inoltre il punto attribuisce significato alla comunicazione e può addirittura mutare le intenzioni di chi scrive. Non si consiglia il suo uso dopo il soggetto e prima del verbo. (Marco, mangia una mela.)

Un altro esempio pratico:

il punto esempio cambia significato
Il Punto messo in un altro punto (!) cambia significato alla frase. Chiaro, no?

 

Andiamo avanti con:

  • Il Punto e Virgola ;

Nome del mio blog ( credo che lo avrai notato) è  un segno importantissimo, seppur il suo significato appare a molti oscuro, tanto da sembrare inutile. Sta scomparendo dal web e io sono una strenua sostenitrice della sua utilità nel discorso; aiutami in questa lotta di resistenza, non facciamo sparire il punto e virgola dalla scrittura on-line!

Tornando al suo significato, ti dirò che la pausa stavolta è più forte della virgola ma lontana da quella espressa dal solo punto. Quindi stando tra il punto e la virgola… si chiama punto e virgola!

Nella scrittura, sia web che su carta, può essere usato per spezzare due frasi tra loro collegate e congruenti logicamente; nell’esprimere un concetto in più periodi senza arrivare all’eccesso di un drastico punto separatore.

Morbido e maneggevole si adatta ad essere il giusto compromesso nell’unire ma nel contempo separare due periodi.

  • La Virgola ,

Virgola non è solo il nome del tuo gatto; o quello del tuo canarino. A parte scherzi, la pausa nel discorso qui si fa breve, puoi continuare a parlare o meglio scrivere, senza interrompere il discorso. Il tempo di un respiro, qualche secondo, e si ricomincia la lettura!

Quando non va usata? Tra verbo e complemento ad esempio.

virgola no prima complemento dopo verbo

  • I Due Punti :

Spiegare ancora meglio la frase precedente è d’obbligo con i due punti. Aiutano il lettore a capire meglio cosa vuoi dire. Mi spiego: eccoli a sinistra, i due punti, e servono proprio ad argomentare meglio cosa stai scrivendo.   (“Ci sono due quadri in questa stanza: uno a destra e uno a sinistra.”)

  • I Tre Puntini di sospensione …

Sono solo tre.Non quattro o cinque. Anche nel programma di scrittura word sono tre, come fossero una lettera dell’alfabeto. Possono essere usati alla fine di una frase per lasciare in sospeso il finale oppure per evidenziare la distanza temporale prima di una frase importante. Sul web si scrivono senza uno spazio dall’ultima parola che li precedono e lasciandone uno dalla parola che li succedono; inoltre non si mette la lettera maiuscola se si continua nella medesima frase.

Osserva:

“Stavo aspettando… quando sei arrivato all’improvviso!”

Te lo dico con certezza dopo essermi occupata per un pò di tempo di revisione di testi, correzione ed editing di libri di vario tipo, da quello accademico e specialistico al romanzo!

  • Il Punto Interrogativo ?

Detto comunemente punto di domanda, di frequente si verifica un suo abuso più che un uso. Infilato dappertutto lo ritroviamo anche nelle formattazioni dei pc che sembra leggano un simbolo per un altro.

Avete presente quel quadratino nero con il punto interrogativo dentro,che appare al posto di una lettera? Oggi sono meno frequenti ma ancora esistono nel web.

Il suo abuso intenzionale, invece, non conosce ancora spiegazione certa. Si pensa che gli abusanti vogliano conquistare appeal buttandolo a casaccio nel discorso, per sembrare più interessanti e dediti a pensieri approfonditi senza risposta alcuna; oppure non conoscono bene il suo uso.

Probabile la verità stia nel mezzo; dunque domandare è lecito, se si usa il punto interrogativo.

A proposito, e se dopo c’è il punto interrogativo? 

Quest’ultimo si attacca… ai puntini! E non si lascia lo spazio bianco.

Come nell’esempio qui:

“Se ne era davvero andato…?

  • Il Punto Esclamativo !

Eccolo! È arrivato! È  lui!

Come vedi il punto esclamativo pone enfasi alla frase; la carica di significato emotivo a seconda del contesto del discorso. In nome della sobrietà della tua scrittura sei pregato di non eccedere nell’abuso. Mi appello al tuo buon senso.

Si usa anche insieme all’interrogativo per esprimere incredulità, stupore e per frasi il cui significato sta tra l’interrogazione e l’esclamazione.

Guarda qui sotto:

“Ma è successo proprio questo?! Incredibile?!”

  • Le Parentesi Tonde ( )

Forniscono in genere un’informazione accessoria,  specificando un esempio proprio tra i due segni ( ad esempio…) ma hanno anche altri utilizzi. Lasciando stare il loro uso nelle espressioni matematiche dei polinomi, ci limitiamo a vederle all’interno della lingua italiana.

Si usano anche per isolare un’informazione su un altro piano rispetto ad un discorso, simile al trattino lungo insomma.

Anche le riflessioni, le puntualizzazioni possono essere accolte dalle parentesi senza bisogno di interrompere il testo (che mantiene una sua fluidità, come puoi vedere proprio adesso).

E ancora: aggiungere elementi ad un discorso, anche sotto forma di commento;

“Sappiamo tutti (a parte te) che la matematica non è un’opinione”.

Il punto, se la frase termina va sempre inserito dopo la parentesi e mai dentro di essa. Niente spazio bianco tra la prima e l’ultima parola contenute nella parentesi, ma uno (spazio bianco, s’intende) tra la lettera che precede e quella che è successiva, se c’è.

“Era a letto (con suo marito).

 

Ci sarebbe ancora molto da scrivere sulla punteggiatura, ma l’articolo finisce qui (per il momento).

Non è esaustivo ma è un buon inizio per accostarti all’uso sapiente e misurato dei segni di interpunzione in maniera equilibrata e senza eccessi nella tua attività di scrittura per il web.

 

p.s. Ho volutamente usato il maiuscolo all’inizio dell’elenco dei segni, l’ho fatto per trattarli quasi fossero “persone” con un nome proprio. Questo poichè sono loro i protagonisti indiscussi di questo articolo.

Tu che stai leggendo adesso, quanto curi la punteggiatura?

Dimmelo, aspetto un tuo messaggio!

 

PER SAPERNE DI PIU’:

Consulenza linguistica Accademia della Crusca

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Perché amiamo i social network (e anche tu dovresti farlo!)

lettore blog social network

Cento milioni nei primi tre mesi del 2018.

E’ l’incremento numerico di persone che usano i social network in tutto il mondo.

Quante persone sono connesse nell’intero pianeta! Incredibile!

Immagina quante possibilità avresti di poterle raggiungere! Lo so, è un volo pindarico forse, ma ti aiuta a trovare la giusta motivazione per iniziare la tua strategia di diffusione di contenuti su Facebook. (Per iniziare…)

Quante persone in Italia usano i social network?

Solo nella nostra beneamata penisola le statistiche sui social network stimano circa 34 milioni di utilizzatori.

 

statistiche social media

Statistiche e dati a cura di http://www.digitalic.it

Amiamo i social network perchè ci connettono ai nostri simili! Vicini o lontani che siano.

Ora dopo aver aperto il tuo bellissimo blog puoi immaginare i social come uno dei migliori modi per amplificare i tuoi contenuti e ricercare il tuo pubblico.

Scrivere senza avere dei lettori può essere demotivante, oltre che inutile. E’ come lo scrittore che pubblica testi che nessuno legge, il giornalista che non vende una copia dei suoi articoli… Per te, blogger, è la stessa cosa. Identica.

Condividere, condividere!

Per iniziare è utile aggiungere il tasto di condivisione social al tuo sito web.

Facebook Twitter, Linkedin, Pinterest, Whatsup… e chi più ne ha più ne metta.

creatività dr. Ludwig

Ricorda che su WordPress la condivisone automatica su Facebook è stata bloccata di recente, proprio nel mese di Agosto 2018.

Ma niente paura!

Aggiungi il link manualmente (fai copia e incolla dell’url del tuo articolo sul social).

Basta condividere l’articolo su Facebook così “come mamma l’ha fatto”?

post facebook promozione

La risposta è, ovviamente no.

Per aumentare le possibilità di condivisione e raggiungere il tuo pubblico, devi renderlo più accattivante.

 

Dopo aver scelto la destinazione del tuo link ( Pagina facebook del sito, pagina del profilo personale…e di questo ne parleremo un’altra volta…) personalizza il messaggio!

Le immagini sono lette da Facebook molto positivamente, dunque scegli, tra quelle che hai preparato per il tuo articolo, quella che ritieni migliore, a meno che tu non l’abbia già scelta usando la funzione “immagine in evidenza” se usi wordpress.

Non scrivere post lunghi un chilometro su facebook sotto il link dell’articolo!

Non li leggeranno. Anche i più interessati all’argomento.

Internet è il luogo del “tutto e subito” ricordi? Se l’utente non trova ciò che cerca se ne va. Punto. E senza salutare nemmeno.

Scelta con attenzione e cura l’immagine da presentare puoi scrivere un post che riassuma in quattro righe l’argomento dell’articolo, che incuriosisca l’utente a continuare e soprattutto a cliccare sul link.

Glielo devi dire. Esplicitamente.

Devi attivare quella che si chiama una “call to action”, una chiamata all’azione.

Puoi usare frasi del tipo: ” Se vuoi saperne di più su…(argomento) clicca sul link!” o ancora “Non puoi perderti quello che dice questo articolo, Vai al link”.

Si proprio così. Niente tecnicismi o parolone. Linguaggio colloquiale, registro informale e via.

Meglio ancora se usi emoticon che, con delle simpatiche freccette colorate, indicano letteralmente dove si trova il link nel post.

Sembra scontato che possano trovare il link e capire che si tratta di un articolo. Ma non lo è.

Se decidi per un breve riassunto di due o tre righe al massimo, non svelare mai il contenuto principale dell’articolo…

Leggeranno il post di Facebook ma non andranno sul tuo blog! Gli hai già detto tutto. Che ci vanno a fare?

Questi brevi consigli ovviamente non esauriscono il vasto argomento. Sono un inizio. Sperimentare sul web rimane la migliore scuola che tu possa frequentare..dunque … tocca a te!

Ops… se sei un lettore attento te ne sei accorto. Di cosa? Del refuso nella sezione in alto, quella denominata “In breve”.

A fronte di questi dati secondo te, é perdonabile o imperdonabile ignorare i social network?…

 

Lascia un Commento, la tua esperienza qui se anche tu ami i social network! FATTI SENTIRE!

 

La generazione che aveva conosciuto la guerra

è andata all’assalto della pace.

Non più cannoni.

Il Marketing.

Non più bandiere.

I logo.

 

Guido Sperandio

 

Ogni epoca ha i suoi cambiamenti, muta la Storia e con essa l’uomo.

La frase di Sperandio, ex copywriter, scrittore e pubblicitario italiano, mi ha colpito con una piacevole successiva sorpresa, oltre ad interessarmi con la citazione che ho qui trascritto.

Ho domandato con curiosità a google dove fosse il sito web dell’autore delle sceneggiature di “Topo Gigio” e di “Linus”  collaboratore con primari editori in Italia e in Usa… e ho scoperto il suo blog personale su wordpress!

 

citazione copywriter Guido Sperandio

Una magnifica sorpresa per bloggers, appassionati di seo e dell’universo del web.

 

Invece di un fantasmagorico sito con innumerevoli plugin-in e mirabolanti app ecco che mi appare alla vista un bellissimo blog con la dicitura wordpress.

Semplice, lineare e pieno di racconti interessanti.

Che dire, a me vedere ciò ha rincuorato… sopratutto aiuta a capire quanto sia importante il contenuto e la sua qualità, senza rincorrere affannosamente le metriche e i posizionamenti della Serp.

All’indirizzo https://guidosperandio1a.wordpress.com è possibile leggere “Le note del Gufo” frasi e riflessioni dal tono ironico, anche sul web, come questa, ad esempio:

 

“Socrate non scrisse mai una sola riga. Tutto quello che di lui sappiamo ci è stato tramandato dagli illustri testimoni del suo tempo. Chiunque pensi che Socrate sia il famoso autore di un famoso blog, ha tutte le buone ragioni per esserne deluso.”

 

Non mancano poi le considerazioni sulla “vecchia pubblicità” e sulle abitudini “insane” che l’eccesso di tecnologia ha portato con sè.

A farne le spese, il corteggiamento tra uomo e donna, come spiega nella pagina Sperandio:

L'uomo che ama le donne locandina

In breve una volta gli uomini si giravano per strada a vedere le donne, osservandone le gambe, la camminata …e la bellezza.

Sempre secondo l’autore, oggi sarebbe impossibile, la situazione è drammaticamente mutata:

 

“Oggigiorno una donna, fosse Miss Universo, potrebbe circolare tranquillamente nuda che chi ha più occhi per vederla?”

 

corsia stradale smartphone
Prima corsia al mondo per smartphone in Cina.

Fonte immagine: www.huffingtonpost.it

E tu cosa ne pensi di questi cambiamenti e della tecnologia? E’ davvero così oggi? Sei d’accordo? Lascia un Commento! FATTI SENTIRE!

 

PER SAPERNE DI PIU’:

Blog di Guido Sperandio, un ex-copywriter italiano

Copywriters tra vecchie e nuove generazioni.

Pubblicato in: Comunicazione e Società

Obiettivo inclusione-Aprilia città libera e solidale.

 “ NOI  STASERA SIAMO TUTTI QUI: IN SPIRITO DI FRATELLANZA” A CURA DEL FORUM PER LA NUOVA  CITTADINANZA DI APRILIA – PIATTAFORMA SOCIALE E CIVILE CITTADINA PER LA SOLIDARIETA’ ED I DIRITTI UMANI –  PRESSO L’AREA PUBBLICA DELLA STATUA DI SAN MICHELE DI APRILIA.

  • DALLE ORE 18,00 del 9 Agosto 2018
  • LA CONSEGNA DELL’APPELLO AL SINDACO DI APRILIA – MANIFESTO DEGLI AMMINISTRATORI LOCALI : “INCLUSIONE PER UNA SOCIETA’ APERTA”
  • IL LABORATORIO ARTISTICO A CURA DI APS FARERETEONLUS PER I BAMBINI DI OGNI ETA’ CON REALIZZAZIONE DI CARTELLONI E DISEGNI SUL TEMA DELLA FRATELLANZA E DELLA SALVAGUARDIA DEI DIRITTI UMANI ALL’ INTERNO DEL “MERCATINO DI APRILIA” DI PIAZZA ROMA;
  • DALLE ORE 21,00

Non c'è pace senza diritti

SUL SAGRATO DELLA CHIESA DI SAN MICHELE PRESSO LA STATUA DEL SANTO PATRONO (FRONTE PALAZZO COMUNALE):

  • SHOW DI MARCO PALAZZI “IO ODIO GLI INDIFFERENTI” DI ANTONIO GRAMSCI
  • ESTRATTO DELLO SPETTACOLO “MARE NOSTRO” DI RAFFAELE CALABRESE
  • SHOW DANCE DI GIADA E MARTINA SULLE NOTE DI “ESSERI UMANI” DI MENGONI E “CARA ITALIA” DI GHALI
  • RECITAZIONE DI BRANI E POESIE SUL TEMA OGGETTO DELL’INIZIATIVA A CURA DELLE ASSOCIAZIONI APRILIANE PARTECIPANTI
  • INTERVENTI DEI RAPPRESENTANTI DELLE ASSOCIAZIONI PROMOTRICI E ADERENTI
logo
Farerete Onlus- Uniti nella diversità-

E’ venuto il tempo di riprendere in mano la bussola dei diritti umani e fare i conti con le nostre responsabilità.

Non c’è pace senza diritti. Non ci sono diritti senza responsabilità.

Di fronte a quello che sta succedendo nel mondo non bastano più le denunce: serve una nuova e più ampia assunzione di responsabilità.

Responsabilità contro l’indifferenza. Responsabilità contro l’ipocrisia. Responsabilità contro la rassegnazione.

In un tempo segnato da tanto orrore e dall’arbitrio dei più forti, dobbiamo riprendere in mano la bussola dei diritti umani e riaffermare con forza quanto sta scritto nella Carta comune dell’umanità: “Tutti gli esseri umani nascono liberi e uguali in dignità e diritti e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza”.

Con questo spirito, alla vigilia del 70° anniversario della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, diciamo basta all’egoismo, alla guerra e alla competizione.

Se davvero vogliamo mettere fine alla violenza e alle stragi continue di vite umane, dignità e diritti, se davvero vogliamo scongiurare un’ulteriore compressione degli spazi di libertà, democrazia e diritti e risolvere le crisi epocali che incombono dobbiamo adoperare la nostra intelligenza, la nostra creatività, il nostro tempo e le nostre risorse per prenderci cura gli uni degli altri, ripensare il nostro modo di vivere assieme, proteggere la nostra casa comune e realizzare tutti i diritti umani per tutti.

Dobbiamo accrescere la consapevolezza delle responsabilità che condividiamo. Non basta rivendicare i diritti: dobbiamo fare i conti con le nostre responsabilità.

Gli esempi positivi non mancano. Dobbiamo illuminarli, seguirli, moltiplicarli.

Serve un nuovo coraggio civico e politico. Occorre diffondere una nuova cultura politica nonviolenta dei diritti umani.

Dobbiamo educarci ed educare in modo sempre più efficace alla pace, ai diritti umani e alla cittadinanza glocale responsabile.

Abbiamo bisogno di una visione e una mobilitazione comune, di iniziative e azioni comuni.

Abbiamo bisogno di donne e uomini di pace che agiscono in spirito di fratellanza.

* * *

Con questo spirito e questi obiettivi, ti invitiamo ad aderire al Comitato Nazionale per il 70° anniversario della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani.

 

Il Comitato si propone di:

  1. sviluppare un’azione straordinaria di educazione, formazione, informazione e impegno per i diritti umani sollecitando una più ampia assunzione di responsabilità di ogni persona e istituzione, delle scuole e dell’università, degli enti locali e regionali, dei media, delle associazioni, del mondo della cultura, del governo e del Parlamento;
  2. promuovere l’impegno, il protagonismo, la creatività e i comportamenti dei giovani in difesa e per la realizzazione dei diritti umani anche in relazione allo sviluppo delle competenze sociali e civiche necessarie per affrontare le sfide del nostro tempo;
  3. promuovere l’impegno dei giornalisti, del mondo dell’informazione e, in particolare, del servizio pubblico radiotelevisivo RAI nella difesa e promozione di “tutti i diritti umani per tutti”;
  4. promuovere l’impegno degli Enti Locali e delle Regioni per l’attuazione dell’agenda politica locale dei diritti umani favorendo il coinvolgimento dei cittadini e rilanciando la diplomazia delle città;
  5. promuovere l’impegno dell’Italia e dell’Unione Europea nella realizzazione dell’agenda politica dei diritti umani.

 

 IL SINDACO E TUTTI I RAPPRESENTANTI DELLE ISTITUZIONI CITTADINE E LA CITTADINANZA SONO INVITATI A PARTECIPARE.

 

F.TO I soggetti promotori

PER CONTATTI

  • FILIPPO FASANO  CELL.  3398962563
  • DOTT. SSA EMILIA CIORRA  CELL. 338.4054597
Pubblicato in: Webwriter

Perché aprire un sito web nel Terzo Settore.

Comunicare la missione associativa sul web in breve

Oggi le associazioni no-profit non possono fare a meno di avere un sito web che comunichi la missione che si propongono di realizzare.

Terzo Settore e Internet possono andare molto d’accordo: la tua onlus o la tua associazione di promozione sociale ha bisogno di farsi conoscere, raccontare cosa fa, cosa sta facendo e cosa farà.

Ma non solo. Deve raccontare di sè e coinvolgere i sostenitori e i volontari. Le potenzialità del web si amplificano nel Digital fundraising ( ti faccio notare, ma sono certa che tu già lo sappia, che su Facebook è presente il tasto “Sostieni una no-profit” per avviare una campagna di raccolta fondi).

Vediamo, passo dopo passo, come aprire un sito internet per la tua associazione no-profit.

Non esiste una magia come quella delle parole

Non è necessario essere dei programmatori informatici per aprire un sito web.

Puoi ottenere dei buoni risultati scegliendo una piattaforma CMS (Content Manager System) come ad esempio wordpress o joomla se il budget non copre i costi necessari.

Formarsi in questo ambito è fondamentale, affinchè i tuoi post non siano scritti invano!

Prima di pubblicare ascolta il tuo pubblico.

I contenuti del tuo sito web non possono piacere soltanto a te. Sarebbe un mero esercizio di stile a sfondo narcisistico, non trovi? Gli articoli vanno progettati sulle esigenze dei tuoi lettori. Conoscere a fondo il target della tua organizzazione è il primo passo imprescindibile per iniziare a progettare i tuoi futuri contenuti on-line.

Poco è meglio di troppo.

Il tuo sito web potrebbe avere dei contenuti fantastici, ma se non li organizzi con chiarezza e semplicità l’utente potrebbe facilmente andare in confusione!

I siti web con un’eccesso di elaborazioni rischiano di ottenere l’esatto contrario di ciò che si erano proposti: allontanare il visitatore!

Il tempo è prezioso e sia tu che il lettore potete sfruttarlo al meglio; se vuoi che lui/lei sia attirato dalle tue pagine web sappi che in internet la soglia di attenzione è molto bassa: non fallo perdere in mille pagine complesse!

Tre elementi di distinzione per il tuo sito web.

Per evitare l’effetto fuga dal tuo sito il marchio (o anche favicon) deve essere ben visibile nella prima pagina del sito. Sarebbe anche consigliabile che sia presente in ogni pagina dei tuoi post on-line.

  • Riconoscibile:

il tuo marchio deve essere unico e riportare alla mente del lettore la tua associazione! Assolutamente distinguibile da quello di altre onlus e anche originale. L’ideale sarebbe che lo creassi tu stesso, con alcuni strumenti on-line e gratuiti è possibili creare fantastici loghi. Puoi dare un’occhiata a Canva.com

  • Visibile:

la prima pagina del sito, la prima cui approda il lettore è il tuo biglietto da visita, lascia il segno con il tuo simbolo; le immagini possono fare più di mille parole. Pochi click per raggiungere le informazioni principali.

  • Mobile friendly:

il tuo sito deve essere ottimizzato per la versione su smartphone. Quante persone vedi al giorno che guardano il loro cellulare? Ecco, questo può bastare a farti un’idea di quanto possa essere un valido veicolo di diffusione di informazione.

Il valore di un'idea sta nel metterla in pratica

Come strutturare il contenuto del sito web per un’associazione no-profit.

I tre punti fondamentali della tua associazione saranno inseriti nella home page, sarà la prima impressione che ne ricaverà il tuo lettore dunque va progettata con cura e dedizione.

Semplicemente stai raccontando chi sei, cosa fa la tua organizzazione e perchè lo fa: la tua mission.

Evidenzia i tuoi successi.

Racconta la storia dell’associazione attraverso i suoi eventi e le sue iniziative coinvolgendo il lettore, dando voce ai volontari e ai sostenitori attraverso una sezione che preveda un blog da aggiornare costantemente: comunica i tuoi risultati.

Call to action: cosa può fare il tuo pubblico per aiutarti? Non essere timido, chiedi!

Questa è la struttura che puoi seguire per il tuo sito web, mentre i contenuti dovranno essere non solo parole: immagini, video da incorporare da youtube (potresti creare un canale youtube della tua associazione ad esempio). Raccontare della tua associazione attraverso la persuasione e il coinvolgimento con lo storytelling appassionerà i tuoi lettori!

In linea di massima Google premia i contenuti lunghi (più di 2000 parole a post) ma quello che devi seguire principalmente è cosa piace ai tuoi lettori. Prova trovare un punto di equilibrio tra questi due fattori.

I social network per un pubblico fedele.

Dopo aver sperimentato le azioni che ti ho descritto in precedenza è giunto il momento di fidelizzare i tuoi sostenitori condividendo i tuoi link su Facebook, Linkedin e Twitter. I Like (Mi piace) possono aiutarti in questo.

Crea una pagina Facebook ufficiale della tua organizzazione con un’icona e un “motto” per attirare nuovi followers al tuo sito web!

Naturalmente questo è solo una piccola parte di quello che puoi fare per aprire un sito web per la tua associazione no-profit; ci sono tantissime altre azioni da poter fare…Tu quale utilizzi? O come pensi di fare? Lascia il tuo Commento.

Punto e Virgola l'informazione di tutti e per tutti

PER APPROFONDIRE:

Confucionet Ottimizzazione immagini per motore di ricerca

Nuovo e utile blog di Annamaria Testa

 

 

Pubblicato in: Webwriter

10 Consigli pratici per scrivere sul blog

Punto e Virgola In breve

Per scrivere bene sul blog non è necessario conoscere i segreti dell’arte del bello scrivere, nè interrogarsi all’infinito su quel testo che avrei voluto scrivere, ma che non ho mai iniziato! Per iniziare i miei 10 consigli pratici (che potrai sperimentare tu stesso subito!) vanno benissimo. Prima di buttarsi nella scrittura è necessario progettare e analizzare una serie di elementi:

1. Cosa significa blogger?

Se vuoi scrivere per un blog, non puoi ignorare l’espressione blogger. Non è una domanda scontata visto che solo nel 2011 la quarta parola di cui più si è cercato il significato è proprio blog. Blogger è semplicemente colui o colei che decide di aprire un blog e di curarlo con dedizione, cura e passione. Costui, o costei, può essere definito un blogger! Ma anche se scrivi su blog altrui puoi essere annoverato tra la cerchia dei Blogger. Se poi vuoi una risposta più accademica ti cito subito cosa dice il dizionario Garzanti Linguistica sulla parola misteriosa: “chi ha un blog o chi scrive su blog altrui”. Inoltre segnala anche un sinonimo “Bloggista“. Chiaro no?

2. Hai argomenti di cui parlare?

Le pagine bianche del tuo blog stanno aspettando di essere riempite… Non farti prendere dalla fretta (succede a tutti, non preoccuparti) e sappi che:

  • E’ più facile trattare argomenti che conosci e con cui hai dimestichezza; non rischi di annoiarti e sopratutto di non coinvolgere i tuoi lettori.
  • Utilità è la parola chiave: scrivi per le persone, ricerca i loro interessi, cosa vogliono sapere, cosa può essere loro di aiuto.

Non si può non comunicare Paul Watzawlick

3. Trova gli argomenti più ricercati.

Per posizionare il tuo blog sul motore di ricerca google hai necessità di utilizzare alcuni strumenti Seo (Search Engine Optimization) che tengono conto del traffico web, per conoscere quali temi siano i più seguiti; te ne indico alcuni gratis:

  • Google Suggest: il suggeritore di ricerche correlate alla keyword
  • Answer the Public: ti aiuta a trovare le domande di ricerca
  • Ubersuggest: indica il volume di ricerca della keyword e suggerisce altre parole e idee correlate.

Comunicare è mettere in comune

4. Trova argomenti di attualità.

Scrivere di notizie o argomenti del momento è un buon modo per attirare persone al tuo blog. Verifica le fonti, che siano valide e autorevoli ( sarebbe un disastro scrivere un articolo per il tuo blog basato su una fake news, non trovi?) e citale nel caso in cui si tratti di un articolo di giornale, di una rivista o anche di un altro blog.

  • I social network come Twitter forniscono una classifica degli argomenti più “cinguettati” del momento: leggi le conversazioni per farti un’idea
  • Google Trend: ti permette di trovare le notizie di tendenza suddivise anche per aree geografiche oppure le query intorno ad un tema; inoltre mostra anche quanto siano durevoli nel tempo.

5. Trova argomenti settoriali.

Se invece vuoi scrivere su di un tema molto specifico, che interessa una nicchia limitata di persone, devi cercare di sapere cosa quest’ ultime dicono e pensano in proposito. Quindi prendi  carta e penna ed osserva, annota, appunta quello che vedi in una community. Ma partecipa innanzitutto, immergiti nella comunità per stimolare dibattiti e raccogliere impressioni. Ti sarà utilissimo per i tuoi articoli sul blog!

6. Tieni conto della soglia attenzione del lettore.

La scrittura on line è differente per alcuni tratti da quella su cartaceo.

  • Sii chiaro e conciso. Arriva all’essenziale. Difficile trattenere qualcuno sul tuo sito per continuare a leggere, se non trova quello che cerca, qualunque sia l’argomento scelto.
  • Tutto e subito: ebbene sì, funziona così per la lettura on line, poca pazienza, dunque inserisci le informazioni principali all’inizio e i dettagli alla fine.

Il Contenuto di un medium è sempre una latro medium Marshall McLuahn

7. La grammatica per scrivere correttamente: il tuo grande alleato.

Se leggi un testo con errori grammaticali che idea ti fai del suo autore?

  • Cura il tuo stile così come la forma, anche il contenuto più interessante e ben scritto può essere penalizzato da una scarsa cura della sintassi.
  • Rileggi più volte e assicurati che tutte le parole siano state digitate correttamente prima di pubblicare, insomma dai il via alla caccia al refuso!

8. Anche l’occhio vuole la sua parte.

Una famosa pubblicità di qualche anno fa recitava: l’immagine è tutto! Ebbene, stesso ragionamento per il blog! Oltre al valore e alla qualità del contenuto assicurati di curare per bene la grafica:

  • Infografiche, schemi, riassunti, sintesi e immagini sono ben accetti. Servono ad attrarre maggiormente il lettore nella sua ricerca di informazioni. Se lui è sul tuo blog sta cercando qualcosa… Aiutalo a trovarla!
  • Immagini originali e accattivanti, quasi fossero un testo a sè, le illustrazioni servono a far rimanere il lettore sulla tua pagina e anche a soddisfare un bisogno estetico-informativo.

9. No al copia e incolla!

Va bene leggere chi è più esperto di te, per prendere esempi, spunti e orientarti su un tema, ma non fare copia e incolla di articoli altrui! Che senso ha poi?

  • Non devi rincorrere il successo in termini numerici ma nella qualità di quello che scrivi, in quanto unico e personale!
  • Idem per le immagini, controlla se sono coperte da copyright prima di metterle sul tuo sito, anzi se ne crei di originali daranno ancora più valore al tuo articolo!

10. Diffondi il tuo articolo dal blog ai social network!

La maggiore diffusione la puoi ottenere attraverso i canali social Facebook, Twitter, Linkedin (Instagram per le immagini).

  • Quando condividi dal pulsante social del tuo blog assicurati sempre di aver scritto almeno qualche riga che inviti il lettore a cliccare sul link!
  • Stimola la discussione con domande, opinioni e curiosità scrivendo un post coinvolgente sul social che accompagni il tuo articolo sul blog.

L’articolo è finito, se sei arrivato fin qui vuol dire che ti ha interessato. Che ne dici di lasciare la tua opinione? Tu come scrivi i tuoi articoli da blogger?

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PER SAPERNE DI PIU’:

Definizione di Blogger dizionario Garzanti

Confucionet Consigli di saggezza su seo, social media, advertising. siti web, web marketing

Il mestiere di scrivere Luisa Carrada

Perchè è importante usare il blog nella comunicazione degli enti no profit

Pubblicato in: Arte e Cultura

L’Angolo dei pensieri creativi.

In questa pagina ospito le opere di tutti coloro che, animati dalla creatività, vogliono contribuire con un pensiero, un brano, una poesia o semplicemente  una riflessione Buona Lettura!

Ad inaugurare lo spazio… proprio una poesia!

Un Maestro di umanità a Riace.

Domenico Lucano a Riace
La poesia di Kalù si ispira all’operato di Domenico Lucano, sindaco di Riace. Nella foto, insieme a bambini del posto.

Sulle acque non cammini, non resusciti nessuno(?)

Nemmeno trasformi acqua in vino.

Ma la tua Aurea splende!

Noi godiamo di te che ci illumini, che ci insegni…

La tua, vera partecipazione, ci trascina

in un mondo pieno di colore, di amore, di fratellanza!

Il sorriso dei bimbi, come loro, ti avvolge

e trai da questo la forza per sconfiggere, quel male, che

attanaglia il cuore dell’essere comune.

KALU’

 

Pubblicato in: Comunicazione e Società

Il Bbq Cup di Enjoy progress Aprilia: un successo di solidarietà.

Chi non conosce la sigla bbq? L’abbreviazione, come tutti sanno, indica la famosa salsa barbecue, da abbinare come condimento sulla carne cotta alla griglia o alla brace per una gustosa cena. Da queste premesse nasce l’idea dell’evento Bbq Cup dell’associazione giovanile Enjoy Progress di Aprilia.

Bbq CupEnjoy Progress Aprilia
Tutto ha inizio da una locandina…

Che cos’è il Bbq Cup di Enjoy Progress Aprilia?

Una gara amatoriale di cucina con il barbecue per i cittadini apriliani. L’associazione Enjoy Progress, composta da un gruppo di giovani apriliani, insieme all’ Asd Bosco Village, hanno ideato una serata all’insegna del divertimento per godersi l’estate tutti insieme!

Enjoy progress Aprilia
Associazione giovanile Enjoy Progress Aprilia -solidarietà, cultura, progresso-

Cosa fa l’Associazione Enjoy Progress di Aprilia?

La missione associativa è indirizzata promuovere lo scambio di informazioni, sul territorio nazionale, riguardanti la cultura e il progresso, motivare alla curiosità verso il mondo e a rinnovare l’interesse anche verso le tradizioni.

Inoltre Enjoy Progress Aprilia si propone di facilitare i processi di sinergia tra persone fisiche, enti associativi e istituzionali.

Un altro ambizioso obbiettivo dei giovani associati sarebbe quello di voler creare opportunità lavorative tramite l’avvio di attività sociali no profit.

 

 

 

L’album dell’evento Bbq Cup di Enjoy Progress e Asd Bosco Village.

Quando e dove si è svolto il Bbq Cup?

La serata ha avuto inizio il 15 Luglio dalle ore 19,00 fino ad oltre mezzanotte! L’evento è stato organizzato negli spazi dell’ Associazione Bosco Village, in via Apriliana.

Il Bbq Cup ha un regolamento di partecipazione?

Tutti i partecipanti si sono cimentati, in coppia o singolarmente cucinando ogni tipo di carne alla brace con una portata del piatto tra i 100 e i 150 grammi.

Alla fine c’è stato il verdetto della giuria, composta da tre persone, per premiare il miglior Barbecue!

Inoltre la struttura ha offerto l’uso di griglie, legna, luce ed anche di carne.

Quali criteri usano i giudici del Bbq Cup di Enjoy Progress Aprilia?

La vittoria finale è stata decretata dall’abbinamento di tre categorie: qualità del piatto, esposizione e abbinamento degli ingredienti!

Chi ha partecipato al Bbq Cup di Enjoy Progress Aprilia?

La partecipazione è stata numerosa! A farci compagnia c’erano i comitati di quartiere di Aprilia e le associazioni del territorio.

Inoltre lo staff è stato arricchito da alcuni componenti dell’associazione “Karibu” e da Farereteonlus che hanno contribuito all’organizzazione dell’evento in nome del servizio sociale e del volontariato.

Perchè Enjoy Progress di Aprilia e l’Associazione Bosco Village hanno ideato questo evento?

Questa gara culinaria all’insegna del divertimento è stata animata da uno spirito di solidarietà e senso civico.

Infatti i ricavi della serata sono stati devoluti alla messa in sicurezza e al completamento dell’area verde sita in zona toscanini, all’incrocio tra via di Guardapasso e via Grecia nella città di Aprilia.

Non resta che aspettare il prossimo evento!

Hai partecipato al Bbq Cup e vuoi raccontare la tua esperienza? Oppure vuoi saperne di più?

Lascia il tuo COMMENTO su Punto e Virgola, il blog!

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