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Quale mobilità sociale in Italia? Le Acli provinciali di Latina al Convegno “In continuo Movimento”.

degrado urbano Latina
A Bologna, dal 12 al 14 settembre, si svolgerà il 52° Incontro Nazionale Studi delle Acli dal titolo “In continuo movimento” che avrà quale tema la questione della mobilità sociale in Italia.
Parteciperà una delegazione delle Acli provinciali di Latina.
Queste le premesse degli incontri organizzati a Bologna afferma Nicola Tavoletta : qualcosa si è inceppato nella società italiana, le promesse di miglioramento associate all’istruzione e al lavoro sempre più spesso non vengono mantenute.
Nel nostro paese, in pratica, nel migliore dei casi resti quello che nasci. Per un bambino di una famiglia a basso reddito ci vogliono cinque generazioni per entrare nel ceto medio. Anche chi è nato in una famiglia di classe media si trova spesso a fare esperienza di una qualche forma di declassamento. L’Italia assomiglia sempre più a una clessidra con una grande base e una piccola sommità.
Le Acli provinciali di Latina, continua il direttore provinciale Nicola Tavoletta, hanno calato tale tema sul territorio pontino, riflettendo su come questa area geografica sia stata storicamente reattiva nel riscatto sociale ed ora non lo sia più. Le Acli provinciali hanno riconosciuto e propongono tre opportunità o strade per riabilitare la mobilità sociale, anche con iniziative territoriali: l’effettivo esercizio del diritto allo studio, la rigenerazione urbana e la cooperazione.
Lo studio e la cura dei giovani sono la premessa fondamentale per il progresso sociale, quindi dobbiamo investire nelle scuole, garantendo a tutti i bambini gli asili nido e anche alle famiglie con basso reddito l’Università. Su questo aspetto possono avere un ruolo chiave anche le amministrazioni comunali, quelle della nostra provincia.
La rigenerazione urbana e la cooperazione sono temi centrali per il Forum ‘015, l’alleanza delle associazioni ispirate dalla dottrina sociale della Chiesa, che condividiamo con Coldiretti, Compagnia delle Opere e Confcooperative. Sulla rigenerazione sociale stiamo lavorando con i cittadini del quartiere San Valentino a Cisterna di Latina, sulla cooperazione è evidente la missione che tutti noi portiamo avanti da decenni.
A Bologna rappresenteremo l’esperienza di Latina del Forum ‘015, così come abbiamo fatto negli incontri di “Sabir” a Lecce e a Palermo negli ultimi due anni.
I corpi intermedi hanno sofferto nell’ultimo periodo, anche per l’ atteggiamento ostile di alcune rappresentanze politiche, nonostante i grandi numeri e le funzioni riconosciute al terzo settore. Sempre di più, invece, le nostre organizzazioni sono necessarie per garantire due valori fondamentali: la democrazia e l’uguaglianza.
Con gli amici del Forum ‘015 ribadiremo che l’uguaglianza passa proprio dalla cura dei giovani e dal diritto allo studio e lo faremo promuovendo progetti in tutti e 33 i comuni della nostra provincia.
Per la democrazia abbiamo trascorso un 2018/2019 che ci ha uniti in un partecipato programma di incontri pubblici di formazione e di riflessione nei quali abbiamo sostenuto la validità della democrazia rappresentativa.
Su questo aspetto abbiamo lavorato intensamente con l’Ufficio della Pastorale sociale e del lavoro della Diocesi di Latina, che è la nostra bussola.

Ribadiamo l’ impegno sociale delle Acli, aprendo la stagione 2019/2020 a Bologna, esprimendo la volontà di favorire ed incoraggiare una nuova fase politica, anche locale, che sia attenta alla riduzione delle disuguaglianze, iniziando dalla cura di tutti i bambini e di tutti gli studenti.

A cura di
Nicola Tavoletta
Direttore-Rfsa Acli provinciali di Latina
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Conoscere la disprassia: una rete di comunicazione per famiglie di bambini e ragazzi.

Il 12 Maggio presso l’Oly Hotel, quartiere ostiense di Roma ,si è svolto il convegno dedicato ai genitori dell’Aidee Associazione italiana disprassia dell’età evolutiva, con l’intento di approfondire il fenomeno della disprassia nei minori ( e non solo) attraverso le parole dei professionisti coinvolti sul campo e di bambini, adolescenti ed adulti con disprassia.

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“Non è mai troppo tardi” afferma la presidentessa dell’Aidee Dott.ssa Letizia Sabbadini, a proposito dei trattamenti possibili sulle persone disprassiche, evidenziando come molti arrivino alla diagnosi anche in età adulta. Le possibilità di incidere sulle funzioni della psicomotricità esistono e non per questo bisogna rassegnarsi circa la sintomatologia manifestata oltre l’età infantile e adolescenziale.

La dottoressa sottolinea come l’intervento sulla disprassia sia ispirato ad un approccio multi-sistemico integrato, in cui ogni specialista ha la sua funzione integrata nel gruppo: psicologo, logopedista, neuro-psicomotricista,ortottista, optometrista: il lavoro di equipe risulta fondamentale nel trattamento della disprassia.

Includere la parola disprassia all’interno della L.170/2010 è uno degli obbiettivi auspicati dall’Associazione, si ricorda infatti che i disturbi specifici dell’apprendimento riportati nella normativa (dislessia, disgrafia, discalculia) prevedono un quoziente intellettivo nella norma dei soggetti e riconoscere anche la disprassia in tale campo potrebbe facilitare l’avvio degli strumenti compensativi e dispensativi in ambito scolastico per favorire l’inclusione anche in chi manifesta la disprassia.

Ad oggi infatti la scelta di applicare il cosidetto “pdp” piano didattico personalizzato nei casi non compresi dalla normativa è a discrezione dell’istituzione scolastica, dunque sarebbe possibile anche un eventuale rifiuto a fronte di una richiesta seppur certificata, da un medico, secondo le ultime direttive ministeriali sui bisogni educativi speciali.

Per tale motivo la Dott.ssa Sabbadini informa i genitori circa la stesura di prossime linee guida sulla disprassia, ove possano essere armonizzate procedure, definizioni e trattamenti basati sul principio dell’evidenza scientifica.

Adolescenza e disprassia.

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Molti i professionisti che hanno raccontato la loro esperienza sul campo durante il convegno, nel relazionare sulla disprassia nell’adolescenza il Dott. Riccardi, psicologo,  evidenzia come la letteratura scientifica riporti pochi studi sulla qualità della vita dei disprassici adolescenti fino al 2015, anno in cui aumentano le ricerche sulle funzioni sociali ed emotive.

La correlazione con l’ambiente scolastico assume importanza nelle disprassia tanto che si riscontrano, quali dati clinici rilevanti negli adolescenti disprassici: scarsa socializzazione, sentimenti di vergogna, autosvalutazione e abbandono scolastico. Si ritiene fondamentale per lo psicologo un lavoro sulla famiglia oltre che sul soggetto disprassico, molto spesso arrivano allo studio dello psicologo  genitori “colpevolizzati” dopo varie consulenze circa il loro eccesso di protezione verso il minore, in realtà attuato  per aiutare il proprio figlio.

Una rete di supporto per i genitori è utile a fornire strategie specifiche per indurre comportamenti autonomi nel ragazzo/a, così come una terapia a domicilio. La cooperazione con i genitori negli interventi -sottolinea Riccardi- è necessaria alla buona riuscita del trattamento, oltre che il supporto emotivo da fornire in fase di diagnosi ai  genitori.

I racconti di vita.

Shalì all’Università.
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Ma non solo i minori sono protagonisti del convegno, Shalì, studente di 21 anni racconta la sua disgrafia su base disprattica che non gli ha impedito di arrivare a studiare Ingegneria all’Università La Sapienza.

Seguito sin da bambino dalla Dott.ssa Sabbadini il ragazzo ha condiviso la sua esperienza di vita con i genitori presenti al convegno. Inizia raccontando le difficoltà nel disegnare alla scuola elementare e racconta poi di aver ricevuto un sostegno pedagogico a domicilio, afferma che oggi non ha problemi a relazionarsi coi coetanei e di utilizzare la L. 170/2010 per gli esami del suo corso universitario la sua certificazione è “disgrafia su base disprattica” . Disprassia e disgrafia non sono molto conosciute, a differenza della più famosa dislessia, e lo studente racconta di come ogni volta spieghi ad ogni suo professore in cosa consiste la sua difficoltà.

Shalì si avvale di strumenti compensativi nello studio, come l’utilizzo del pc anche se sta discutendo coi docenti circa il possibile utilizzo di un formulario nelle prove d’esame, inoltre possiede un tutor di riferimento cui manda una mail ogni qual volta deve sostenere un esame. Riguardo la disprassia sostiene che ognuno è diverso dall’altro e dunque le difficoltà, così come le risorse, possono differire notevolmente da caso a caso.

Tiziano e la sua “vita normale”.

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Tiziano invece, ha 15 anni ed è inserito in un gruppo dell’associazione Tra le righe, che si propone di sviluppare le relazione sociali e le capacità adattive tra coetanei con le medesime difficoltà.

La storia di Tiziano è caratterizzata dalla presenza della disgrafia, ha ricevuto il sostegno a scuola,  scriveva solo in stampatello e dice di essere stato identificato dai pari come “il meno bravo” e di aver avuto rapporti difficili coi coetanei sin dalle elementari. Ha affrontato poi la terapia psicomotoria e logopedica come giochi al fine di crescere come persona, mentre a 9 anni è stato seguito con la psicoterapia.

Negli anni successivi ha avuto un tutor  per facilitare l’apprendimento che però ha poi abbandonato poiché divenuto troppo dipendente da lui. Oggi a scuola ha la possibilità di usare il tablet, le mappe concettuali ed avere interrogazioni programmate ed evidenzia come  non abbia più bisogno né del tutor né del sostegno: è divenuto autonomo afferma, e fa una vita normale-sottolinea.

Le informazioni e i trattamenti per informare i genitori spaziano da quelli per la disprassia di sguardo descritti dal Dott. Muscarà a quelli declinati sull’emotività in età infantile, nel  necessario riconoscimento di bisogni speciali per questi bambini della Dott.ssa Cadoni, generalmente etichettati frettolosamente come “pigri e svogliati”.

Nel prossimo Novembre l’Aidee ha organizzato un convegno scientifico sulla disprassia, in cui oltre a numerosi professionisti italiani, sarà presente  anche la Dott.ssa Amanda Kirby dell’Università del South Wales, una delle maggiori studiose di tale fenomeno in ambito internazionale, che tra l’altro ha un figlio con disprassia.

 

Per info e approfondimenti scrivimi

PER APPROFONDIRE:

Associazione italiana disprassia dell’età evolutiva

Pagina Facebook AIDEE

Intervista Rainews24 alla Dott.ssa Sabbadini

 

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Disprassia e dintorni: comunicare la disabilità nascosta.

Un convegno organizzato dall’Associazione Disprassia e Famiglie, AD&F, sulla proposta di legge (DdL 904) per il riconoscimento della disprassia quale disabilità ai fini dell’inclusione scolastica e lavorativa, è l’evento svoltosi il 17 Aprile di quest’anno a Roma, nella cornice della sala dell’Istituto di S. Maria in Aquiro, del Senato. Il DdL 904 è “trasversale” ovvero nato all’unanimità tra i vari componenti di diversi rappresentanti politici.

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Il convegno ha affrontato sotto molteplici aspetti la disprassia, detta anche Developmental coordination disorder (DCD) , attraverso gli interventi di vari relatori.

Il senatore Nencini (Partito socialista italiano) afferma come le associazioni abbiano contribuito al sostegno del disegno di legge, al di fuori delle aule parlamentari. Il punto focale è il riconoscimento di un diritto, a fronte dell’handicap nascosto costituito dalla disprassia. Dalla scuola al mondo del lavoro, una rete condivisa con la famiglia per costruire una condizione ambientale favorevole ai soggetti disprassici.

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La senatrice Binetti (Forza Italia-BP) neuropsichiatra infantile, nel suo intervento, sottolinea come la sottoscrizione del disegno di legge sia stata naturale e quanto sia importante il settore medico nella disprassia. La diagnosi precoce può essere fondamentale nella qualità della vita dei ragazzi, sostiene con certezza la dottoressa.

La critica posta dal medico e senatore è al modello didattico attuale rispetto alle diversità neurofisiologiche proprie del disturbo; i luoghi comuni sono diffusi tra bambini insegnanti e genitori. Le modalità relazionali sono altrettanto importanti oltre che il “modello classe” nella scuola. Nel disegno di legge essenziale è il riconoscimento del diritto, per andare oltre le etichette dettate dagli stereotipi. La competenza nell’intervento poi appare fondamentale a livello medico ed etico.

La senatrice sottolinea la necessità di ripensare l’insegnamento: ogni bambino ha bisogno di un suo metodo che risponda alla diversità dei bisogni. Una battaglia culturale dettata dalla necessità di pensare la scuola come un laboratorio di occasioni, spazi e opportunità.  La relatrice promuove inoltre la ricchezza che c’è nella diversità, che esige rispetto, come accade anche nel caso dell’autismo. Non manca l’ironia finale: se provassimo a copiare l’arabo ci scopriremmo tutti disprassici, afferma la senatrice Binetti.

Mina Welby, Presidente dell’associazione Luca Coscioni è fermamente convinta di questa legge, ispirata alla Convenzione Onu sui diritti umani. Ognuno ha diverse abilità e in quanto tali vanno rispettate. Strumenti compensativi e misure educative risultano importanti, gli insegnanti e i medici debbono avere competenze adeguate per accompagnare i disprassici nella vita. Una rete tra vari settori potrebbe essere utile a costruire sostegni anche utilizzando la L.68 del 99, relativa all’integrazione lavorativa.

La docente di Diritto internazionale presso l’Università degli studi di Torino, Ludovica Poli, in rappresentanza dell’Associazione Disprassia e famiglie, afferma quanto sia una costruzione sociale il concetto di disabilità, e quanto l’inclusione e l’accettazione nella società siano ancora oggi da implementare. La docente descrive il progetto Ibis in collaborazione con la Fondazione Cariplo e l’Università di Milano Bicocca che è sperimentato nelle scuole secondarie superiori, utilizzando metodologie multimediali per ausilio alle neurodiversità.

La sua esperienza di genitore di un bimbo disprassico è descritta nelle  difficoltà di equilibrio tra protezione ed autonomia, sempre riconoscendo e accettando la diversità dei bambini e degli adulti di domani quale fattore a tempo indeterminato; la vulnerabilità oltre a mostrare i suoi limiti, porta anche alla generazione di reti sociali indispensabili per il progresso civile e della società.

In una prospettiva sociale la disabilità è descritta come il limite della società nell’accettazione delle diversità nel momento in cui la comunità esclude invece di includere.

Durante il convegno interviene la neuropsichiatra Michela Marzorati dell’Ospedale Niguarda di Milano, la disprassia è raccontata iniziando dalla storia di un bambino di 9 anni, Matteo, con le varie difficoltà incontrate nel disturbo e la necessità di comprendere tale disordine per i genitori.

Il medico afferma che già dal 1994 è presente nel DSM IV la dicitura disprassia, e nel help-2444110__340tempo sono mutate le sue definizioni. In Italia la diagnosi usata è disturbo della coordinazione motoria; nel 2019 le linee guida europee suggeriscono proprio tale dicitura. La frequenza del DCD è tra il 5 % e il 6% dei bambini, in prevalenza di sesso maschile. Il disturbo perdura per tutta la vita; gli interventi, anche nei casi lievi, risultano importanti per evitare ripercussioni in altre aree della vita. La capacità di prendere appunti è un ostacolo forte per i disprassici, si evidenzia inoltre nel disturbo un deficit nelle capacità organizzative e nelle relazioni sociali.

Spesso in concomitanza si trovano deficit dell’attenzione, disturbi dello spettro autistico e disturbi specifici dell’apprendimento, continua la Dottoressa.

La diagnosi purtroppo è ancora spesso tardiva nonostante un’alta frequenza del disordine. La Marzorati cita inoltre due studi canadesi che rivelano come molti medici sottovalutino le conseguenze sociali della disprassia, addirittura molti pediatri sembrano non conoscano il disturbo della coordinazione motoria.

In tale quadro è necessario ricordare, afferma la neuropsichiatra ,come nel DSM V si sia, in un certo senso, introdotta la diagnosi di comorbilità, dove prevale la dimensionalità; dunque uno spettro di disturbi che sottende  una disfunzione cerebrale in parte comune tra diversi disordini: una sovrapposizione di sintomi (co-occuring) ovvero disturbi distinti ma sovrapposti. Il DCD è dunque identificato singolarmente dagli altri disordini e meritevole di diagnosi precoce.

Interventi precoci integrati e mirati sono importanti in un’ottica di rete multidisciplinare, così come raccomandato dalle ultime linee guida europee in materia (2019). Lo sviluppo di servizi in tal senso permetterebbe di modificare la traiettoria evolutiva del paziente. Il medico cita uno studio sociale su pazienti disprassici i quali sono stati poco supportati a scuola e dove soltanto i casi più gravi hanno potuto beneficiare di sostegno, rimanendo dunque in un cono d’ombra. Molto spesso questi bambini trascorrono la maggior parte del tempo a casa e non con i coetanei, questo isolamento aumenta in adolescenza e si consolida nell’età adulta; la partecipazione sociale potrebbe migliorare eliminando le barriere ambientali che ostacolano i disprassici, suggerisce la neuropsichiatra.

Le difficoltà sono evidenti anche nella comunicazione tra pari;  è evidente la mancanza di occasioni sociali e di partecipazione  non certo dovute ad un deficit di empatia.

L’articolato e accurato intervento del medico Marzorati è completato dalle parole della neuropsichiatra Anna Maria Chilosi della Fondazione IRCS Stella Maris:

“il grande assente, nelle linee guida europee, è il disturbo dell’articolazione dei suoni e del linguaggio, la cosidetta disprassia verbale.”

A supporto dell’importanza del settore medico nel campo della disprassia un ulteriore parere scientifico si esplicita nel convegno sulla disprassia/DCD: la specialista in terapia fisica e riabilitazione, il medico Annalisa Risoli, descrive la sua esperienza professionale con il DCD/disprassia, spiegandone i sintomi, dalle dis-percezioni tattili a quelle gustative, dai problemi emozionali e relazionali a quelli cognitivi e delle funzioni esecutive, ovvero nella capacità di poter essere autonomi e indipendenti. Tante difficoltà in diversi ambiti, sia negli adulti che nei bambini. “Ad oggi la disprassia nell’adulto viene riconsiderata anche dalle ultime raccomandazioni europee, rispetto a quelle del 2012″ afferma la dottoressa.

black-and-white-1283234_960_720Quali sono dunque le problematiche nell’adolescenza e nell’età adulta? La dottoressa Risoli afferma che proprio la mancanza di un riconoscimento precoce del DCD rappresenti un deficit importante. Per gli adulti è invalidante nel 70% dei casi e negli adolescenti si riscontra una marcata mancanza di partecipazione sociale. La diagnosi mancata o errata è un fattore molto comune purtroppo. Alcuni adolescenti sperimentano anche problemi di salute mentale e problemi nelle abilità scolastiche.

La citazione del medico riguarda gli studi della Dott.ssa Amanda Kirby,( autrice del libro “Dyspraxia: an hidden handicap, 1999) i quali si soffermano anche sugli adulti, seguendo l’ICF, analizzando dunque menomazioni, attività e partecipazione,  fattori ambientali e personali che influiscono sulle problematiche.

La disprassia negli adulti si riconosce con difficoltà nel movimento (salire su una scala ad esempio) nel controllo posturale, deficit dell’immagine motoria, cioè hanno problemi a pensare l’immagine dell’azione che dovranno compiere. Ciò inficia la pianificazione, l’organizzazione del tempo e del linguaggio, ma anche il livello verbale. Altre difficoltà sono di tipo psicologico, quali a titolo esemplificativo, ansietà e depressione. Inoltre  guidare,  così come fare sport sono fonte di grande difficoltà per i disprassici.

Nella partecipazione ci sono difficoltà nello studio, nel lavoro e nella socialità; i fattori personali sono negativi, esprimibile sostanzialmente con un vissuto di incapacità e negli adulti corrispondente  alla sensazione di “non farcela”; nei fattori ambientali fondamentale è il supporto dell’ambiente che dovrebbe durare tutta la vita. Manca una conoscenza del problema da parte dei medici, dei familiari e degli insegnanti, così come la possibilità di compiere diagnosi precoci e dunque attuare un’efficace presa in carico. Valutazione e diagnosi, nonché riabilitazione sono importanti nell’adulto e non solo nel bambino, sottolinea il medico relatore.

Nel convegno interessante è la storia di Virginia Costantino, biologa e studentessa nel corso di Comunicazione scientifica biomedica della Sapienza Università di Roma.

Realizzare per realizzarsi: così Virginia sintetizza il suo percorso di vita con la disprassia. Per lei la diagnosi è stata in un certo senso, una liberazione, la spiegazione razionale alle difficoltà incontrate negli affanni della vita dettati dal disturbo chiamato DCD. Da bambina racconta di aver sperimentato episodi di bullismo a scuola oltre che difficoltà nell’apprendimento.

Decide allora, ormai adulta, di chiedere una nuova valutazione in cui si palesa la diagnosi di disprassia: ha la possibilità di ritrovare se stessa potendo comprendere appieno le sue difficoltà ma a ciò non corrisponde un adeguato sostegno ambientale. La certificazione della diagnosi in ambito pubblico è stata difficoltosa, racconta Virginia, diagnosticata come disgrafica ai fini della carriera accademica dove non ha potuto però usufruire di sostegni adeguati.

Nelle ore di laboratorio i tecnici e i docenti la dispensarono da varie funzioni, con conseguente scoraggiamento personale. Le tutele approssimative vissute preoccupano ancora oggi Virginia, soprattutto immaginando il futuro mondo del lavoro, caratterizzato da crescente competitività.

Nonostante tutto ciò giunge alla laurea in biologia e a quasi 25 anni si è iscritta alla magistrale della Sapienza, con l’aiuto della docente Michaela Liuccio (Presidente del corso di Laurea magistrale in Comunicazione scientifica biomedica) e Michele Borrelli ha iniziato un progetto di divulgazione informativa sulla disprassia per creare nel futuro una comunità di disprassici informata e consapevole dei propri diritti.

PER APPROFONDIRE:

Disprassiaqui, il sito web

Associazione Disprassia e Famiglie AD&F

Radio Radicale per i diritti dei bambini e gli adulti di domani Ddl 904-video

Sito Dyspraxia Foundation in UK

 

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Piano di sviluppo Rurale: seminari informativi gratuiti a cura di Acli Terra Latina

Tre incontri in provincia di Latina per presentare le opportunità del Piano di Sviluppo rurale. La Regione Lazio infatti ha stanziato altri 21 milioni per i giovani a valere sul PSR. Il bando è rivolto ai giovani agricoltori di età compresa tra i 18 e i 40 anni al momento della presentazione della domanda di sostegno, che si insediano per la prima volta in un’azienda agricola di adeguate dimensioni economiche, in possesso di una propria posizione fiscale e previdenziale e di adeguate qualifiche e competenze professionali. I giovani agricoltori possono insediarsi come titolari di un’impresa individuale o in una società agricola (di persone, capitali o cooperativa), di nuova costituzione. Il sostegno concesso dalla Regione Lazio per l’insediamento è di 70mila euro, corrisposto in due rate, di cui la prima rappresenta il 70% dell’aiuto complessivo. Il bando avrà validità due mesi dalla pubblicazione sul bollettino ufficiale.

Il calendario prevede tre appuntamenti:

21 gennaio: Aprilia – Via Parigi 6

24 gennaio: Itri – Museo del Brigantaggio

11 marzo: Latina – Via Bruxelles 59

Tutti gli appuntamenti sono alle ore 17.30.

Non solo primo insediamento, il piano di sviluppo rurale prevede una serie di bandi con varie scadenze. Ai seminari parteciperanno funzionari regionali, tecnici e responsabili delle Acli terra di Latina, gli agrotecnici Ing. Miriam Zerbinati (Presidente Regionale Acli Terra Lazio) e Dott. Marco Del Bene che forniranno le informazioni necessarie per accedere ai fondi. Ad Itri presenzierà il Presidente Acli Provinciali di Latina, Maurizio Scarsella. “Il Programma di Sviluppo Rurale, o PSR, è il principale strumento operativo di programmazione e finanziamento per gli interventi nel settore agricolo, forestale e rurale sul territorio regionale. Attraverso l’operato delle Regioni, infatti, il PSR permette a ogni Stato membro dell’Unione Europea di utilizzare le risorse economiche che l’Unione stessa mette a disposizione in ambito agricolo e rurale. Per il periodo 2014-2020 sono stati quindi stabiliti tre obiettivi strategici: il miglioramento della competitività dell’agricoltura; la gestione sostenibile delle risorse naturali e l’azione per il clima; uno sviluppo territoriale equilibrato per le zone rurali”, spiega Agostino Mastrogiacomo, Presidente provinciale Acli terra. “Una occasione da non perdere per tutti coloro che abbiano a cura la nostra economia rurale e soprattutto un momento cardine per incentivare il ricambio generazionale nella gestione delle imprese agricole attraverso l’accesso al capitale fondiario da parte di giovani”.

Fonte: ufficio stampa Acliterra

Sito web e approfondimenti: http://www.acliterra.it

 

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Assemblea provinciale Acli Colf a Latina: lavoro e integrazione.

Comunicato da Stampa a cura delle Acli provinciali di Latina.
Oggi 9 novembre 2018 a Latina è stata svolta la III Assemblea provinciale di ACLI COLF, l’organizzazione delle lavoratrici e lavoratori domestici e delle famiglie datrici di lavoro acliste.
Assistenti familiari, giardinieri, colf e famiglie che assumono i collaboratori domestici si sono confrontate sui temi relativi ai rapporti di lavoro: sicurezza, contratto collettivo, formazione, pensioni e previdenza sociale.
L’Assemblea è stata presieduta da Federica Orelli e dal Presidente regionale ACLI TERRA Miriam Zerbinati.
Il primo saluto all’Assemblea provinciale è stato portato da Franco Assaiante, Vice Segretario provinciale della Federazione Anziani e Pensionati ACLI.
Il Vice Segretario Assaiante ha rappresentato tutte le opzioni riguardanti la possibilità di andare in pensione e tutti i rapporti con l’Inps e il Patronato ACLI.
Agostino Mastrogiacomo, Presidente provinciale ACLI TERRA, ha coinvolto i presenti sul tema della regolarità delle lavoratrici e dei lavoratori, anche nelle imprese agricole e su tutte le soluzioni.
L’integrazione sociale tra lavoratori di diverse nazionalità è stato affrontato come elemento di crescita nella collaborazione professionale.
Ha raccontato l’esperienza della delegazione delle ACLI Provinciali di Latina a Sabir il Festival delle culture del Mediterraneo, svolto ad ottobre a Palermo.
Mastrogiacomo, inoltre, ha anticipato che per i soci delle ACLI, da gennaio sarà in campo un corso gratuito sull’alimentazione e cucina domestica.
Sulla disabilità è intervenuta la direttrice di Special Olympics Maria Rosa Testa.
Il valore della mediazione sociale dei corpi intermedi e le funzionalità di una struttura come ACLI COLF che tutela e rappresenta, sia le lavoratrici che i datori di lavoro, sono state esposte dal Portavoce provinciale del Forum del Terzo Settore Nicola Tavoletta.
Fonte: Acli provinciali Latina
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Incontri alla Sapienza al Dipartimento di Economia: Lezioni in ricordo di Federico Caffè.

Si terranno il 10 e 11 Dicembre 2018 alle ore 16,00 presso il Dipartimento di Economia e Diritto dell’Università La Sapienza di Roma, nell’ Aula V della Facoltà di Economia, le lezioni organizzate con il concorso della Banca d’Italia in memoria dell’economista italiano Federico Caffè.

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In tale occasione il professore di Politica economica dell’Università della California, Berkley, Barry Echengreen terrà due lezioni sul tema:

Economic Populism: Two Continent, Two Centuries.

 

Il servizio di traduzione simultanea è previsto per entrambe le lezioni in lingua americana.

 

Per informazioni è possibile contattare il professor Mario Tiberi

T (+39) 06 4976. 6360  e-mail: mario.tiberi@uniroma1.it

 

Segreteria Organizzativa:

Marco Pellegrini
T (+39) 06 4976.6334 e.mail: marco.pellegrini@uniroma1.it

 

L’Aula V della Facoltà di Economia si trova in via del Castro Laurenziano, 9 a Roma presso l’Università Sapienza.

 

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PESCA, REGIONE LAZIO E ARSIAL LANCIANO L’APPLICAZIONE APPESCALAZIO

 

La Regione Lazio, in collaborazione con Arsial, ha creato un’applicazione gratuita, scaricabile per Android e IOS, che coinvolgerà i pescatori ricreativi e sportivi nella mappatura dello stato della fauna ittica e il monitoraggio dei prelievi di pesca.

AppescaLazio è un progetto di Citizen Science, attraverso il quale i pescatori potranno anche conoscere e approfondire, grazie alle schede informative contenute nell’app, le caratteristiche e le peculiarità dei pesci di acque interne presenti nella regione

I dati inviati attraverso l’applicazione, saranno raccolti e validati da esperti di settore e resi disponibili sul sito di Arsial, contribuendo a una migliore gestione della pesca.

Il progetto sarà presentato alle associazioni di pesca sportiva e ricreativa dall’Assessore Agricoltura, Promozione della Filiera e Cultura del Cibo, Ambiente e Risorse Naturali della Regione Lazio, Enrica Onorati, in collaborazione con l’Osservatorio faunistico regionale di Arsial.

Lo comunica in una nota l’Assessorato Agricoltura, Promozione della Filiera e Cultura del Cibo, Ambiente e Risorse Naturali della Regione Lazio.

Comunicato Stampa a cura della Regione Lazio.

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MIPAAFT: Acli Terra incontra i sottosegretari Manzato e Pesce.

Roma, 26 ottobre 2018. Si sono tenuti martedì 22 ottobre, presso il Ministero delle Politiche Agricole,Alimentari, Forestali e del Turismo, due importanti momenti di confronto tra la Presidenza nazionale di AcliTerra e i Sottosegretari di stato, Alessandra Pesce e Franco Manzato.

Erano presenti, in rappresentanza dell’Associazione professionale agricola delle Acli, Antonino Ziglio, Presidente nazionale, Gianluca Mastrovito, Vice Presidente Vicario, e la dottoressa Cinzia Chieppa, della Segreteria organizzativa.

Il Presidente Ziglio ha incontrato prima il Sottosegretario Pesce e poi il Sottosegretario Manzato e ha avuto la possibilità di presentare l’Associazione Acli Terra consegnando loro il Piano di Attività redatto dalla Presidenza per il prossimo biennio.

Il documento, nello specifico, contiene gli obiettivi programmatici di AcliTerra dedicati, in particolare, ai temi dell’agricoltura sociale, dell’agricoltura biologica, e all’inserimento di giovani in agricoltura, sottolineando l’importanza delle nuove tecnologie del comparto agroalimentare.

«Vogliamo impiegare le nostre competenze e le nostre energie al servizio dello sviluppo economico, sociale e tecnologico del settore agroalimentare – ha dichiarato Ziglio a termine dell’incontro.

– Acli Terra, infatti, ha recentemente firmato un importante protocollo d’intesa con il Dipartimento di Biologia dell’Università degli
Studi di Roma “Tor Vergata” grazie al quale si è instaurata una collaborazione finalizzata alla valorizzazione delle attività di ricerca scientifica, con particolare attenzione all’uso delle nuove tecnologie da usare anche nei settori dell’agricoltura e dell’agroalimentare».

Un’altra questione delicata è stata affrontata durante il colloquio: quella delle problematiche legate al mercato del lavoro e, di conseguenza, alla riforma dei centri dell’impiego da attuarsi, secondo Acli Terra, in stretta sinergia con i centri di formazione professionale, come già avviene in alcune regioni virtuose d’Italia.

Entrambi i Sottosegretari hanno espresso la loro disponibilità politica ad accogliere i contributi e le proposte di Acli Terra, nell’ottica di una collaborazione fattiva e concreta per il comparto agricolo del nostro Paese.

 

Fonte: Ufficio stampa Acli Terra

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In Italia è tempo di bilanci: il parere del prof. Mario Tiberi, esperto di politica economica.

Una breve intervista per approfondire il rapporto complesso tra politica ed economia, nello scenario attuale in cui il nuovo governo è alle prese con le posizioni tradizionali di austerity, confermate dalla Commissione europea riguardo il Def italiano, (documento di economia e finanza).

Il Def è uno strumento di programmazione economica fondamentale per qualsiasi governo, dai dati in esso contenuti è possibile intendere quale politica economica un paese intende perseguire e quali obbiettivi si pone in tal senso; sono inoltre comprese le stime di spesa riguardo le finanze pubbliche e l’economia di una nazione e quali riforme il governo del momento andrà ad attuare.

Tra il gioco dei rimpalli tra Roma e Bruxelles, la legge di bilancio italiana ha ricevuto una prima “bocciatura” da parte della Commissione Europea, proprio perché il deficit al 2,4% non pare sia adeguato agli accordi precedenti con l’Unione Europea;  nel 2013 sono state decise regole generali per le politiche di bilancio europee in relazione alla crisi del debito di Grecia, Irlanda e Portogallo.

Per la Commissione Europea dunque reddito di cittadinanza e pensioni, sembrano essere i provvedimenti in maggior misura sgraditi, in quanto potrebbero incrementare il deficit, andando contro le intenzioni italiane di riduzione del debito pubblico.

Professor Tiberi, cosa ne pensa della situazione che si è venuta a creare sulle politiche attuali del governo e dell’Unione Europea?

 

“Al di là dei toni e della scelta dei tempi discutibili è oggettivamente evidente che i nostri numeri contraddicono i nostri impegni sottoscritti e approvati anche dai governi e dal parlamento. A me quelle regole non piacciono ma sceglierei comportamenti diversi per cambiarle, a meno che non si voglia tirare la corda perché, in fondo in fondo, non si è abbandonata realmente l’ipotesi di uscita dall’euro.

Nel merito mi piace che l’accoppiata stabilità-crescita, sempre enunciata dai nostri governi (e quasi sempre dimenticando l’equità, tranne con Gentiloni) sia declinata stavolta con un impegno più forte a favore della crescita con l’ambizioso progetto di alzare l’aumento del Pil reale all’ 1,5% più alto rispetto alle previsioni fatte da tutti gli organismi nazionali e internazionali competenti esistenti, ed è molto difficile tentare di forzare l’espansione in un paese solo senza uno sforzo coordinato a livello europeo, sia per preparare un bel pacchetto di investimenti pubblici che mezzi di difesa, rispetto ad una speculazione che attaccasse direttamente l’euro e non i titoli pubblici italiani come sta già succedendo.”

Qual è il suo parere rispetto alle politiche espresse dalla legge di bilancio italiana?

 

“Gli investimenti in effetti non sono potenziati fortemente come proclamato, perché prevalgono nella manovra temi da spese correnti, a cominciare dal cosiddetto reddito di cittadinanza: si conta, con un ottimismo non convincente (pare), sull’ ulteriore miglioramento delle esportazioni, non troppo facile in questa fase di tentazioni diffuse di protezionismo, e dei consumi sollecitati dal reddito di cittadinanza.”

 

Quindi Lei crede che il reddito di cittadinanza non sia una buona misura economica?

 

“In effetti non si tratta di reddito di cittadinanza ma di un mix di misura assistenziale, come l’aggiustamento sacrosanto delle pensioni minime, con misure di welfare to work, molto pasticciate, indecorose (controllare le spese immorali o prevedere sei anni di reclusione per le truffe), subordinate alla funzionalità di centri per l’impiego di cui si conoscono, tranne alcune eccezioni;  le condizioni pietose.

Poi a parte l’insopportabile tono propagandistico: aboliamo la povertà, è perlomeno paradossale parlarne come lotta alla disuguaglianza quando si prevede intanto la “pace fiscale” e nessun provvedimento redistributivo come il ripristino, che so, dell’imu sulla prima casa, per fare veramente come Robin Hood; agendo sui sempre esaltati patrimoni privati italiani.”

 

Lo spread e i mercati sono temi correlati alle politiche economiche dei paesi europei, cosa suppone che accadrà in seguito a questi provvedimenti?

 

“I mercati rappresentano una grande incognita, che personalmente vorrei modificare radicalmente, ma ora ci sono e possono far male a prescindere da quanto dice l’Europa che però un po’ conta…

Un certo aumento dello spread può incidere sulla composizione della spesa per trasferimenti, a cominciare dal reddito di cittadinanza; inoltre provoca un pesante effetto ricchezza negativo, quindi sui consumi, così come sui tassi di interesse per famiglie e imprese, riducendo consumi durevoli e investimenti privati.

Non mi sento di avanzare previsioni sull’andamento dei mercati a breve termine; è impossibile ignorare gli effetti ed alcuni esponenti di governo sembrano esserne consapevoli.”

Tra incertezze dei mercati, previsioni, pareri a favore e contro la manovra economica, non rimane che aspettare cosa “diranno” i fatti in merito alla situazione economica italiana.

 

 

 

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Allarme degrado dalle Acli provinciali di Latina.

Comunicato Stampa
Le Acli provinciali di Latina segnalano, allarmate, la terzultima posizione in Italia di Latina nella classifica Ecosistema Scuola di Legambiente.
La classifica sullo stato del patrimonio della edilizia scolastica.
Latina è l’unico comune del centro Italia ad essere in coda ed è addirittura terzultimo, ottantunesimo su ottantatré città.
In questi ultimi anni abbiamo visto un degrado evidente con caldaie rotte, erba alta nei cortili o controsoffitti rotti. La scuola e i bambini sono la prospettiva futura di una comunità e quando vi è disattenzione, allora vi è un danno che pregiudica il futuro della stessa società.
L’educazione, l’istruzione e le attività sportive sono il corroborante per il benessere delle comunità: Latina è deficitaria proprio su questo tema.
Ci vorrebbe un salto di qualità anche oltre le risorse, magari con progetti condivisi con il terzo settore.
Le Acli provinciali di Latina, afferma il Presidente provinciale Maurizio Scarsella, da tempo fanno appello perché si apra una vera collaborazione tra pubblico e terzo settore, ma l’attenzione non vi è stata in alcuni comuni.
Ora siamo a commentare gli ennesimi dati negativi della nostra comunità, dopo quelli del Sole 24 Ore sulla qualità della vita a Latina, con una ulteriore retrocessione l’anno scorso.
Fonte: Ufficio Stampa Acli provinciali di Latina.
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Costruttori di Civiltà: una rubrica delle ACLI di Latina per i 100 anni dalla nascita della Confederazione italiana dei lavoratori.

Le Acli provinciali di Latina in queste settimane hanno aperto, nelle riunioni delle strutture interne, una riflessione sulla capacità del Terzo Settore nella promozione del lavoro e per la tutela delle lavoratrici e dei lavoratori, questo nella coincidenza di due eventi segnati nell’agenda aclista.

Il 2018 rappresenta l’anno dell’approvazione della riforma del Terzo Settore, che comunque ancora va completata con una ventina di decreti, ma rappresenta anche la ricorrenza dei cento anni della fondazione della CIL, la Confederazione Italiana dei Lavoratori.

La CIL, fondata nel 1918, era il primo sindacato d’ispirazione cristiana, che ha avuto tra i primi presidenti sia Giovanni Gronchi, poi Presidente della Repubblica Italiana, che Achille Grandi, successivamente fondatore e primo Presidente delle ACLI.

“Il lavoro interpretato nella sua dimensione sociale, come energia vitale della comunità, questa riflessione ispira le Acli provinciali di Latina a ribadire l’importanza dei corpi intermedi nel sistema democratico e socioeconomico” afferma il dirigente aclista Nicola Tavoletta, che è anche Portavoce provinciale del Forum del Terzo Settore.

“I corpi intermedi, continua Nicola Tavoletta, sono le organizzazioni che hanno la funzione della mediazione tra gli interessi privati e quelli pubblici, trasformandoli in interessi sociali, cioè il patrimonio del bene comune.

C’è una minore stabilità e garanzia del lavoro proprio perché è la funzione sociale ad aver perso centralità, questo quando si è resa fragile l’ autorevolezza dei corpi intermedi stessi, sia per attacchi esterni, che per periodi di autoreferenzialità.

La CIL nacque nel primo dopoguerra, le ACLI nel secondo dopoguerra, quando c’era bisogno di unire le forze per ripartire, costruendo una visione del lavoro e della comunità con i riferimenti della dottrina sociale cristiana.

Oggi c’è ancora più bisogno di quelle esperienze, perché in Italia pur non essendoci stato un evento bellico, è in corso una crisi socioeconomica strutturale, che ha creato disuguaglianze e sta delegittimando le istituzioni democratiche. Oggi c’è bisogno di più comunità, cementata dalla mediazione sociale dei partiti, dei sindacati e dalle organizzazioni di promozione sociale, e meno dell’individualismo promosso dalla rete. L’individualismo ha appunto portato alla solitudine del lavoratore, rendendolo vulnerabile facilmente”.

Su queste riflessione le ACLI Provinciali di Latina, afferma il Presidente Maurizio Scarsella, pubblicheranno una volta a settimana delle testimonianze per i più giovani, scritte dalle donne e dagli uomini che hanno fatto in provincia di Latina le battaglie per il lavoro e la giustizia sociale secondo la dottrina sociale cristiana.

I 10 testi, sotto la rubrica Costruttori di Civiltà, saranno pubblicati da due blog, www.laziosociale.com e www.infopuntoevirgola.it e dal sito www.aclilatina.it .

Il primo testo è affidato a Franco Assaiante, operaio in pensione e dirigente sindacale di Terracina che da cinquant’anni si batte per la giustizia sociale.

Un contributo di riflessioni che le ACLI Provinciali di Latina vogliono dare ad una rielaborazione della mediazione sociale nella nostra provincia, comunità resa fragile prima ancora nella sua classe dirigente che nel tessuto popolare.

Fonte: http://www.Laziosociale.it

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Miriam Zerbinati alla guida di Acli Terra nel Lazio.

Miriam Zerbinati Acliterra Latina 2018

 

Lunedì 08 ottobre 2018 a Roma, presso la sede regionale, il Comitato di Acli Terra regionale del Lazio ha eletto la nuova Presidenza; la seduta è stata presieduta dal Vice Presidente nazionale Gianluca Mastrovito, coadiuvato dalla Funzionaria nazionale Acli Terra Cinzia Chietta.

Alla guida dell’associazione degli agricoltori, allevatori e pescatori delle Acli è stata eletta Miriam Zerbinati, 31 anni, ingegnere civile ambientale di Latina, da anni progettista delle Acli provinciali di Latina; era stata eletta membro del comitato regionale nel congresso di dicembre 2017.

I Vice Presidenti indicati dal nuovo Presidente ed eletti sono Franco Perniconi, dirigente delle Acli di Viterbo, più volte amministratore comunale a Bomarzo e già vice presidente regionale nella precedente Presidenza guidata da Nicola Tavoletta ed Agostino Mastrogiacomo.

Quest’ultimo è il Presidente provinciale di Acli Terra Latina, chef internazionale in pensione ed ex assessore del capoluogo pontino. A comporre il Comitato il Presidente provinciale di Acli Terra Viterbo Alberto Negroni, Franco Assaiante, Augusto Lorenzini, Giovanni Gidari, Donato Romagnuolo e Luigi Salini, che saranno integrati dai due rappresentanti delle province di Roma e Frosinone.

Negli interventi è stato il Vice Presidente Mastrogiacomo a sottolineare l’impegno politico sulla necessità di investimento pubblico sulle infrastrutture, auspicando una soluzione per la strada Roma – Latina.

L’elezione del nuovo Presidente è stata celebrata dopo che il Presidente  Nicola Tavoletta ha rimesso il mandato e ha poi assunto incarichi istituzionali. Tavoletta ha guidato l’organizzazione come commissario dal 2014 e da Presidente dal 2017.

Miriam Zerbinati, nel suo primo intervento in qualità di Presidente di Acli Terra Lazio, afferma: “Innanzitutto voglio ringraziare tutti per la fiducia che mi è stata data per portare avanti, con la collaborazione di tutti, un progetto così importante come quello di valorizzare il nostro territorio regionale. Inoltre, perché questo avvenga, dobbiamo  lavorare in continuità programmatica, sostenendo i temi della formazione e della sicurezza professionale in ambito rurale e nelle marinerie. Un’attenzione particolare va data all’agricoltura sociale, ma anche alla innovazione tecnologica. – Infine, conclude Miriam Zerbinati – ricordiamo la partecipazione di Acli Terra al Premio Viandanti Sociali”.

Fonte: Ufficio Stampa Acli di Latina

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Giornata dello Stile di Vita: Go for Life!

Siet associazioneLa Società Italiana di Educazione Terapeutica (SIET) promuove la seconda
Giornata dello Stile di Vita, che si terrà a Roma, presso la Biblioteca Villino
Corsini Villa Pamphilj, sabato 13 ottobre 2018, con l’obiettivo di sensibilizzare
la popolazione e le istituzioni sull’importanza dell’adozione di corretti stili di vita.

“Non è sufficiente dare facili consigli o suggerire cosa fare o non fare, come spesso avviene durante una visita medica – ci ricorda il dott. Enrico Prosperi, Presidente della SIET –. L’Educazione Terapeutica considera il paziente prima di tutto una persona che va accompagnata e responsabilizzata. Il medico deve ascoltare il paziente e considerarlo non come colui che riceve passivamente le indicazioni sulla terapia, ma come persona con cui condividere il percorso di cura”.

Inoltre, il medico, sottolinea che:

“Aiutare le persone ad adottare un corretto stile di vita è un primo passo per prevenire la maggior parte delle malattie, favorire l’aderenza alle cure, diminuire la frequenza delle riacutizzazioni e migliorare la qualità della vita”.

 

Perché è importante lo stile di vita di una persona?

 

L’Organizzazione Mondiale della Sanità e le linee guida internazionali concordano
sul ruolo che lo Stile di Vita sano ha nella cura e prevenzione di molte malattie
croniche (diabete, obesità, cardiopatie, tumori, demenze, depressione, psoriasi,
ecc.).

Che cosa si intende per stile di vita?

 

Lo Stile di Vita è quell’insieme di comportamenti e attività che compongono la
nostra vita quotidiana.

Comprende l’alimentazione, l’attività motoria, le relazioni
interpersonali, la capacità di gestire le emozioni e lo stress, una buona qualità
del sonno, un buon utilizzo del tempo libero, un consumo limitato di alcol,
l’abolizione del fumo e una maggiore consapevolezza dei nostri valori.

L’adozione di corretti stili di vita e la centralità della persona fanno parte delle
politiche di cui è promotore il Ministero della Salute attraverso il Piano Nazionale della Cronicità 2016.

Cosa prevede il Piano nazionale Cronicità del Ministero della Salute?

 

Il Piano Nazionale Cronicità prevede la necessità di considerare il paziente prima
di tutto una persona, con bisogni, aspettative e desideri e propone l’Educazione
Terapeutica come “complesso di attività educative che si esplica attraverso la
trasmissione di conoscenze, l’addestramento a conseguire abilità e a
promuovere modifiche dei comportamenti”.

Che cosa è l’Educazione Terapeutica?

 

L’Educazione Terapeutica mira ad aiutare anche le persone e i familiari (caregiver) che si prendono cura del malato.
Favorisce l’adozione di un sano Stile di Vita e un aumento della consapevolezza,
migliorando la Qualità della Vita e il benessere psicofisico della persona.

Come si svolge la Giornata dello Stile di vita promossa dalla SIET?

 

La Giornata prevede nella mattinata una tavola rotonda che coinvolgerà
personale sanitario, pazienti, familiari e persone interessate, per approfondire il
rapporto tra Stile di Vita e salute, l’importanza della relazione medico-paziente
e il ruolo dell’Educazione Terapeutica.
Successivamente saranno presentate una serie di attività motorie, ricreative e
socializzanti, con l’obiettivo di favorire l’adozione di corretti Stili di Vita.

Chi ha patrocinato questa iniziativa?

 

Roma Capitale, Biblioteche di Roma, Ordine Provinciale di
Roma dei Medici-Chirurghi e degli Odontoiatri, Sapienza Università di Roma, Ente
Nazionale di Previdenza e Assistenza Medici (Enpam), Società Italiana per la Prevenzione Cardiovascolare (SIPREC), Società Italiana di Medicina Interna
(SIMI), Società per lo Studio dei Disturbi del Comportamento Alimentare
(SISDCA), Società Italiana di Psicologia Clinica Medica (SIPCM), Associazione
Medici Diabetologi (AMD) Lazio, Piazza della Salute, Ministero della Salute.

 

patrocini

Qual è il programma della Giornata dello Stile di Vita e chi parteciperà?

10.00: Registrazione dei partecipanti

10.15: Saluto delle Autorità

Erika Guerri (Sostituto Procuratore Generale della Corte dei conti)

10.30: Tavola rotonda: Stile di Vita e salute: il ruolo del paziente e del medico

Prof.Lorenzo Maria Donini (Prof.Ordinario Scienza Alimentazione
Università Sapienza)

Dott. Roberto Poscia (Direttore Unità Ricerca Clinica, Policlinico
Umberto I)

Dott. Enrico Prosperi (Medico Chirurgo, Psicologo Clinico, Presidente
SIET)

Prof. Vincenzo Stanghellini (Prof.Ordinario Medicina Interna
Università Bologna)

Dott.ssa Marina Trento (Pedagogista, Università di Torino)

12.45- 13.30 Visita guidata CASINO DEL BEL RESPIRO, villa Pamphilj. (A.
Rodhio)

Nel pomeriggio ci saranno laboratori artistici e incontri con i professionisti.

Per facilitare lo svolgimento della Giornata è necessario comunicare la propria adesione compilando il modulo presente sul sito www.giornatadellostiledivita.it

 

Per info e contatti:

SIET (Società Italiana di Educazione Terapeutica)

Via Merulana, 19 int.1 00185 Roma

Tel. 3285858442 – 3475465091

e-mail: giornatadellostiledivita@gmail.com

www.educazioneterapeutica.com

Fb: @giornatadellostiledivita

Fb: @educazioneterapeutica

Instagram: educazioneterapeutica

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Custodire il Creato: riflessioni tra Chiesa e Istituzioni per generare nuovi percorsi nel lavoro.

Domenica 30 settembre è stata una giornata importantissima nel Lazio per il Lavoro.

 

A Santi Cosma e Damiano, presso la Mancoop, si sono riunite le maestranze dell’azienda e tanti cittadini per celebrare la giornata indetta dalla Conferenza Episcopale Italiana per cura del creato, promuovendo una intensa riflessione sulla costruzione di cammini virtuosi per generare il lavoro.

L’iniziativa è stata organizzata dalla Commissione regionale per la pastorale sociale e del lavoro, guidata dal direttore Claudio Gessi, che ha coordinato i lavori.

Il luogo ospitante aveva una importanza simbolica forte, perché rappresenta la storia di 150 lavoratrici e lavoratori che stanno rigenerando un opificio abbandonato da una multinazionale, nella quale lavoravano. Hanno rinunciato alla cassa integrazione in deroga pur di sviluppare un nuovo progetto professionale collettivo.

Il dialogo tra Chiesa e Istituzioni.

In questo luogo e con questi operai la Chiesa e le Istituzioni si sono incontrate per rilanciare il progetto della nuovo Mancoop, dando riferimenti a nuove forme di lavoro auto-organizzato.

La Regione Lazio per i diritti dei lavoratori.

La prima relazione è stata dell’Assessore regionale al Lavoro Claudio Di Bernardino, che ha espresso le linee politiche della Regione Lazio sul lavoro, dopo una analisi sulla fase storica, e ha rilanciato sulle azioni amministrative contro il lavoro senza diritti e per un lavoro di qualità.

Il Presidente della commissione consiliare per le politiche del lavoro Marta Eleonora ha sottolineato la sua vicinanza alla storia del progetto Mancop, rinnovando l’attenzione.

Il gesto simbolico di Don Simone Di Vito.

Don Simone Di Vito ha donato un crocifisso di ferro come espressione della traversata del deserto compiuta da quei lavoratori.

Il Forum provinciale del Terzo Settore: una rete per il lavoro e l’economia, l’ esigenza di progettualità sociale nei territori.

Nicola Tavoletta, portavoce provinciale del Forum del Terzo Settore, ha prima lanciato un’ alleanza sulla progettazione sociale alla Mancoop per una rete territoriale virtuosa, ha poi continuato parlando del ruolo del Terzo Settore nel lavoro e nell’economia. Ha espresso il concetto di anticipare le fattispecie giuridiche nei luoghi delle periferie e delle frontiere sociali.

Il Progetto Policoro della CEI.

L’animatore del Progetto Policoro Salvatore Fega ha riportato le funzioni di questo progetto della CEI che accompagna con la formazione e l’informazione l’iniziativa professionale dei giovani.

Claudio Gessi ha sintetizzato i lavori riprendendo i vari discorsi dopo un saluto del Segretario provinciale della CGIL Quirino Briganti e del Vice Sindaco di Castelforte Graziella Antonietta Russo.

La Diocesi di Gaeta.

I lavori sono stati seguiti dal Vescovo della Diocesi di Gaeta, Mons. Luigi Vari, che ha cuore tale esperienza sociale e ha celebrato una messa con tutti i partecipanti.

A cura di: Ufficio Stampa Acli di Latina