Pubblicato in: Comunicazione e Società

Aprilia: la sicurezza sociale e la legalità sono un diritto di tutti, non un privilegio per pochi.

Lo sfogo di una cittadina di Aprilia al blog Punto e Virgola, dopo il tragico avvenimento della morte dell’immigrato Zaitouni Hady, 43enne originario del Marocco; gli inquirenti ipotizzano si sia trattato di omicidio preterintenzionale compiuto da due italiani.

Informare e condividere sono azioni importanti, sopratutto quando, nella vita della comunità di una cittadina, magari nelle zone più periferiche, si avverte la sensazione di non poter sentirsi al sicuro nel luogo che dovrebbe esserlo per antonomasia: la propria casa.

Le polemiche intorno i fatti di via di Guardapasso e le motivazioni dell’ inseguimento dei due italiani nei confronti del marocchino con precedenti penali hanno alimentato la ricerca di notizie e anche le strumentalizzazioni a volte da parte dei media e dei mezzi di comunicazione.

La vicenda è tutt’ora sotto indagine dunque non è possibile al momento sapere con certezza cosa sia realmente avvenuto e quali siano state le reali motivazioni.

Il clima di insicurezza ed esasperazione nella periferia Apriliana.

Il blog Punto e Virgola ha deciso di indagare e dar voce all’opinione spontanea di due cittadine in merito alla sicurezza sociale e alle loro esperienze.

Una di loro abita proprio in via di Guardapasso, e la sua descrizione aiuta a comprendere quale sia la situazione del quartiere proprio da chi, in quel posto, ci abita quotidianamente.

Cittadini giustizieri fai da te: l’ipotesi.

La piccola comunità periferica è stata oggetto di attenzione mediatica tanto da far nascere il dubbio che possano esistere “ronde” notturne di cittadini per ripristinare la legalità. Tale supposizione è stata smentita dal sindaco Antonio Terra, intervistato ieri da alcuni quotidiani nazionali.

Ricordiamo infatti che la variegata città di Aprilia di compone anche di cittadini che vivono perfettamente integrati con comunità indiane, arabe e di altre etnie.

Quale legalità in via di Guardapasso?

ladro furto con scasso
I furti nelle case avvengono frequentemente in via di Guardapasso ad Aprilia.

La cittadina di Aprilia sottolinea che: “Via di Guardapasso è da sempre terra di conquista per ladri. A me hanno rubato già tre volte. L’ultima volta proprio una settimana fa. I miei vicini? Idem…

La prima volta hanno fatto danni alla casa e portato via tutto…ricordi, regali di laurea…

Non c’è più niente adesso, non so cosa cerchino! La sensazione è sempre svilente e il trauma non passa. Riguardo il tragico evento accaduto ieri, ho letto che il marocchino era già conosciuto dai carabinieri per altri furti e in macchina aveva attrezzi da scasso.

Non ce la facciamo più. Già la crisi ci ha dato mille incertezze economiche, se ci tolgono pure quel poco per vivere, la libertà di uscire di casa…

La seconda volta, i ladri, sono entrati con noi in casa. Abbiamo diritto di essere tempestivamente protetti! E qui il razzismo non c’entra niente! La gente è stanca di subire senza interventi validi che ci proteggano nelle nostre case!

Non si può neanche fare che chi vuole delinqua. Allora entrino in regola e lavorino.”

La legalità come valore.

Quello che emerge da questo racconto è proprio l’accorato appello che invoca alla sicurezza sociale. La ricerca della legalità come valore è un elemento essenziale per una comunità che voglia vivere secondo i dettami di una società che voglia almeno definirsi civile.

Un’altra cittadina, in merito alla criminalità esistente, ribadisce che: “Noi facciamo denuncia ma spesso quest’ultima rimane disattesa. Addirittura pratiche penali e denunce che devono essere protocollate e inviate al Tribunale di Latina, rimangono senza seguito e al protocollo del Tribunale non arrivano mai“.

Sicurezza e legalità, a chi rivolgersi?

Nella città di Aprilia esiste un Osservatorio permanente sulla Sicurezza e la Legalità, istituito dal Consiglio comunale con delibera n.51/2015. Dalle ricerche effettuate sul web risulta che l’ultima riunione sia stata svolta il 25 Ottobre 2017. All’ordine del giorno si trova scritto “Aprilia, radicalismo islamico alla luce degli ultimi fatti di cronaca”.

Terrorismo ad Aprilia?

I fatti di cronaca internazionali, risalenti a qualche anno fa, riportano la presenza ad Aprilia di Anis Amri il tunisino autore dell’uccisione di due ragazze alla stazione ferroviaria di Saint-Charles a Marsiglia nel 2017 e di Anis Amri, terrorista di Tunisi e colpevole della strage di Berlino nel 2016. Entrambi avevano vissuto ad Aprilia, nella zona di Campoverde, nelle campagne sperdute tra i casolari, coincidenze che hanno fatto scattare, nel 2017, le indagini dell’antiterrorismo nostrano.

Perchè nasce l’Osservatorio della sicurezza e della legalità ad Aprilia?

Tra gli obbiettivi fondanti della Consulta si legge: “L’Osservatorio infatti è stato istituito con l’obiettivo di rappresentare un centro cittadino di studio, ricerca, documentazione e soprattutto di iniziativa sociale a sostegno della legalità.

Inoltre il primo cittadino aggiunge che tale consulta: “è volta a promuovere iniziative mirate a diffondere la cultura della legalità favorendo la crescita del senso di consapevolezza collettiva intorno a principi e questioni di natura etica e giuridica, favorendo l’attivazione di una rete virtuosa tra enti locali, forze di Polizia nazionali e locali, istituti scolastici, associazioni, organizzazioni sindacali, esponenti della Curia, soggetti attivi sul territorio”.

Il necessario bisogno della legalità.

Proprio per questo riteniamo che il filo rosso che lega le storie di microcriminalità e le narrazioni intorno al terrorismo sia proprio la legalità, assente in diverse dimensioni e sfumature, una mancanza sicuramente alimentata da motivi e ideologie (quando presenti) di diversa intensità ma pur sempre intrinsecamente connessa con la deviazione dalla norma, dalle regole di umana convivenza e dall’evidente disprezzo delle regole.

L’appello dei cittadini e delle associazioni di Aprilia per la legalità.

Segnale di avviso

Le associazioni del territorio attive, tra cui FareteOnlus e Dialogo della Dott.ssa Emilia Ciorra  sono vicine alle legittime  preoccupazioni dei cittadini e si stanno muovendo affinchè sia attivata la funzione dell’Osservatorio della legalità e della Sicurezza di Aprilia.

Non solo i fatti di cronaca internazionale devono smuovere l’operato del Comune ma la ricerca della legalità deve essere un percorso che attivi soluzioni per la vita quotidiana dei cittadini, a partire dai furti subiti in casa e dal necessario diritto alla sicurezza nei quartieri.

Gli episodi di violenza emersi recentemente ad Aprilia non possono che sottolineare il clima di tensione e l’esasperazione di una parte di cittadini che non può essere abbandonata a sè stessa e lasciata senza una risposta.

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PER SAPERNE DI PIU’:

Leggi anche il mio articolo: Daisy Osakue e il presunto ladro di Aprilia: aggressioni a sfondo razzista?”

 

 

 

 

 

 

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Daisy Osakue e il “presunto ladro di Aprilia”: aggressioni a sfondo razzista?

Le ultime notizie di cronaca, spesso amplificate dai media tradizionali, riportano con una pericolosa frequenza gli episodi di aggressione e di violenza a danno di persone di colore.  Di seguito due esempi avvenuti di recente a Moncalieri in Piemonte e ad Aprilia in provincia di Latina.

Daisy Osakue
L’atleta Daisy Osakue, discobola italiana

Chi è Daisy Osakue.

L’atleta Daisy Osakue, classe 1996, vive a Moncalieri in provincia di Torino. E’ primatista italiana di lancio del disco under 23. Di origini nigeriane, gareggia con la maglia azzurra e si appresta a partecipare alle competizioni europee di Berlino della sua specialità sportiva.

Chi è il presunto ladro di Aprilia?

Un uomo marocchino  Zaitouni Hady di circa 41 anni, immigrato, con precedenti penali. La notte scorsa si trovava  a bordo di una Renault Megane nei pressi delle abitazioni in via di Guardapasso, un quartiere periferico di Aprilia.

carabinieri

Cosa hanno in comune Daisy Osakue e l’immigrato di Aprilia Zaitouni Hady?

Entrambi sono stati vittime di aggressioni. La prima ha subito un danno all’occhio sinistro: colpita di notte, mentre rientrava a casa, da un uovo lanciato da sconosciuti alla guida di una Fiat Doblò a Moncalieri. L’atleta  ha subito un’abrasione, che, si spera non pregiudicherà la partecipazione ai prossimi europei di atletica. Gli aggressori si sono dileguati e non è stato possibile identificarli.

La ragazza sottolinea che: “Per fortuna è soltanto una abrasione. Qualche giorno di riposo, qualche goccia e dovrei star bene – Il gesto non è stato accompagnato da insulti a sfondo razzista ma volevano colpire una ragazza di colore, è razzismo. Un atto di codardia”. Aggiunge poi: “Credo che non cercassero me, ma più in generale una ragazza di colore. In quella zona ci sono molte prostitute di origine africana, probabilmente volevano colpire una di loro per fare una bravata”.

Al marocchino di Aprilia invece è toccata una sorte ben peggiore: la morte. Secondo le ricostruzioni dei maggiori quotidiani nazionali la scorsa notte l’uomo sarebbe stato inseguito da due italiani quarantenni. A motivare l’inseguimento la convinzione che il marocchino stesse per compiere un furto in una delle abitazioni della periferia apriliana.

Come è morto il presunto ladro di Aprilia?

I due avrebbero inseguito il quarantunenne fino alla strada nettunense, all’altezza della stazione di Campo di Carne, dove quest’ultimo, finito fuori strada con l’auto sarebbe stato “finito” e “giustiziato”.

Le ultime dichiarazioni dei due inseguitori

A loro carico adesso vi è una denuncia di omicidio preterintenzionale, il 43enne e il 46enne, incensurati, hanno affermato che:Non volevamo fare del male a nessuno, solo aiutare i carabinieri che abbiamo costantemente informati durante l’inseguimento.Abbiamo fatto una sciocchezza, siamo rovinati”.

Un omicido a sfondo razziale?

Secondo Il Giornale, gli inquirenti al momento hanno escluso il movente razziale e pare che siano state una serie di concause a generare l’omicidio. L’autopsia stabilirà le vere cause della morte dell’uomo, se avvenuta in seguito all’urto dell’automobile contro un muretto oppure dovuta alle percosse ricevute.

Pericolo di razzismo ad Aprilia?

La città apriliana non per questo può essere identificata come pericolosa o quantomeno “razzista”. Il giorno precedente si era svolta presso il Parco Falcone e Borsellino la tavola rotonda “Da Aprilia e dal Pontino un ponte per Riace: accogliere includere e integrare” a cura di Fareteonlus e con la partecipazione di numerose associazioni, all’interno del Primo festival dell’integrazione e della cultura araba. La manifestazione ha visto la partecipazione di numerose persone oltre a prevedere una simpatica gara culinaria a base di cous cous gestita dall’Associazione Al Mouhaer.

La città di Aprilia in festa la sera precedente all’omicidio.

Generalizzare e “fare di tutta un’erba un fascio” infatti non sarebbe corretto. Episodi di violenza, come quello di Moncalieri e quello di Aprilia, seppur accomunati dalla violenza perpetrata verso cittadini di colore non giustificano una lettura delle città come assediate dal razzismo.

Molti cittadini infatti  non sono intolleranti e si dimostrano aperti alle diversità culturali, cosi come purtroppo esistono delle eccezioni che spiccano nelle cronache nazionali. Bisogna comunque sottolineare che l’omicidio di Aprilia è ancora sotto indagine e già da ora vengono smentite ipotesi riconducibili al razzismo.

Ronde notturne di cittadini ad Aprilia per garantire la legalità? Parla il Primo cittadino Antonio Terra.

La ricerca della legalità infatti deve avvenire attraverso i canali previsti dalla legge, denunciando e affidandosi alle forze dell’ordine, il sindaco Antonio Terra afferma che: “Non ci sono ronde sul territorio. Aprilia non è il Far West”   inoltre il primo cittadino aggiunge dalle pagine del Il Messaggero: “«La giustizia privata, il far west non porta da nessuna parte – aggiunge- qui ad Aprilia abbiamo circa 10000 cittadini tra comunitari ed extracomunitari. In gran parte sono rumeni, la comunità nordafricana è invece piccola. Gli indiani sono invece circa 1800. Molti lavorano nelle campagne. Ad Aprilia c’è un buon livello di integrazione, i bambini frequentano le scuole e solo l’altro giorno avevamo organizzato nel parco principale della città il Festival del cous cous».

Gli avvenimenti lasciano pensare comunque che sia presente un alto livello di esasperazione per alcuni cittadini sopratutto in tema di legalità.

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