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Disprassia e dintorni: comunicare la disabilità nascosta.

Un convegno organizzato dall’Associazione Disprassia e Famiglie, AD&F, sulla proposta di legge (DdL 904) per il riconoscimento della disprassia quale disabilità ai fini dell’inclusione scolastica e lavorativa, è l’evento svoltosi il 17 Aprile di quest’anno a Roma, nella cornice della sala dell’Istituto di S. Maria in Aquiro, del Senato. Il DdL 904 è “trasversale” ovvero nato all’unanimità tra i vari componenti di diversi rappresentanti politici.

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Il convegno ha affrontato sotto molteplici aspetti la disprassia, detta anche Developmental coordination disorder (DCD) , attraverso gli interventi di vari relatori.

Il senatore Nencini (Partito socialista italiano) afferma come le associazioni abbiano contribuito al sostegno del disegno di legge, al di fuori delle aule parlamentari. Il punto focale è il riconoscimento di un diritto, a fronte dell’handicap nascosto costituito dalla disprassia. Dalla scuola al mondo del lavoro, una rete condivisa con la famiglia per costruire una condizione ambientale favorevole ai soggetti disprassici.

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La senatrice Binetti (Forza Italia-BP) neuropsichiatra infantile, nel suo intervento, sottolinea come la sottoscrizione del disegno di legge sia stata naturale e quanto sia importante il settore medico nella disprassia. La diagnosi precoce può essere fondamentale nella qualità della vita dei ragazzi, sostiene con certezza la dottoressa.

La critica posta dal medico e senatore è al modello didattico attuale rispetto alle diversità neurofisiologiche proprie del disturbo; i luoghi comuni sono diffusi tra bambini insegnanti e genitori. Le modalità relazionali sono altrettanto importanti oltre che il “modello classe” nella scuola. Nel disegno di legge essenziale è il riconoscimento del diritto, per andare oltre le etichette dettate dagli stereotipi. La competenza nell’intervento poi appare fondamentale a livello medico ed etico.

La senatrice sottolinea la necessità di ripensare l’insegnamento: ogni bambino ha bisogno di un suo metodo che risponda alla diversità dei bisogni. Una battaglia culturale dettata dalla necessità di pensare la scuola come un laboratorio di occasioni, spazi e opportunità.  La relatrice promuove inoltre la ricchezza che c’è nella diversità, che esige rispetto, come accade anche nel caso dell’autismo. Non manca l’ironia finale: se provassimo a copiare l’arabo ci scopriremmo tutti disprassici, afferma la senatrice Binetti.

Mina Welby, Presidente dell’associazione Luca Coscioni è fermamente convinta di questa legge, ispirata alla Convenzione Onu sui diritti umani. Ognuno ha diverse abilità e in quanto tali vanno rispettate. Strumenti compensativi e misure educative risultano importanti, gli insegnanti e i medici debbono avere competenze adeguate per accompagnare i disprassici nella vita. Una rete tra vari settori potrebbe essere utile a costruire sostegni anche utilizzando la L.68 del 99, relativa all’integrazione lavorativa.

La docente di Diritto internazionale presso l’Università degli studi di Torino, Ludovica Poli, in rappresentanza dell’Associazione Disprassia e famiglie, afferma quanto sia una costruzione sociale il concetto di disabilità, e quanto l’inclusione e l’accettazione nella società siano ancora oggi da implementare. La docente descrive il progetto Ibis in collaborazione con la Fondazione Cariplo e l’Università di Milano Bicocca che è sperimentato nelle scuole secondarie superiori, utilizzando metodologie multimediali per ausilio alle neurodiversità.

La sua esperienza di genitore di un bimbo disprassico è descritta nelle  difficoltà di equilibrio tra protezione ed autonomia, sempre riconoscendo e accettando la diversità dei bambini e degli adulti di domani quale fattore a tempo indeterminato; la vulnerabilità oltre a mostrare i suoi limiti, porta anche alla generazione di reti sociali indispensabili per il progresso civile e della società.

In una prospettiva sociale la disabilità è descritta come il limite della società nell’accettazione delle diversità nel momento in cui la comunità esclude invece di includere.

Durante il convegno interviene la neuropsichiatra Michela Marzorati dell’Ospedale Niguarda di Milano, la disprassia è raccontata iniziando dalla storia di un bambino di 9 anni, Matteo, con le varie difficoltà incontrate nel disturbo e la necessità di comprendere tale disordine per i genitori.

Il medico afferma che già dal 1994 è presente nel DSM IV la dicitura disprassia, e nel help-2444110__340tempo sono mutate le sue definizioni. In Italia la diagnosi usata è disturbo della coordinazione motoria; nel 2019 le linee guida europee suggeriscono proprio tale dicitura. La frequenza del DCD è tra il 5 % e il 6% dei bambini, in prevalenza di sesso maschile. Il disturbo perdura per tutta la vita; gli interventi, anche nei casi lievi, risultano importanti per evitare ripercussioni in altre aree della vita. La capacità di prendere appunti è un ostacolo forte per i disprassici, si evidenzia inoltre nel disturbo un deficit nelle capacità organizzative e nelle relazioni sociali.

Spesso in concomitanza si trovano deficit dell’attenzione, disturbi dello spettro autistico e disturbi specifici dell’apprendimento, continua la Dottoressa.

La diagnosi purtroppo è ancora spesso tardiva nonostante un’alta frequenza del disordine. La Marzorati cita inoltre due studi canadesi che rivelano come molti medici sottovalutino le conseguenze sociali della disprassia, addirittura molti pediatri sembrano non conoscano il disturbo della coordinazione motoria.

In tale quadro è necessario ricordare, afferma la neuropsichiatra ,come nel DSM V si sia, in un certo senso, introdotta la diagnosi di comorbilità, dove prevale la dimensionalità; dunque uno spettro di disturbi che sottende  una disfunzione cerebrale in parte comune tra diversi disordini: una sovrapposizione di sintomi (co-occuring) ovvero disturbi distinti ma sovrapposti. Il DCD è dunque identificato singolarmente dagli altri disordini e meritevole di diagnosi precoce.

Interventi precoci integrati e mirati sono importanti in un’ottica di rete multidisciplinare, così come raccomandato dalle ultime linee guida europee in materia (2019). Lo sviluppo di servizi in tal senso permetterebbe di modificare la traiettoria evolutiva del paziente. Il medico cita uno studio sociale su pazienti disprassici i quali sono stati poco supportati a scuola e dove soltanto i casi più gravi hanno potuto beneficiare di sostegno, rimanendo dunque in un cono d’ombra. Molto spesso questi bambini trascorrono la maggior parte del tempo a casa e non con i coetanei, questo isolamento aumenta in adolescenza e si consolida nell’età adulta; la partecipazione sociale potrebbe migliorare eliminando le barriere ambientali che ostacolano i disprassici, suggerisce la neuropsichiatra.

Le difficoltà sono evidenti anche nella comunicazione tra pari;  è evidente la mancanza di occasioni sociali e di partecipazione  non certo dovute ad un deficit di empatia.

L’articolato e accurato intervento del medico Marzorati è completato dalle parole della neuropsichiatra Anna Maria Chilosi della Fondazione IRCS Stella Maris:

“il grande assente, nelle linee guida europee, è il disturbo dell’articolazione dei suoni e del linguaggio, la cosidetta disprassia verbale.”

A supporto dell’importanza del settore medico nel campo della disprassia un ulteriore parere scientifico si esplicita nel convegno sulla disprassia/DCD: la specialista in terapia fisica e riabilitazione, il medico Annalisa Risoli, descrive la sua esperienza professionale con il DCD/disprassia, spiegandone i sintomi, dalle dis-percezioni tattili a quelle gustative, dai problemi emozionali e relazionali a quelli cognitivi e delle funzioni esecutive, ovvero nella capacità di poter essere autonomi e indipendenti. Tante difficoltà in diversi ambiti, sia negli adulti che nei bambini. “Ad oggi la disprassia nell’adulto viene riconsiderata anche dalle ultime raccomandazioni europee, rispetto a quelle del 2012″ afferma la dottoressa.

black-and-white-1283234_960_720Quali sono dunque le problematiche nell’adolescenza e nell’età adulta? La dottoressa Risoli afferma che proprio la mancanza di un riconoscimento precoce del DCD rappresenti un deficit importante. Per gli adulti è invalidante nel 70% dei casi e negli adolescenti si riscontra una marcata mancanza di partecipazione sociale. La diagnosi mancata o errata è un fattore molto comune purtroppo. Alcuni adolescenti sperimentano anche problemi di salute mentale e problemi nelle abilità scolastiche.

La citazione del medico riguarda gli studi della Dott.ssa Amanda Kirby,( autrice del libro “Dyspraxia: an hidden handicap, 1999) i quali si soffermano anche sugli adulti, seguendo l’ICF, analizzando dunque menomazioni, attività e partecipazione,  fattori ambientali e personali che influiscono sulle problematiche.

La disprassia negli adulti si riconosce con difficoltà nel movimento (salire su una scala ad esempio) nel controllo posturale, deficit dell’immagine motoria, cioè hanno problemi a pensare l’immagine dell’azione che dovranno compiere. Ciò inficia la pianificazione, l’organizzazione del tempo e del linguaggio, ma anche il livello verbale. Altre difficoltà sono di tipo psicologico, quali a titolo esemplificativo, ansietà e depressione. Inoltre  guidare,  così come fare sport sono fonte di grande difficoltà per i disprassici.

Nella partecipazione ci sono difficoltà nello studio, nel lavoro e nella socialità; i fattori personali sono negativi, esprimibile sostanzialmente con un vissuto di incapacità e negli adulti corrispondente  alla sensazione di “non farcela”; nei fattori ambientali fondamentale è il supporto dell’ambiente che dovrebbe durare tutta la vita. Manca una conoscenza del problema da parte dei medici, dei familiari e degli insegnanti, così come la possibilità di compiere diagnosi precoci e dunque attuare un’efficace presa in carico. Valutazione e diagnosi, nonché riabilitazione sono importanti nell’adulto e non solo nel bambino, sottolinea il medico relatore.

Nel convegno interessante è la storia di Virginia Costantino, biologa e studentessa nel corso di Comunicazione scientifica biomedica della Sapienza Università di Roma.

Realizzare per realizzarsi: così Virginia sintetizza il suo percorso di vita con la disprassia. Per lei la diagnosi è stata in un certo senso, una liberazione, la spiegazione razionale alle difficoltà incontrate negli affanni della vita dettati dal disturbo chiamato DCD. Da bambina racconta di aver sperimentato episodi di bullismo a scuola oltre che difficoltà nell’apprendimento.

Decide allora, ormai adulta, di chiedere una nuova valutazione in cui si palesa la diagnosi di disprassia: ha la possibilità di ritrovare se stessa potendo comprendere appieno le sue difficoltà ma a ciò non corrisponde un adeguato sostegno ambientale. La certificazione della diagnosi in ambito pubblico è stata difficoltosa, racconta Virginia, diagnosticata come disgrafica ai fini della carriera accademica dove non ha potuto però usufruire di sostegni adeguati.

Nelle ore di laboratorio i tecnici e i docenti la dispensarono da varie funzioni, con conseguente scoraggiamento personale. Le tutele approssimative vissute preoccupano ancora oggi Virginia, soprattutto immaginando il futuro mondo del lavoro, caratterizzato da crescente competitività.

Nonostante tutto ciò giunge alla laurea in biologia e a quasi 25 anni si è iscritta alla magistrale della Sapienza, con l’aiuto della docente Michaela Liuccio (Presidente del corso di Laurea magistrale in Comunicazione scientifica biomedica) e Michele Borrelli ha iniziato un progetto di divulgazione informativa sulla disprassia per creare nel futuro una comunità di disprassici informata e consapevole dei propri diritti.

PER APPROFONDIRE:

Disprassiaqui, il sito web

Associazione Disprassia e Famiglie AD&F

Radio Radicale per i diritti dei bambini e gli adulti di domani Ddl 904-video

Sito Dyspraxia Foundation in UK

 

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La politica della vita del Forum 015: al centro la Persona.

I vertici delle Associazioni economiche aderenti al “Forum 015” della provincia di Latina, Coldiretti, Confartigianato, Confcooperative ACLI e Compagnia delle Opere (CdO Roma e Lazio), hanno analizzato la situazione economica e sociale del territorio e, accogliendo l’invito del Santo Padre Francesco a “non rimanere alla finestra”, ribadiscono che “non si può più affermare che la religione deve limitarsi all’ambito privato…la conversione cristiana esige di riconsiderare specialmente tutto ciò che concerne l’ordine sociale ed il conseguimento del bene comune…”.

Si richiama alla necessità di una nuova politica responsabile che ponga al suo centro “la Persona”.

Per il Forum 015 si apre la stagione della sintesi tra efficacia e legalità. Negli ultimi anni la legalità e la trasparenza sono state usate come bandiere di una politica emergente, purtroppo mortificando l’efficacia della pubblica amministrazione. La lotta all’appesantimento burocratico si è trasformata in una inefficienza delle funzioni. La sintesi, per il Forum 015, consiste nella adeguata interpretazione delle regole amministrative per scrollarsi dall’immobilismo legalitarista, andando incontro alla comunità.

Le Associazioni del “Forum 015”, raccolgono il mandato di SE il Vescovo Mons. Mariano Crociata, “consegnato” nell’ambito del seminario del 3 luglio scorso con i quadri dirigenti dell’Associazionismo economico del Forum 015, per una impegno finalizzato ad una “Nuova Politica”; una Politica intesa come “sforzo di acquisire una visione d’insieme e di agire dentro il tessuto sociale perché la comunità nella sua interezza trovi risposte alle proprie attese e realizzazione dei propri progetti. (…) E’ necessario trovare gli spazi e le forme per intervenire e agire, innanzitutto creando opinione e costruendo coesione sociale.

C’è bisogno soprattutto di una idea di città e di provincia, di sapere che territorio vogliamo essere e costruire…..Ci vuole cuore per volere il bene della propria città e della propria gente, altrimenti si diventa speculatori o sciacalli sulle spalle delle fasce più deboli della collettività……

Da qui il nostro rinnovato impegno per uno sviluppo economico del territorio pontino guardando alle tante imprese familiari, alla Famiglia come soggetto economico e politico, al valore della sussidiarietà vissuta nel quotidiano, ad una economia “del fare” e di uno sviluppo sostenibile del territorio, partendo dalla città capoluogo, la nostra Latina.

Ci si richiama ad un rapporto maggiormente equo tra produttori e grande distribuzione; vedi il problema delle tante imprese agricole del nostro territorio.

Non una politica contro ma una politica propositiva ed impegnarsi “per una politica della vita contro una politica del potere”.

Coldiretti Latina

Confartigianato Imprese Latina

ACLI Latina

CdO Roma e Lazio

Confcooperative Latina-Frosinone

 

PER SAPERNE DI PIU’:

Il Forum 015 e la diocesi di Latina.

Solidarietà e sussidarietà: Acli e Terzo settore a Latina e provincia.

Lazio Sociale: volontariato e solidarietà.

 

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L’altra faccia dell’immigrazione: “Cinecittàinfest” a Roma dal 13 settembre all’ insegna del “modello Riace”.

COMUNICATO STAMPA

Il prossimo 13 settembre prenderà il via a Cinecittà Est, l’ottava Festa del Quartiere “CinecittàinFest”, che si terrà dal 13 al 16 settembre, promossa dalla RETE CINEST e con essa  dalle singole associazioni di  cui è composta,  i comitati di quartiere di  Cinecittà Est e Piscine di Torre Spaccata, l’intera rete “Cinecittà Bene Comune” e le singole strutture e centri sociali che la compongono.

 

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Insomma, una parte significativa del tessuto associativo socio-culturale del VII Municipio di Roma. Un municipio, come noto, di circa 310.00 abitanti, che si colloca, nel settore Tuscolano, tra l’area dei Castelli romani i laboratori dei grandi centri nazionali di ricerca, Fisica Nucleare, ENEA, CNR, Agenzia Spaziale Italiana, ISTAT etc…  la seconda Università di Roma, numerosi insediamenti artigianali, industriali e commerciali, gli Studi Cinematografici di Cinecittà, il Centro Sperimentale di Cinematografia e S. Giovanni.

Un quartiere che rispecchia tutti i problemi, le contraddizioni, le potenzialità di un grande agglomerato urbano in cui convivono condizioni di vita periferica, con espressioni di grandi attività culturali e produttive, in uno stretto legame con tutta l’area dei Castelli dal versante  anagnino-tuscolano.

Quest’anno apriremo la Festa di un segmento strategico di questo Municipio, quello di Cinecittà Est,  con un evento di grande valenza culturale umana e politica che ripropone all’attenzione di tutti noi il complesso e difficile  problema delle migrazioni, dell’accoglienza, dell’inclusione, nello scenario geopolitico che vede nel caos tutta la sponda sud del Mediterraneo e che dal  Sahel, attraverso  la penisola arabica , il corno d’Africa, tutto il Medio Oriente, arriva fino alla catena dell’Hindu Kush.

La prima vera causa, come ci ricordano spesso in tanti,  dei flussi migratori ininterrotti  della fase che attraversiamo e dell’involuzione e chiusura nazionalistica , xenofoba,  che grava pericolosamente  sull’Europa.

E lo faremo presentando un’altra faccia dell’immigrazione e dell’accoglienza, sperimentata sul campo, che vede protagonisti tanti piccoli e medi comuni del nostro Paese ed ha come bandiera Riace.

Un paesino della Locride (Jonica Reggina, ex Magna Grecia. Terra da sempre non facile. Terra di emigrazione, spopolamento, disoccupazione, abbandono, ndrangheta).

Riace: 1726 abitanti ha accolto migliaia di immigrati  durante venti anni di attività di cui è stato protagonista, con diversi ruoli,  l’attuale sindaco.

Vent’anni in cui non c’è stato un reato, un minimo conflitto con la popolazione locale anche se si è arrivati, su sollecitazione della Prefettura in momenti critici, ad ospitare fino a 400 immigrati.

Di questo enorme flusso di umanità, a Riace è rimasta stabilmente  una  percentuale non grande, pienamente inserita, che contribuisce a rendere vivo questo piccolo centro avviato alla dissoluzione e all’abbandono.

Una sorte  evitata  per l’impegno e la passione  di questo  “sindaco sognatore” ma, nel contempo, eccellente politico ed attento amministratore, sostenuto dalla sua gente ed eletto per tre mandati consecutivi, che  è riuscito ad invertire una rotta che appariva irrimediabilmente segnata.

Anzi di più. E’ salito alle cronache e all’attenzione dell’Europa e del Mondo.

Già nel 2009 con il docufilm  “il VOLO”,  il celebre regista Wim Wenders, “esponente di primo piano del Nuovo cinema tedesco”, portava Riace all’attenzione di tutti i premi Nobel per la Pace del mondo riuniti a Berlino per i 20 anni della caduta del muro.

In quell’occasione Wenders, accogliendo nella sua città tutte le personalità insignite  del prestigioso premio, disse: “Questi venti anni sono stati importanti per il mondo intero, ma ormai appartengono al passato. La grande questione del nostro futuro è fatta di queste migrazioni epocali, cui spesso in Europa opponiamo muri non dissimili da quello eretto alla fine della guerra nella mia città.

Vi invito ad andare nella Locride, nella demonizzata Calabria, per vedere quale alto modello d’accoglienza è stato costruito a Riace da un sindaco sognatore. In questo luogo incantato afghani, eritrei, senegalesi, curdi lavorano e vivono in armonia.”

E nel 2016 l’esperienza di Riace veniva di nuovo rilanciata all’attenzione del mondo dalla rivista americana “FORTUNE” che inseriva il sindaco,  Domenico Lucano, unico italiano, tra le 40 persone più influenti del Mondo.

Su questa esperienza, faticosa ma esaltante, la stessa RAI produceva lo scorso anno una fiction: “Tutto il Mondo è Paese”, con Beppe Fiorello attore protagonista, nelle vesti del sindaco Lucano.

Sarebbe dovuta andare in onda lo scorso febbraio, ma è stata  bloccata dopo che sullo stesso Lucano è stata scagliata una tegola giudiziaria, per essersi adoperato ad aggirare il muro burocratico che limita, quando non impedisce, modalità e tempi di inclusione dei migranti che ne manifestano la volontà, esistendone le condizioni, di fermarsi e di inserirsi gradualmente e con adeguati supporti,  nei territori e tessuti sociali di assegnazione.

Lo stesso muro burocratico che blocca da due anni il regolare e tempestivo trasferimento dei fondi per l’accoglienza del sistema SPRAR destinati a Riace.

Risorse che a Riace, quando arrivano, sono utilizzate in piena trasparenza e consentono agli aventi diritto, ,  un autonomo utilizzo della parte loro destinata, in tutto il sistema del commercio locale attraverso una simil moneta locale accettata, tramite un accordo  con l’amministrazione comunale, da quasi tutti gli esercenti.

Inoltre, il lavoro di Mimmo Lucano e delle amministrazioni da lui presiedute, con il sostegno attivo della cittadinanza, ha fatto di Riace un presidio robusto di legalità e di sicurezza, in terra di ndrangheta, per tutti gli abitanti di questo antico borgo: nativi e immigrati.

Ha riattivato un’economia morente, ristrutturato un patrimonio edilizio in abbandono e rovina, ridato fiato al piccolo circuito commerciale ed artigianale locale, avviato un flusso di turismo solidale che fa durare la stagione molto di più, rispetto al, più o meno, solito mese,  delle località turistiche marine della Calabria. In un piccolo paese , peraltro  di non facili collegamenti .

Tutto ciò Lucano non l’ha fatto da solo, ma con il sostegno importante della rete dei comuni solidali (RECOSOL) e di altre reti di piccoli e medi comuni italiani impegnati sul fronte della cooperazione , della buona amministrazione e della tutela del Paesaggio ( Comuni Virtuosi) della difesa della legalità ( Avviso Pubblico) dei sindaci di altri Paesi che si stanno organizzando in rete per dare risposte concrete ai propri cittadini nel rispetto dei diritti delle persone tutte, della tutela e della valorizzazione dei loro territori, della legalità, della sicurezza e della lotta alla corruzione e al malaffare.

L’ha fatto con il sostegno delle grandi associazioni nazionali (Arci e Libera). Della Fiom e della CGIL e, nell’ultimo travagliato periodo della stessa giunta regionale della Calabria.

Il sindaco Mimmo Lucano, tutte reti di comuni sopra richiamate, tanta parte dell’associazionismo sociale nazionale, il 13 settembre saranno con noi per l’apertura della nostra festa con un evento che abbiamo intitolato: Riace, storia di un sogno divenuto realtà.

A questo evento riteniamo  di grandissimo rilievo la vostra partecipazione,  perché pensiamo sia capace di contribuire a riportare alla normalità, nei numeri e nella narrazione,  la lettura del fenomeno migratorio, che siamo tenuti a fronteggiare e che può essere fonte di arricchimento culturale e materiale per il nostro Paese tutto, a patto che non sia  ridotto ad un problema muscolare di sicurezza, peraltro mal posto ed, in tanta parte infondato, di respingimenti, chiusure di porti , costruzione di lager a cielo aperto in Libia o altrove.

Ma può essere anche un importante momento in cui si può avviare un proficuo rapporto di scambio di esperienze costruzione di utili interrelazioni, tra le reti dei piccoli – medi comuni ed i Municipi delle aree e delle Città metropolitane, partendo da Roma Capitale. In particolare sul terreno dei migranti, dell’accoglienza, dell’inclusione, dell’inserimento attivo degli stessi, nel tessuto socio produttivo e dei servizi delle grandi aree periferiche degli stessi. 

 

A cura di Gabriele Giannini, Presidente Cinest

 

PER SAPERNE DI PIU’:

Pagina Facebook ReteCinest

Aps Fare Rete onlus Aprilia

 

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Obiettivo inclusione-Aprilia città libera e solidale.

 “ NOI  STASERA SIAMO TUTTI QUI: IN SPIRITO DI FRATELLANZA” A CURA DEL FORUM PER LA NUOVA  CITTADINANZA DI APRILIA – PIATTAFORMA SOCIALE E CIVILE CITTADINA PER LA SOLIDARIETA’ ED I DIRITTI UMANI –  PRESSO L’AREA PUBBLICA DELLA STATUA DI SAN MICHELE DI APRILIA.

  • DALLE ORE 18,00 del 9 Agosto 2018
  • LA CONSEGNA DELL’APPELLO AL SINDACO DI APRILIA – MANIFESTO DEGLI AMMINISTRATORI LOCALI : “INCLUSIONE PER UNA SOCIETA’ APERTA”
  • IL LABORATORIO ARTISTICO A CURA DI APS FARERETEONLUS PER I BAMBINI DI OGNI ETA’ CON REALIZZAZIONE DI CARTELLONI E DISEGNI SUL TEMA DELLA FRATELLANZA E DELLA SALVAGUARDIA DEI DIRITTI UMANI ALL’ INTERNO DEL “MERCATINO DI APRILIA” DI PIAZZA ROMA;
  • DALLE ORE 21,00

Non c'è pace senza diritti

SUL SAGRATO DELLA CHIESA DI SAN MICHELE PRESSO LA STATUA DEL SANTO PATRONO (FRONTE PALAZZO COMUNALE):

  • SHOW DI MARCO PALAZZI “IO ODIO GLI INDIFFERENTI” DI ANTONIO GRAMSCI
  • ESTRATTO DELLO SPETTACOLO “MARE NOSTRO” DI RAFFAELE CALABRESE
  • SHOW DANCE DI GIADA E MARTINA SULLE NOTE DI “ESSERI UMANI” DI MENGONI E “CARA ITALIA” DI GHALI
  • RECITAZIONE DI BRANI E POESIE SUL TEMA OGGETTO DELL’INIZIATIVA A CURA DELLE ASSOCIAZIONI APRILIANE PARTECIPANTI
  • INTERVENTI DEI RAPPRESENTANTI DELLE ASSOCIAZIONI PROMOTRICI E ADERENTI
logo
Farerete Onlus- Uniti nella diversità-

E’ venuto il tempo di riprendere in mano la bussola dei diritti umani e fare i conti con le nostre responsabilità.

Non c’è pace senza diritti. Non ci sono diritti senza responsabilità.

Di fronte a quello che sta succedendo nel mondo non bastano più le denunce: serve una nuova e più ampia assunzione di responsabilità.

Responsabilità contro l’indifferenza. Responsabilità contro l’ipocrisia. Responsabilità contro la rassegnazione.

In un tempo segnato da tanto orrore e dall’arbitrio dei più forti, dobbiamo riprendere in mano la bussola dei diritti umani e riaffermare con forza quanto sta scritto nella Carta comune dell’umanità: “Tutti gli esseri umani nascono liberi e uguali in dignità e diritti e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza”.

Con questo spirito, alla vigilia del 70° anniversario della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, diciamo basta all’egoismo, alla guerra e alla competizione.

Se davvero vogliamo mettere fine alla violenza e alle stragi continue di vite umane, dignità e diritti, se davvero vogliamo scongiurare un’ulteriore compressione degli spazi di libertà, democrazia e diritti e risolvere le crisi epocali che incombono dobbiamo adoperare la nostra intelligenza, la nostra creatività, il nostro tempo e le nostre risorse per prenderci cura gli uni degli altri, ripensare il nostro modo di vivere assieme, proteggere la nostra casa comune e realizzare tutti i diritti umani per tutti.

Dobbiamo accrescere la consapevolezza delle responsabilità che condividiamo. Non basta rivendicare i diritti: dobbiamo fare i conti con le nostre responsabilità.

Gli esempi positivi non mancano. Dobbiamo illuminarli, seguirli, moltiplicarli.

Serve un nuovo coraggio civico e politico. Occorre diffondere una nuova cultura politica nonviolenta dei diritti umani.

Dobbiamo educarci ed educare in modo sempre più efficace alla pace, ai diritti umani e alla cittadinanza glocale responsabile.

Abbiamo bisogno di una visione e una mobilitazione comune, di iniziative e azioni comuni.

Abbiamo bisogno di donne e uomini di pace che agiscono in spirito di fratellanza.

* * *

Con questo spirito e questi obiettivi, ti invitiamo ad aderire al Comitato Nazionale per il 70° anniversario della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani.

 

Il Comitato si propone di:

  1. sviluppare un’azione straordinaria di educazione, formazione, informazione e impegno per i diritti umani sollecitando una più ampia assunzione di responsabilità di ogni persona e istituzione, delle scuole e dell’università, degli enti locali e regionali, dei media, delle associazioni, del mondo della cultura, del governo e del Parlamento;
  2. promuovere l’impegno, il protagonismo, la creatività e i comportamenti dei giovani in difesa e per la realizzazione dei diritti umani anche in relazione allo sviluppo delle competenze sociali e civiche necessarie per affrontare le sfide del nostro tempo;
  3. promuovere l’impegno dei giornalisti, del mondo dell’informazione e, in particolare, del servizio pubblico radiotelevisivo RAI nella difesa e promozione di “tutti i diritti umani per tutti”;
  4. promuovere l’impegno degli Enti Locali e delle Regioni per l’attuazione dell’agenda politica locale dei diritti umani favorendo il coinvolgimento dei cittadini e rilanciando la diplomazia delle città;
  5. promuovere l’impegno dell’Italia e dell’Unione Europea nella realizzazione dell’agenda politica dei diritti umani.

 

 IL SINDACO E TUTTI I RAPPRESENTANTI DELLE ISTITUZIONI CITTADINE E LA CITTADINANZA SONO INVITATI A PARTECIPARE.

 

F.TO I soggetti promotori

PER CONTATTI

  • FILIPPO FASANO  CELL.  3398962563
  • DOTT. SSA EMILIA CIORRA  CELL. 338.4054597
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Il Bbq Cup di Enjoy progress Aprilia: un successo di solidarietà.

Chi non conosce la sigla bbq? L’abbreviazione, come tutti sanno, indica la famosa salsa barbecue, da abbinare come condimento sulla carne cotta alla griglia o alla brace per una gustosa cena. Da queste premesse nasce l’idea dell’evento Bbq Cup dell’associazione giovanile Enjoy Progress di Aprilia.

Bbq CupEnjoy Progress Aprilia
Tutto ha inizio da una locandina…

Che cos’è il Bbq Cup di Enjoy Progress Aprilia?

Una gara amatoriale di cucina con il barbecue per i cittadini apriliani. L’associazione Enjoy Progress, composta da un gruppo di giovani apriliani, insieme all’ Asd Bosco Village, hanno ideato una serata all’insegna del divertimento per godersi l’estate tutti insieme!

Enjoy progress Aprilia
Associazione giovanile Enjoy Progress Aprilia -solidarietà, cultura, progresso-

Cosa fa l’Associazione Enjoy Progress di Aprilia?

La missione associativa è indirizzata promuovere lo scambio di informazioni, sul territorio nazionale, riguardanti la cultura e il progresso, motivare alla curiosità verso il mondo e a rinnovare l’interesse anche verso le tradizioni.

Inoltre Enjoy Progress Aprilia si propone di facilitare i processi di sinergia tra persone fisiche, enti associativi e istituzionali.

Un altro ambizioso obbiettivo dei giovani associati sarebbe quello di voler creare opportunità lavorative tramite l’avvio di attività sociali no profit.

 

 

 

L’album dell’evento Bbq Cup di Enjoy Progress e Asd Bosco Village.

Quando e dove si è svolto il Bbq Cup?

La serata ha avuto inizio il 15 Luglio dalle ore 19,00 fino ad oltre mezzanotte! L’evento è stato organizzato negli spazi dell’ Associazione Bosco Village, in via Apriliana.

Il Bbq Cup ha un regolamento di partecipazione?

Tutti i partecipanti si sono cimentati, in coppia o singolarmente cucinando ogni tipo di carne alla brace con una portata del piatto tra i 100 e i 150 grammi.

Alla fine c’è stato il verdetto della giuria, composta da tre persone, per premiare il miglior Barbecue!

Inoltre la struttura ha offerto l’uso di griglie, legna, luce ed anche di carne.

Quali criteri usano i giudici del Bbq Cup di Enjoy Progress Aprilia?

La vittoria finale è stata decretata dall’abbinamento di tre categorie: qualità del piatto, esposizione e abbinamento degli ingredienti!

Chi ha partecipato al Bbq Cup di Enjoy Progress Aprilia?

La partecipazione è stata numerosa! A farci compagnia c’erano i comitati di quartiere di Aprilia e le associazioni del territorio.

Inoltre lo staff è stato arricchito da alcuni componenti dell’associazione “Karibu” e da Farereteonlus che hanno contribuito all’organizzazione dell’evento in nome del servizio sociale e del volontariato.

Perchè Enjoy Progress di Aprilia e l’Associazione Bosco Village hanno ideato questo evento?

Questa gara culinaria all’insegna del divertimento è stata animata da uno spirito di solidarietà e senso civico.

Infatti i ricavi della serata sono stati devoluti alla messa in sicurezza e al completamento dell’area verde sita in zona toscanini, all’incrocio tra via di Guardapasso e via Grecia nella città di Aprilia.

Non resta che aspettare il prossimo evento!

Hai partecipato al Bbq Cup e vuoi raccontare la tua esperienza? Oppure vuoi saperne di più?

Lascia il tuo COMMENTO su Punto e Virgola, il blog!

Punto e Virgola l'informazione di tutti e per tutti

 

 

 

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Aprilia città solidale: un confronto pubblico sull’accoglienza in stile Riace.

COMUNICATO STAMPA

IL FORUM NUOVI CITTADINI dell’associazione di promozione sociale A.p.s. “FarereteOnlus” del Lazio – Federazione Di Enti Ed Organismi No Profit Fare Rete Per Il Valore Della Persona E Dell’impresa Sociale Onlus – organizza la Tavola Rotonda “DA APRILIA E DAL PONTINO UN PONTE PER RIACE. ACCOGLIERE, INTEGRARE ED INCLUDERE” che si terrà in Aprilia il giorno sabato 28 luglio alle ore 16,00, presso il Parco Falcone e Borsellino (ex Parco dei Mille), in occasione del Primo festival Internazionale della cultura araba e dell’integrazione.

 

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Aps. FarereteOnlus- Uniti nella diversità
  • ASSOCIAZIONE “AL MOUHAJER”
  • ASSOCIAZIONE “DIALOGO” E LE COMUNITA’ STRANIERE DI APRILIA DELL’INCUBATORE SOLIDALE IMMIGRAZIONE DEL COMUNE DI APRILIA
  • ASSOCIAZIONE ITALIA-CAMERUN “SAWA”
  • ASSOCIAZIONE “CAMROL” – CAMERUNESI DI ROMA LAZIO
  • ASSOCIAZIONE NAZIONALE “FORUM ITALO TUNISINO”
  • COORDINAMENTO “RETE SCUOLE MIGRANTI” DELLA PROVINCIA DI LATINA
  • COORDINAMENTO PONTINO “ANCESCAO”
  • “FORUM TERZO SETTORE” DELLA PROVINCIA DI LATINA

PARTECIPANO IN QUALITA’ DI RELATORI ED OSPITI:

  • DOMENICO RIZZUTI – FORUM ITALO TUNISINO E DELEGATO RECOSOL
  • GABRIELE GIANNINI – PRESIDENTE RETE CINEST E SEGRETARIO NAZIONALE CGIL SCUOLA UNIVERSITA’ E RICERCA
  • DON ALESSANDRO SAPUTO – VICARIO DEL VESCONO DIOCESI DI ALBANO
  • NICOLA TAVOLETTA – FORUM TERZO SETTORE PROVINCIA DI LATINA
  • DOTT.SSA EMILIA CIORRA – FORUM NUOVI CITTADINI DI APS FARERETEONLUS
  • DOTT.SSA FLAVIA ANASTASI E DR. SSA VALERIA LEVA – ASSOCIAZIONE DIALOGO ONLUS
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La Casa delle Culture di Dialogo Onlus
  • CLAUDIO CURZOLA – ASSOCIAZIONE PER IMMIGRATI DIALOGO E ASSOCIAZIONE ITALIA-CAMERUN SAWA
  • MANI NDONGBOU BERTRAND – PRESIDENTE COMUNITA’ CAMERUNENSE DI ROMA E DEL LAZIO
  • SIGN.RA FATMA BEN LALLA – PRESIDENTE ASSOCIAZIONE DI IMMIGRATI AL MOUHAJER – IN QUALITA’ DI ORGANIZZATRICE DEL PRIMO FESTIVAL INTERNAZIONALE DELLA CULTURA ARABA E DELL’INTEGRAZIONE DELLA PROVINCIA DI LATINA
  • OPERATORI ED OSPITI DEI CENTRI DI ACCOGLIENZA DELLA COOPERATIVA SOCIALE KARIBU
  • VOLONTARI DEL COORDINAMENTO PONTINO DELLA RETE SCUOLE MIGRANTI

SONO STATE INVITATE LE RAPPRESENTANZE ISTITUZIONALI DEL COMUNE DI APRILIA, DELLA PROVINCIA DI LATINA ED IL MONDO ASSOCIATIVO LOCALE E PROVINCIALE. TUTTA LA CITTADINANZA E’ INVITATA A PARTECIPARE

L’iniziativa rientra nell’ambito delle manifestazioni organizzate per promuovere l’ “accoglienza diffusa”  sui nostri territori, ed in particolare il “modello Riace” del Sindaco Domenico Lucano ed è propedeutica all’evento nazionale “RIACE.UN SOGNO DIVENTATO REALTA’”,  con il sindaco DOMENICO LUCANO che si terrà Giovedì 13 settembre presso l’ Auditorium Centro Sperimentale di Cinematografia ROMA- CINECITTA (in attesa di conferma).

Emilia Ciorra Presidente di Farerete Onlus di Aprilia
La dott.ssa Emilia Ciorra, Presidente dell’Associazione di Promozione sociale FarereteOnlus del Lazio.

L’ Obiettivo della Tavola Rotonda è contribuire a sviluppare la Rete dell’associazionismo dell’Area Immigrazione ed Integrazione a livello provinciale e regionale e stimolare un dibattito serio e responsabile sui modelli di accoglienza e sul passaggio successivo dell’integrazione e dell’inclusione dei migranti, portando avanti le proposte di buona accoglienza cd. “accoglienza intelligente” come è il caso del Modello Riace del Sindaco Domenico Lucano  anche sui territori della nostra Provincia di Latina e del Lazio.

Lo stesso Papa Francesco ha richiesto più volte a chi ci governa per i migranti e rifugiati “una prima sistemazione adeguata e decorosa” nei programmi di accoglienza diffusa, per “facilitare l’incontro personale, permettere una migliore qualità dei servizi e offrire maggiori garanzie di successo”.

Nel 2016 il Papa In una lettera ha fatto i complimenti proprio al primo cittadino del piccolo paese della Locride, Domenico Lucano, che dà agli immigrati piccoli ed autonomi alloggi ristrutturati e fondi per aprire attività. Quello che per l’Italia è un caso isolato, per il Vaticano è un modello.

Nella missiva, breve e affettuosa, Papa Francesco si è rivolto al sindaco di Riace,  Lucano, per esprimere apprezzamento per il modello di accoglienza messo in piedi nel piccolo paese della Locride, rinato proprio grazie ai rifugiati. “Conosco le sue iniziative, lotte personali e sofferenze – scrive il Pontefice al sindaco – Le esprimo, perciò, la mia ammirazione e gratitudine per il suo operato intelligente e coraggioso a favore dei nostri fratelli e sorelle rifugiati”.

Primo comune italiano in cui i migranti non vengano reclusi in centri di accoglienza, ma accolti in vere e proprie case che vengono loro affidate, Riace è rifiorito proprio grazie all’arrivo dei profughi sbarcati sulle coste calabresi. Svuotato dall’emigrazione, il piccolo centro della Locride è stato ripopolato dai migranti alloggiati nelle vecchie case del paese, nel corso del tempo utilizzate anche per ospitare le botteghe artigiane, rinate proprio grazie ai profughi che hanno ripreso in mano le attività tradizionali.

Un “miracolo” possibile grazie ad una diversa gestione dei finanziamenti previsti per l’accoglienza, usati – ha spiegato spesso il sindaco Lucano – “per integrare e non per dividere”. I 30 euro giornalieri stanziati in tutta Italia per ogni rifugiato, non vengono dispersi ma centralizzati dall’amministrazione, che li usa per ristrutturare le vecchie case del paese, avviare attività che poi sono i migranti a portare avanti, mettere in piedi progetti. Per non far inciampare il sistema nei ritardi con cui i fondi vengono materialmente trasferiti, a Riace circolano dei bonus – con su la faccia di Che Guevara, Martin Luther King, Peppino Impastato – che permettono ai rifugiati di fare acquisti in paese.

Un circuito virtuoso che ha permesso anche ai calabresi rimasti in paese di non fare le valigie. E non solo perché il Comune ha assunto mediatori culturali, che in alternativa avrebbero dovuto cercare fortuna altrove. Grazie ad una popolazione in continua crescita bar, panetterie, botteghe e persino la scuola elementare e l’asilo non hanno chiuso i battenti.

Alla Santa Sede, l’esperimento è piaciuto tanto da invitare il suo “ideologo” Lucano al summit europeo che, su iniziativa di Papa Francesco, si è tenuto il 9 e il 10 dicembre a Città del Vaticano, per mettere a confronto le buone pratiche messe in atto nel mondo a favore di rifugiati e sans papier.

Un appuntamento conclusosi con il progetto di creare una rete mondiale di sindaci impegnati in un modello diverso di accoglienza e che si sostengano l’un l’altro, con l’appoggio del Vaticano.

Così, mentre il Viminale fa le pulci al modello Riace, con ispezioni a sorpresa e contestazioni su presunte incongruenze fra le carte dei progetti, dal pontefice arriva una proposta chiara “Le porte della mia casa saranno sempre aperte per lei e per questa nuova rete”, ha scritto Papa Francesco al sindaco.

Il presidente

Dr. Ssa Emilia Ciorra – cell. 3384054597

APS FARERETEONLUS

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Pubblicato in: Comunicazione e Società, Istruzione e Formazione

Inclusiva e solidale: la cura dell’Agricoltura sociale.

Gli Orti sociali nelle città rispondono alla domanda dei cittadini di relazioni autentiche e di ruralità: laboratori sociali che non si limitano più, come negli anni passati alla mera socializzazione dei più anziani ma estendono la loro funzione ad una pluralità di soggetti: dai disabili a coloro che si trovano in una situazione di svantaggio economico fino ai migranti.

Restringere la platea dei partecipanti al limitato ambito di “categorie speciali” però sarebbe oggi un’operazione riduttiva: la pratica degli orti sociali è anche appannaggio di una cittadinanza attiva desiderosa di mantenere uno stretto legame col territorio di appartenenza.

Oggi l’Agricoltura sociale si avvale di una multifunzionalità che la rende veicolo di aggregazione sociale, di confronto tra generazioni e tra diverse culture; sostiene inoltre un importante ruolo economico nella crisi strutturale dei meno abbienti all’interno delle città, nascendo dalla spinta solidale e volontaria di cittadini che si adoperano per difendere e gestire il proprio territorio ai fini custodire aree verdi e difendersi dalle speculazioni edilizie.

In tale ottica è necessario ricordare che gli orti sociali possono assolvere svariate funzioni: sociali e riabilitative, terapeutiche, didattiche, produttive e ricreative. I benefici del contatto con la “terra” sono d’altronde da tempo riconosciuti dalla letteratura scientifica dedita all’argomento. A cavallo tra il ‘700 e l’800 Benjamin Rush, padre della psichiatria americana già affermava che “lavorare il terreno e coltivare le piante può avere un effetto benefico sulla salute mentale”.

La Horticultural Therapy, ovvero il giardino terapeutico consiste in svolgere attività orticolturali, si assiste ad una vera e propria “riabilitazione tramite la natura” all’insegna della socializzazione del gruppo in uno spazio sociale protetto.

In uno scenario orientato al rafforzamento dell’inclusione di persone con disagio mentale nel tessuto sociale il risvolto etico dell’Agricoltura sociale è la leva da cui si genera l’azione dell’Associazione Lavoro e Solidarietà di Cisterna di Latina e della Federazione di Enti e Organismi no-profit FARE RETE PER IL VALORE DELLA PERSONA E DELL’IMPRESA SOCIALE DEL LAZIO (APS FARERETE ONLUS): un dibattito presentato nella giornata del 27 Aprile in occasione della 33° Fiera Agricola di Campoverde ad Aprilia (LT) in cui la terra diventa simbolo di sicurezza ed accoglienza, un luogo che accetta e ospita tutti con imparzialità.

In quest’occasione FARETEONLUS ha presentato, insieme alla Cooperativa CASSIOPEA di Roma i risultati dell’Ortoterapia sugli utenti dei Centri di salute mentale del Lazio, supportati dalla testimonianza di chi ha partecipato al progetto, a dimostrazione della volontà di superare quel marchio infuocato chiamato stigma, che si annida nella società quale elemento di barriera tra le diversità, soprattutto quelle riguardanti il disagio psichico. L’intervento specialistico, curato dal Dr. Valerio De Lorenzo, docente universitario e amministratore di PROMIND-Servizi di salute mentale– di Roma titolato “La Riabilitazione psichiatrica e l’Agricoltura come strumenti per la salute:l’importanza di professionisti e interventi orientati alla recovery” si è soffermato sull’esigenza di tutelare la salute mentale quale primario di una collettività responsabile.

La progettualità di FARETEONLUS, esplicata dal progetto “ANTHEA: COLTIVIAMO IL SOCIALE” per MondoCultura Onlus, è stata inoltre supportata dalle associazioni intervenute alla Fiera Apriliana: presenti le progettualità di Konsumer Italia (Progetto regionale Agricercando) finanziato dal programma regionale laziale per il cittadino consumatore, Ancescao Lazio (Progetto Orti sociali), l’Associazione “Insieme oggi per il futuro” con la cooperativa Elma di Roma che collaborano con il CSM di Pomezia Asl RM 6 per la gestione della fattoria sociale Il Masso, una partnership pubblico-privato ai fini della riabilitazione tramite l’agricoltura sociale.

Nel dibattito si è ripensato il ruolo dei Comuni riguardo il delicato tema dell’Agricoltura sociale ragionando circa la possibilità che questi ultimi si facciano portatori del valore etico degli orti sociali per la comunità, auspicando che i Piani di zona dei distretti sanitari possano avvalersi di questa buona pratica.

A tal proposito, la cooperativa sociale Jolly Italia col progetto Plus Aprilia Innova fondi-Serra fotovoltaica (POR FESR 2007/2013) ha raccontato l’esperienza diretta degli utenti per il distretto sanitario 1 ASL di Latina.