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La politica della vita del Forum 015: al centro la Persona.

I vertici delle Associazioni economiche aderenti al “Forum 015” della provincia di Latina, Coldiretti, Confartigianato, Confcooperative ACLI e Compagnia delle Opere (CdO Roma e Lazio), hanno analizzato la situazione economica e sociale del territorio e, accogliendo l’invito del Santo Padre Francesco a “non rimanere alla finestra”, ribadiscono che “non si può più affermare che la religione deve limitarsi all’ambito privato…la conversione cristiana esige di riconsiderare specialmente tutto ciò che concerne l’ordine sociale ed il conseguimento del bene comune…”.

Si richiama alla necessità di una nuova politica responsabile che ponga al suo centro “la Persona”.

Per il Forum 015 si apre la stagione della sintesi tra efficacia e legalità. Negli ultimi anni la legalità e la trasparenza sono state usate come bandiere di una politica emergente, purtroppo mortificando l’efficacia della pubblica amministrazione. La lotta all’appesantimento burocratico si è trasformata in una inefficienza delle funzioni. La sintesi, per il Forum 015, consiste nella adeguata interpretazione delle regole amministrative per scrollarsi dall’immobilismo legalitarista, andando incontro alla comunità.

Le Associazioni del “Forum 015”, raccolgono il mandato di SE il Vescovo Mons. Mariano Crociata, “consegnato” nell’ambito del seminario del 3 luglio scorso con i quadri dirigenti dell’Associazionismo economico del Forum 015, per una impegno finalizzato ad una “Nuova Politica”; una Politica intesa come “sforzo di acquisire una visione d’insieme e di agire dentro il tessuto sociale perché la comunità nella sua interezza trovi risposte alle proprie attese e realizzazione dei propri progetti. (…) E’ necessario trovare gli spazi e le forme per intervenire e agire, innanzitutto creando opinione e costruendo coesione sociale.

C’è bisogno soprattutto di una idea di città e di provincia, di sapere che territorio vogliamo essere e costruire…..Ci vuole cuore per volere il bene della propria città e della propria gente, altrimenti si diventa speculatori o sciacalli sulle spalle delle fasce più deboli della collettività……

Da qui il nostro rinnovato impegno per uno sviluppo economico del territorio pontino guardando alle tante imprese familiari, alla Famiglia come soggetto economico e politico, al valore della sussidiarietà vissuta nel quotidiano, ad una economia “del fare” e di uno sviluppo sostenibile del territorio, partendo dalla città capoluogo, la nostra Latina.

Ci si richiama ad un rapporto maggiormente equo tra produttori e grande distribuzione; vedi il problema delle tante imprese agricole del nostro territorio.

Non una politica contro ma una politica propositiva ed impegnarsi “per una politica della vita contro una politica del potere”.

Coldiretti Latina

Confartigianato Imprese Latina

ACLI Latina

CdO Roma e Lazio

Confcooperative Latina-Frosinone

 

PER SAPERNE DI PIU’:

Il Forum 015 e la diocesi di Latina.

Solidarietà e sussidarietà: Acli e Terzo settore a Latina e provincia.

Lazio Sociale: volontariato e solidarietà.

 

 

La generazione che aveva conosciuto la guerra

è andata all’assalto della pace.

Non più cannoni.

Il Marketing.

Non più bandiere.

I logo.

 

Guido Sperandio

 

Ogni epoca ha i suoi cambiamenti, muta la Storia e con essa l’uomo.

La frase di Sperandio, ex copywriter, scrittore e pubblicitario italiano, mi ha colpito con una piacevole successiva sorpresa, oltre ad interessarmi con la citazione che ho qui trascritto.

Ho domandato con curiosità a google dove fosse il sito web dell’autore delle sceneggiature di “Topo Gigio” e di “Linus”  collaboratore con primari editori in Italia e in Usa… e ho scoperto il suo blog personale su wordpress!

 

citazione copywriter Guido Sperandio

Una magnifica sorpresa per bloggers, appassionati di seo e dell’universo del web.

 

Invece di un fantasmagorico sito con innumerevoli plugin-in e mirabolanti app ecco che mi appare alla vista un bellissimo blog con la dicitura wordpress.

Semplice, lineare e pieno di racconti interessanti.

Che dire, a me vedere ciò ha rincuorato… sopratutto aiuta a capire quanto sia importante il contenuto e la sua qualità, senza rincorrere affannosamente le metriche e i posizionamenti della Serp.

All’indirizzo https://guidosperandio1a.wordpress.com è possibile leggere “Le note del Gufo” frasi e riflessioni dal tono ironico, anche sul web, come questa, ad esempio:

 

“Socrate non scrisse mai una sola riga. Tutto quello che di lui sappiamo ci è stato tramandato dagli illustri testimoni del suo tempo. Chiunque pensi che Socrate sia il famoso autore di un famoso blog, ha tutte le buone ragioni per esserne deluso.”

 

Non mancano poi le considerazioni sulla “vecchia pubblicità” e sulle abitudini “insane” che l’eccesso di tecnologia ha portato con sè.

A farne le spese, il corteggiamento tra uomo e donna, come spiega nella pagina Sperandio:

L'uomo che ama le donne locandina

In breve una volta gli uomini si giravano per strada a vedere le donne, osservandone le gambe, la camminata …e la bellezza.

Sempre secondo l’autore, oggi sarebbe impossibile, la situazione è drammaticamente mutata:

 

“Oggigiorno una donna, fosse Miss Universo, potrebbe circolare tranquillamente nuda che chi ha più occhi per vederla?”

 

corsia stradale smartphone
Prima corsia al mondo per smartphone in Cina.

Fonte immagine: www.huffingtonpost.it

E tu cosa ne pensi di questi cambiamenti e della tecnologia? E’ davvero così oggi? Sei d’accordo? Lascia un Commento! FATTI SENTIRE!

 

PER SAPERNE DI PIU’:

Blog di Guido Sperandio, un ex-copywriter italiano

Copywriters tra vecchie e nuove generazioni.

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Perché aprire un sito web nel Terzo Settore.

Comunicare la missione associativa sul web in breve

Oggi le associazioni no-profit non possono fare a meno di avere un sito web che comunichi la missione che si propongono di realizzare.

Terzo Settore e Internet possono andare molto d’accordo: la tua onlus o la tua associazione di promozione sociale ha bisogno di farsi conoscere, raccontare cosa fa, cosa sta facendo e cosa farà.

Ma non solo. Deve raccontare di sè e coinvolgere i sostenitori e i volontari. Le potenzialità del web si amplificano nel Digital fundraising ( ti faccio notare, ma sono certa che tu già lo sappia, che su Facebook è presente il tasto “Sostieni una no-profit” per avviare una campagna di raccolta fondi).

Vediamo, passo dopo passo, come aprire un sito internet per la tua associazione no-profit.

Non esiste una magia come quella delle parole

Non è necessario essere dei programmatori informatici per aprire un sito web.

Puoi ottenere dei buoni risultati scegliendo una piattaforma CMS (Content Manager System) come ad esempio wordpress o joomla se il budget non copre i costi necessari.

Formarsi in questo ambito è fondamentale, affinchè i tuoi post non siano scritti invano!

Prima di pubblicare ascolta il tuo pubblico.

I contenuti del tuo sito web non possono piacere soltanto a te. Sarebbe un mero esercizio di stile a sfondo narcisistico, non trovi? Gli articoli vanno progettati sulle esigenze dei tuoi lettori. Conoscere a fondo il target della tua organizzazione è il primo passo imprescindibile per iniziare a progettare i tuoi futuri contenuti on-line.

Poco è meglio di troppo.

Il tuo sito web potrebbe avere dei contenuti fantastici, ma se non li organizzi con chiarezza e semplicità l’utente potrebbe facilmente andare in confusione!

I siti web con un’eccesso di elaborazioni rischiano di ottenere l’esatto contrario di ciò che si erano proposti: allontanare il visitatore!

Il tempo è prezioso e sia tu che il lettore potete sfruttarlo al meglio; se vuoi che lui/lei sia attirato dalle tue pagine web sappi che in internet la soglia di attenzione è molto bassa: non fallo perdere in mille pagine complesse!

Tre elementi di distinzione per il tuo sito web.

Per evitare l’effetto fuga dal tuo sito il marchio (o anche favicon) deve essere ben visibile nella prima pagina del sito. Sarebbe anche consigliabile che sia presente in ogni pagina dei tuoi post on-line.

  • Riconoscibile:

il tuo marchio deve essere unico e riportare alla mente del lettore la tua associazione! Assolutamente distinguibile da quello di altre onlus e anche originale. L’ideale sarebbe che lo creassi tu stesso, con alcuni strumenti on-line e gratuiti è possibili creare fantastici loghi. Puoi dare un’occhiata a Canva.com

  • Visibile:

la prima pagina del sito, la prima cui approda il lettore è il tuo biglietto da visita, lascia il segno con il tuo simbolo; le immagini possono fare più di mille parole. Pochi click per raggiungere le informazioni principali.

  • Mobile friendly:

il tuo sito deve essere ottimizzato per la versione su smartphone. Quante persone vedi al giorno che guardano il loro cellulare? Ecco, questo può bastare a farti un’idea di quanto possa essere un valido veicolo di diffusione di informazione.

Il valore di un'idea sta nel metterla in pratica

Come strutturare il contenuto del sito web per un’associazione no-profit.

I tre punti fondamentali della tua associazione saranno inseriti nella home page, sarà la prima impressione che ne ricaverà il tuo lettore dunque va progettata con cura e dedizione.

Semplicemente stai raccontando chi sei, cosa fa la tua organizzazione e perchè lo fa: la tua mission.

Evidenzia i tuoi successi.

Racconta la storia dell’associazione attraverso i suoi eventi e le sue iniziative coinvolgendo il lettore, dando voce ai volontari e ai sostenitori attraverso una sezione che preveda un blog da aggiornare costantemente: comunica i tuoi risultati.

Call to action: cosa può fare il tuo pubblico per aiutarti? Non essere timido, chiedi!

Questa è la struttura che puoi seguire per il tuo sito web, mentre i contenuti dovranno essere non solo parole: immagini, video da incorporare da youtube (potresti creare un canale youtube della tua associazione ad esempio). Raccontare della tua associazione attraverso la persuasione e il coinvolgimento con lo storytelling appassionerà i tuoi lettori!

In linea di massima Google premia i contenuti lunghi (più di 2000 parole a post) ma quello che devi seguire principalmente è cosa piace ai tuoi lettori. Prova trovare un punto di equilibrio tra questi due fattori.

I social network per un pubblico fedele.

Dopo aver sperimentato le azioni che ti ho descritto in precedenza è giunto il momento di fidelizzare i tuoi sostenitori condividendo i tuoi link su Facebook, Linkedin e Twitter. I Like (Mi piace) possono aiutarti in questo.

Crea una pagina Facebook ufficiale della tua organizzazione con un’icona e un “motto” per attirare nuovi followers al tuo sito web!

Naturalmente questo è solo una piccola parte di quello che puoi fare per aprire un sito web per la tua associazione no-profit; ci sono tantissime altre azioni da poter fare…Tu quale utilizzi? O come pensi di fare? Lascia il tuo Commento.

Punto e Virgola l'informazione di tutti e per tutti

PER APPROFONDIRE:

Confucionet Ottimizzazione immagini per motore di ricerca

Nuovo e utile blog di Annamaria Testa

 

 

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10 Consigli pratici per scrivere sul blog

Punto e Virgola In breve

Per scrivere bene sul blog non è necessario conoscere i segreti dell’arte del bello scrivere, nè interrogarsi all’infinito su quel testo che avrei voluto scrivere, ma che non ho mai iniziato! Per iniziare i miei 10 consigli pratici (che potrai sperimentare tu stesso subito!) vanno benissimo. Prima di buttarsi nella scrittura è necessario progettare e analizzare una serie di elementi:

1. Cosa significa blogger?

Se vuoi scrivere per un blog, non puoi ignorare l’espressione blogger. Non è una domanda scontata visto che solo nel 2011 la quarta parola di cui più si è cercato il significato è proprio blog. Blogger è semplicemente colui o colei che decide di aprire un blog e di curarlo con dedizione, cura e passione. Costui, o costei, può essere definito un blogger! Ma anche se scrivi su blog altrui puoi essere annoverato tra la cerchia dei Blogger. Se poi vuoi una risposta più accademica ti cito subito cosa dice il dizionario Garzanti Linguistica sulla parola misteriosa: “chi ha un blog o chi scrive su blog altrui”. Inoltre segnala anche un sinonimo “Bloggista“. Chiaro no?

2. Hai argomenti di cui parlare?

Le pagine bianche del tuo blog stanno aspettando di essere riempite… Non farti prendere dalla fretta (succede a tutti, non preoccuparti) e sappi che:

  • E’ più facile trattare argomenti che conosci e con cui hai dimestichezza; non rischi di annoiarti e sopratutto di non coinvolgere i tuoi lettori.
  • Utilità è la parola chiave: scrivi per le persone, ricerca i loro interessi, cosa vogliono sapere, cosa può essere loro di aiuto.

Non si può non comunicare Paul Watzawlick

3. Trova gli argomenti più ricercati.

Per posizionare il tuo blog sul motore di ricerca google hai necessità di utilizzare alcuni strumenti Seo (Search Engine Optimization) che tengono conto del traffico web, per conoscere quali temi siano i più seguiti; te ne indico alcuni gratis:

  • Google Suggest: il suggeritore di ricerche correlate alla keyword
  • Answer the Public: ti aiuta a trovare le domande di ricerca
  • Ubersuggest: indica il volume di ricerca della keyword e suggerisce altre parole e idee correlate.

Comunicare è mettere in comune

4. Trova argomenti di attualità.

Scrivere di notizie o argomenti del momento è un buon modo per attirare persone al tuo blog. Verifica le fonti, che siano valide e autorevoli ( sarebbe un disastro scrivere un articolo per il tuo blog basato su una fake news, non trovi?) e citale nel caso in cui si tratti di un articolo di giornale, di una rivista o anche di un altro blog.

  • I social network come Twitter forniscono una classifica degli argomenti più “cinguettati” del momento: leggi le conversazioni per farti un’idea
  • Google Trend: ti permette di trovare le notizie di tendenza suddivise anche per aree geografiche oppure le query intorno ad un tema; inoltre mostra anche quanto siano durevoli nel tempo.

5. Trova argomenti settoriali.

Se invece vuoi scrivere su di un tema molto specifico, che interessa una nicchia limitata di persone, devi cercare di sapere cosa quest’ ultime dicono e pensano in proposito. Quindi prendi  carta e penna ed osserva, annota, appunta quello che vedi in una community. Ma partecipa innanzitutto, immergiti nella comunità per stimolare dibattiti e raccogliere impressioni. Ti sarà utilissimo per i tuoi articoli sul blog!

6. Tieni conto della soglia attenzione del lettore.

La scrittura on line è differente per alcuni tratti da quella su cartaceo.

  • Sii chiaro e conciso. Arriva all’essenziale. Difficile trattenere qualcuno sul tuo sito per continuare a leggere, se non trova quello che cerca, qualunque sia l’argomento scelto.
  • Tutto e subito: ebbene sì, funziona così per la lettura on line, poca pazienza, dunque inserisci le informazioni principali all’inizio e i dettagli alla fine.

Il Contenuto di un medium è sempre una latro medium Marshall McLuahn

7. La grammatica per scrivere correttamente: il tuo grande alleato.

Se leggi un testo con errori grammaticali che idea ti fai del suo autore?

  • Cura il tuo stile così come la forma, anche il contenuto più interessante e ben scritto può essere penalizzato da una scarsa cura della sintassi.
  • Rileggi più volte e assicurati che tutte le parole siano state digitate correttamente prima di pubblicare, insomma dai il via alla caccia al refuso!

8. Anche l’occhio vuole la sua parte.

Una famosa pubblicità di qualche anno fa recitava: l’immagine è tutto! Ebbene, stesso ragionamento per il blog! Oltre al valore e alla qualità del contenuto assicurati di curare per bene la grafica:

  • Infografiche, schemi, riassunti, sintesi e immagini sono ben accetti. Servono ad attrarre maggiormente il lettore nella sua ricerca di informazioni. Se lui è sul tuo blog sta cercando qualcosa… Aiutalo a trovarla!
  • Immagini originali e accattivanti, quasi fossero un testo a sè, le illustrazioni servono a far rimanere il lettore sulla tua pagina e anche a soddisfare un bisogno estetico-informativo.

9. No al copia e incolla!

Va bene leggere chi è più esperto di te, per prendere esempi, spunti e orientarti su un tema, ma non fare copia e incolla di articoli altrui! Che senso ha poi?

  • Non devi rincorrere il successo in termini numerici ma nella qualità di quello che scrivi, in quanto unico e personale!
  • Idem per le immagini, controlla se sono coperte da copyright prima di metterle sul tuo sito, anzi se ne crei di originali daranno ancora più valore al tuo articolo!

10. Diffondi il tuo articolo dal blog ai social network!

La maggiore diffusione la puoi ottenere attraverso i canali social Facebook, Twitter, Linkedin (Instagram per le immagini).

  • Quando condividi dal pulsante social del tuo blog assicurati sempre di aver scritto almeno qualche riga che inviti il lettore a cliccare sul link!
  • Stimola la discussione con domande, opinioni e curiosità scrivendo un post coinvolgente sul social che accompagni il tuo articolo sul blog.

L’articolo è finito, se sei arrivato fin qui vuol dire che ti ha interessato. Che ne dici di lasciare la tua opinione? Tu come scrivi i tuoi articoli da blogger?

Punto e Virgola l'informazione di tutti e per tutti

PER SAPERNE DI PIU’:

Definizione di Blogger dizionario Garzanti

Confucionet Consigli di saggezza su seo, social media, advertising. siti web, web marketing

Il mestiere di scrivere Luisa Carrada

Perchè è importante usare il blog nella comunicazione degli enti no profit

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Aprilia: la sicurezza sociale e la legalità sono un diritto di tutti, non un privilegio per pochi.

Lo sfogo di una cittadina di Aprilia al blog Punto e Virgola, dopo il tragico avvenimento della morte dell’immigrato Zaitouni Hady, 43enne originario del Marocco; gli inquirenti ipotizzano si sia trattato di omicidio preterintenzionale compiuto da due italiani.

Informare e condividere sono azioni importanti, sopratutto quando, nella vita della comunità di una cittadina, magari nelle zone più periferiche, si avverte la sensazione di non poter sentirsi al sicuro nel luogo che dovrebbe esserlo per antonomasia: la propria casa.

Le polemiche intorno i fatti di via di Guardapasso e le motivazioni dell’ inseguimento dei due italiani nei confronti del marocchino con precedenti penali hanno alimentato la ricerca di notizie e anche le strumentalizzazioni a volte da parte dei media e dei mezzi di comunicazione.

La vicenda è tutt’ora sotto indagine dunque non è possibile al momento sapere con certezza cosa sia realmente avvenuto e quali siano state le reali motivazioni.

Il clima di insicurezza ed esasperazione nella periferia Apriliana.

Il blog Punto e Virgola ha deciso di indagare e dar voce all’opinione spontanea di due cittadine in merito alla sicurezza sociale e alle loro esperienze.

Una di loro abita proprio in via di Guardapasso, e la sua descrizione aiuta a comprendere quale sia la situazione del quartiere proprio da chi, in quel posto, ci abita quotidianamente.

Cittadini giustizieri fai da te: l’ipotesi.

La piccola comunità periferica è stata oggetto di attenzione mediatica tanto da far nascere il dubbio che possano esistere “ronde” notturne di cittadini per ripristinare la legalità. Tale supposizione è stata smentita dal sindaco Antonio Terra, intervistato ieri da alcuni quotidiani nazionali.

Ricordiamo infatti che la variegata città di Aprilia di compone anche di cittadini che vivono perfettamente integrati con comunità indiane, arabe e di altre etnie.

Quale legalità in via di Guardapasso?

ladro furto con scasso
I furti nelle case avvengono frequentemente in via di Guardapasso ad Aprilia.

La cittadina di Aprilia sottolinea che: “Via di Guardapasso è da sempre terra di conquista per ladri. A me hanno rubato già tre volte. L’ultima volta proprio una settimana fa. I miei vicini? Idem…

La prima volta hanno fatto danni alla casa e portato via tutto…ricordi, regali di laurea…

Non c’è più niente adesso, non so cosa cerchino! La sensazione è sempre svilente e il trauma non passa. Riguardo il tragico evento accaduto ieri, ho letto che il marocchino era già conosciuto dai carabinieri per altri furti e in macchina aveva attrezzi da scasso.

Non ce la facciamo più. Già la crisi ci ha dato mille incertezze economiche, se ci tolgono pure quel poco per vivere, la libertà di uscire di casa…

La seconda volta, i ladri, sono entrati con noi in casa. Abbiamo diritto di essere tempestivamente protetti! E qui il razzismo non c’entra niente! La gente è stanca di subire senza interventi validi che ci proteggano nelle nostre case!

Non si può neanche fare che chi vuole delinqua. Allora entrino in regola e lavorino.”

La legalità come valore.

Quello che emerge da questo racconto è proprio l’accorato appello che invoca alla sicurezza sociale. La ricerca della legalità come valore è un elemento essenziale per una comunità che voglia vivere secondo i dettami di una società che voglia almeno definirsi civile.

Un’altra cittadina, in merito alla criminalità esistente, ribadisce che: “Noi facciamo denuncia ma spesso quest’ultima rimane disattesa. Addirittura pratiche penali e denunce che devono essere protocollate e inviate al Tribunale di Latina, rimangono senza seguito e al protocollo del Tribunale non arrivano mai“.

Sicurezza e legalità, a chi rivolgersi?

Nella città di Aprilia esiste un Osservatorio permanente sulla Sicurezza e la Legalità, istituito dal Consiglio comunale con delibera n.51/2015. Dalle ricerche effettuate sul web risulta che l’ultima riunione sia stata svolta il 25 Ottobre 2017. All’ordine del giorno si trova scritto “Aprilia, radicalismo islamico alla luce degli ultimi fatti di cronaca”.

Terrorismo ad Aprilia?

I fatti di cronaca internazionali, risalenti a qualche anno fa, riportano la presenza ad Aprilia di Anis Amri il tunisino autore dell’uccisione di due ragazze alla stazione ferroviaria di Saint-Charles a Marsiglia nel 2017 e di Anis Amri, terrorista di Tunisi e colpevole della strage di Berlino nel 2016. Entrambi avevano vissuto ad Aprilia, nella zona di Campoverde, nelle campagne sperdute tra i casolari, coincidenze che hanno fatto scattare, nel 2017, le indagini dell’antiterrorismo nostrano.

Perchè nasce l’Osservatorio della sicurezza e della legalità ad Aprilia?

Tra gli obbiettivi fondanti della Consulta si legge: “L’Osservatorio infatti è stato istituito con l’obiettivo di rappresentare un centro cittadino di studio, ricerca, documentazione e soprattutto di iniziativa sociale a sostegno della legalità.

Inoltre il primo cittadino aggiunge che tale consulta: “è volta a promuovere iniziative mirate a diffondere la cultura della legalità favorendo la crescita del senso di consapevolezza collettiva intorno a principi e questioni di natura etica e giuridica, favorendo l’attivazione di una rete virtuosa tra enti locali, forze di Polizia nazionali e locali, istituti scolastici, associazioni, organizzazioni sindacali, esponenti della Curia, soggetti attivi sul territorio”.

Il necessario bisogno della legalità.

Proprio per questo riteniamo che il filo rosso che lega le storie di microcriminalità e le narrazioni intorno al terrorismo sia proprio la legalità, assente in diverse dimensioni e sfumature, una mancanza sicuramente alimentata da motivi e ideologie (quando presenti) di diversa intensità ma pur sempre intrinsecamente connessa con la deviazione dalla norma, dalle regole di umana convivenza e dall’evidente disprezzo delle regole.

L’appello dei cittadini e delle associazioni di Aprilia per la legalità.

Segnale di avviso

Le associazioni del territorio attive, tra cui FareteOnlus e Dialogo della Dott.ssa Emilia Ciorra  sono vicine alle legittime  preoccupazioni dei cittadini e si stanno muovendo affinchè sia attivata la funzione dell’Osservatorio della legalità e della Sicurezza di Aprilia.

Non solo i fatti di cronaca internazionale devono smuovere l’operato del Comune ma la ricerca della legalità deve essere un percorso che attivi soluzioni per la vita quotidiana dei cittadini, a partire dai furti subiti in casa e dal necessario diritto alla sicurezza nei quartieri.

Gli episodi di violenza emersi recentemente ad Aprilia non possono che sottolineare il clima di tensione e l’esasperazione di una parte di cittadini che non può essere abbandonata a sè stessa e lasciata senza una risposta.

Ti invito a commentare e a lasciare la tua opinione sul blog Punto e Virgola!

Punto e Virgola l'informazione di tutti e per tutti

PER SAPERNE DI PIU’:

Leggi anche il mio articolo: Daisy Osakue e il presunto ladro di Aprilia: aggressioni a sfondo razzista?”

 

 

 

 

 

 

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Daisy Osakue e il “presunto ladro di Aprilia”: aggressioni a sfondo razzista?

Le ultime notizie di cronaca, spesso amplificate dai media tradizionali, riportano con una pericolosa frequenza gli episodi di aggressione e di violenza a danno di persone di colore.  Di seguito due esempi avvenuti di recente a Moncalieri in Piemonte e ad Aprilia in provincia di Latina.

Daisy Osakue
L’atleta Daisy Osakue, discobola italiana

Chi è Daisy Osakue.

L’atleta Daisy Osakue, classe 1996, vive a Moncalieri in provincia di Torino. E’ primatista italiana di lancio del disco under 23. Di origini nigeriane, gareggia con la maglia azzurra e si appresta a partecipare alle competizioni europee di Berlino della sua specialità sportiva.

Chi è il presunto ladro di Aprilia?

Un uomo marocchino  Zaitouni Hady di circa 41 anni, immigrato, con precedenti penali. La notte scorsa si trovava  a bordo di una Renault Megane nei pressi delle abitazioni in via di Guardapasso, un quartiere periferico di Aprilia.

carabinieri

Cosa hanno in comune Daisy Osakue e l’immigrato di Aprilia Zaitouni Hady?

Entrambi sono stati vittime di aggressioni. La prima ha subito un danno all’occhio sinistro: colpita di notte, mentre rientrava a casa, da un uovo lanciato da sconosciuti alla guida di una Fiat Doblò a Moncalieri. L’atleta  ha subito un’abrasione, che, si spera non pregiudicherà la partecipazione ai prossimi europei di atletica. Gli aggressori si sono dileguati e non è stato possibile identificarli.

La ragazza sottolinea che: “Per fortuna è soltanto una abrasione. Qualche giorno di riposo, qualche goccia e dovrei star bene – Il gesto non è stato accompagnato da insulti a sfondo razzista ma volevano colpire una ragazza di colore, è razzismo. Un atto di codardia”. Aggiunge poi: “Credo che non cercassero me, ma più in generale una ragazza di colore. In quella zona ci sono molte prostitute di origine africana, probabilmente volevano colpire una di loro per fare una bravata”.

Al marocchino di Aprilia invece è toccata una sorte ben peggiore: la morte. Secondo le ricostruzioni dei maggiori quotidiani nazionali la scorsa notte l’uomo sarebbe stato inseguito da due italiani quarantenni. A motivare l’inseguimento la convinzione che il marocchino stesse per compiere un furto in una delle abitazioni della periferia apriliana.

Come è morto il presunto ladro di Aprilia?

I due avrebbero inseguito il quarantunenne fino alla strada nettunense, all’altezza della stazione di Campo di Carne, dove quest’ultimo, finito fuori strada con l’auto sarebbe stato “finito” e “giustiziato”.

Le ultime dichiarazioni dei due inseguitori

A loro carico adesso vi è una denuncia di omicidio preterintenzionale, il 43enne e il 46enne, incensurati, hanno affermato che:Non volevamo fare del male a nessuno, solo aiutare i carabinieri che abbiamo costantemente informati durante l’inseguimento.Abbiamo fatto una sciocchezza, siamo rovinati”.

Un omicido a sfondo razziale?

Secondo Il Giornale, gli inquirenti al momento hanno escluso il movente razziale e pare che siano state una serie di concause a generare l’omicidio. L’autopsia stabilirà le vere cause della morte dell’uomo, se avvenuta in seguito all’urto dell’automobile contro un muretto oppure dovuta alle percosse ricevute.

Pericolo di razzismo ad Aprilia?

La città apriliana non per questo può essere identificata come pericolosa o quantomeno “razzista”. Il giorno precedente si era svolta presso il Parco Falcone e Borsellino la tavola rotonda “Da Aprilia e dal Pontino un ponte per Riace: accogliere includere e integrare” a cura di Fareteonlus e con la partecipazione di numerose associazioni, all’interno del Primo festival dell’integrazione e della cultura araba. La manifestazione ha visto la partecipazione di numerose persone oltre a prevedere una simpatica gara culinaria a base di cous cous gestita dall’Associazione Al Mouhaer.

La città di Aprilia in festa la sera precedente all’omicidio.

Generalizzare e “fare di tutta un’erba un fascio” infatti non sarebbe corretto. Episodi di violenza, come quello di Moncalieri e quello di Aprilia, seppur accomunati dalla violenza perpetrata verso cittadini di colore non giustificano una lettura delle città come assediate dal razzismo.

Molti cittadini infatti  non sono intolleranti e si dimostrano aperti alle diversità culturali, cosi come purtroppo esistono delle eccezioni che spiccano nelle cronache nazionali. Bisogna comunque sottolineare che l’omicidio di Aprilia è ancora sotto indagine e già da ora vengono smentite ipotesi riconducibili al razzismo.

Ronde notturne di cittadini ad Aprilia per garantire la legalità? Parla il Primo cittadino Antonio Terra.

La ricerca della legalità infatti deve avvenire attraverso i canali previsti dalla legge, denunciando e affidandosi alle forze dell’ordine, il sindaco Antonio Terra afferma che: “Non ci sono ronde sul territorio. Aprilia non è il Far West”   inoltre il primo cittadino aggiunge dalle pagine del Il Messaggero: “«La giustizia privata, il far west non porta da nessuna parte – aggiunge- qui ad Aprilia abbiamo circa 10000 cittadini tra comunitari ed extracomunitari. In gran parte sono rumeni, la comunità nordafricana è invece piccola. Gli indiani sono invece circa 1800. Molti lavorano nelle campagne. Ad Aprilia c’è un buon livello di integrazione, i bambini frequentano le scuole e solo l’altro giorno avevamo organizzato nel parco principale della città il Festival del cous cous».

Gli avvenimenti lasciano pensare comunque che sia presente un alto livello di esasperazione per alcuni cittadini sopratutto in tema di legalità.

E tu cosa ne pensi? Dicci la tua! Lascia un tuo COMMENTO!

 

 

 

Pubblicato in: Comunicazione e Società

Solitudine mediatica: reti sociali e dialogo nell’universo dei “blog”.

Questo breve articolo nasce dalla personale riflessione dell’autrice rispetto all’osservazione e all’analisi dell’universo virtuale della cosidetta “blogosfera”, termine che vorrebbe indicare i contenuti  prodotti e autoprodotti nell’infinito contenitore del worldwideweb, o più colloquialmente, in internet.

Piattaforme digitali quali blog e  forum di discussione che proliferano nella sfera digitale, così come il fenomeno del giornalismo partecipativo, denominato citizen journalism, si presentano quali portatori di una libertà personale, quale quella di parola, potenzialmente senza limiti e frontiere per chiunque.

Strutture sociali tradizionali si interpongono tra quella che in realtà sembrerebbe essere l’illusione di un dialogo attraverso le pratiche culturali degli utenti in rete.

Il blog, che in origine si presta ad essere uno spazio di confronto, di aggregazione, di socializzazione ( pur con tutti i limiti che essa presenta ) rispecchia una desolante realtà: snaturato in un ‘identità autoreferenziale è in realtà uno spazio chiuso.

La realtà è che tutti scrivono….ma nessuno legge ciò che gli altri hanno scritto, nè tanto meno commenta, più che favorire l’incontro tra persone si amplifica l‘individualismo e le potenzialità dialettiche si esplicitano e si misurano nella conta del numero dei “mi piace”, come accade ad esempio nella rete sociale di Facebook, altro contenitore di socialità virtuale.

Al di là dei dibattiti circa la presunta democratizzazione attuata dai “social media“, la metafora dello studioso Lovin ben si adatta a descrivere lo stato dei fatti nel suddetto panorama digitale :

“…siamo diventati tutti utenti operai che lavorano per l’ape regina Google…”e aggiunge che siamo intrappolati in “reti prive di scopo” e “divoratrici di tempo…”;”… così veniamo risucchiati sempre più in profondità in una caverna sociale senza sapere cosa stiamo cercando” (Geert Lovink, Prefazione di Vito Campanelli,Ossessioni collettive, critica ai social network, Milano, 2012, Egea s.p.a)

 

Pubblicato in: Sociologia della salute e della medicina

Le rappresentazioni mediali della disabilità.

Estratto della tesi di Laurea “Prospettive sociologiche nei disturbi dello spettro autistico”

Tesi Prima Classificata nel bando di concorso della Sapienza Università di Roma per dissertazioni sul tema della disabilità

La comunicazione della cultura contemporanea vede tra gli attori principali i mass-media, i quali sono strumenti di interazione e veicolo di trasmissione di messaggi che intervengono nella socializzazione primaria.

Televisione, film, radio e libri sono parte integrante della nostra esistenza, quasi a volerci ricordare continuamente uno degli assiomi della comunicazione di  Watzlawick[1] ovvero “Non si può non comunicare”.

Gli effetti di amplificazione di tali mezzi, in relazione ai fenomeni di inclusione o di limitazione nell’ambito della disabilità nella società, assumono un aspetto fondamentale nella percezione dei messaggi da parte dei fruitori.

Lontani da una logica di passiva ricezione del destinatario, oggi è noto come i significati e le rappresentazioni siano rielaborati attivamente e criticamente ricostruiti dal pubblico ricevente.

Questo discorso è vero nel caso di un pubblico critico, attento e competente. Lo sviluppo di tale spirito avviene lentamente nel corso della crescita; per un bambino, ma anche per un adolescente i messaggi mediali assumono un’altra portata, tanto da diventare incisivi e formativi nella costruzione della sua identità individuale e sociale, assieme ai contributi di scuola e famiglia.

Bisognerebbe dunque che l’industria culturale che si rivolge ai giovani fosse accuratamente tarata sul loro grado di sviluppo, al di là dei risvolti prettamente commerciali che caratterizzano l’esistenza nella società odierna.

La duplicità del ruolo di televisione, cinema, radio, stampa e in ultimo internet, è rappresentata proprio dalla versatilità del suo potenziale utilizzo; se da un lato i media hanno la capacità di poter sviluppare un discorso prettamente industriale, in una logica capitalistica di produzione e consumo e dar luogo alla iatrogenesi sociale e culturale, dall’altro possono svolgere un ruolo fondamentale nella divulgazione della scienza medica e rappresentare un importante mezzo di prevenzione primaria della salute in virtù della vasta audience cui si rivolgono(Di Santo,2013).

Le rappresentazione che oggi i mass media odierni forniscono della disabilità sono influenzate da quello che la letteratura ha prodotto nei tempi precedenti, soprattutto nell’ambito della televisione e della filmografia.

La letteratura classica per ragazzi fornisce lampanti esempi di ruoli assegnati alla disabilità che assumono significati metaforici di notevole importanza per la formazione di rappresentazioni mentali, attitudini e atteggiamenti nei suoi fruitori.

La letteratura classica per ragazzi è satura di figure disabili[2] e spesso l’impedimento fisico è associato simbolicamente a difficoltà interiori di natura psicologica. Questo accostamento di figure assolve anche un valore pedagogico e metaforico dell’adolescenza, periodo di crisi e ristrutturazioni interiori, mutamenti fisici e psicologici per eccellenza, nell’essere umano.

Nella letteratura inglese un esempio è rappresentato dal Capitano Achab nel romanzo Moby Dick di Herman Melville(1932); il marinaio reso senza una gamba dal morso di una balena ha l’ossessione di doversi vendicare su di essa e naviga i mari armato con la sua barca; condanna sé stesso e i marinai all’annichilimento della ragione e alla morte in nome della sua vendetta sull’animale.

Nella letteratura italiana tra i classici si trova il “Pinocchio” di Carlo Collodi(1881), in cui il dire bugie, dunque un comportamento non conforme e inappropriato secondo le regole della società, si traduce in un cambiamento del suo di naso di marionetta.

Gettando uno sguardo, invece, alla letteratura per adulti, emblematico è il romanzo “L’Amante di Lady Chatterley”( David Herbert Lawrence,1928)in cui  la protagonista Costance è sposata con un nobile paraplegico caratterizzato da limitazioni affettive e da atteggiamenti di distacco, tanto da spingere la giovane donna ad innamorarsi di un altro, non disabile, con cui riscopre la passione e il sentimento.

Ancor precedente, noto al grande pubblico, è il testo epico di Omero “l’Odissea” in cui Ulisse, l’eroe, acceca Polifemo il ciclope dall’occhio solo, che voleva divorare lui e i sui compagni. Ancora una volta il disabile è un nemico da abbattere.

In positivo, invece, risultano essere poche le figure presentate dalla letteratura; come Cyrano De Bergerac, nobile sfigurato nel suo volto, ma poeta e profondamente colto, caratterizzato da fragili e umani sentimenti ;o anche Quasimodo (Notre Dame de Paris, Victor Hugo,1831), uomo deforme e di straordinaria bruttezza, dotato però di una forza e di un’abilità fuori dal comune.

Si rintracciano dunque, nel susseguirsi del tempo, rappresentazioni stereotipate della disabilità in una duplice versione, da una parte il disabile è colui che è associato al diavolo, simbolicamente al male assoluto, da un’altra la sofferenza e la sfortuna in cui versa lo rendono moralmente un uomo migliore.

Secondo Thurn è l’etica morale giudaico cristiana, secondo la quale le mostruosità esteriori sono associate a difetti interiori dell’essere, interni al soggetto(Elliot,1982).

Questa tendenza doppia, capace di provocare repulsione così come fascinazione fanno della disabilità un ottimo soggetto per la spettacolarizzazione soprattutto nell’ambito cinematografico.

Da una parte alcuni ricercatori affermano che, il contatto con la disabilità (seppur mediato dagli artefatti culturali dell’uomo, quali i mezzi della comunicazione di massa) ci ricorda che siamo esseri mortali e instaura nella mente una percezione di pericolo, secondo cui scatta nell’Ego, un meccanismo di autodifesa(Elliot,1982).

I nostri comportamenti sociali sono fortemente influenzati attraverso la socializzazione dei mass-media, in particolare dalla televisione, strumento quotidiano e diffusissimo in larga scala nell’odierna società(Liebert,1975).

Sicuramente la potenza di condizionare le rappresentazioni pubbliche della disabilità ( nel cinema come nella televisione) sta nel poter mostrare la disabilità più che le abilità degli individui, continuando a creare barriere e perpetuando un’immagine stigmatizzante dei soggetti disabili.

Cosi’ anche nei giovani fruitori si instaura questo meccanismo vizioso che li porterà inevitabilmente alla costruzione dello stigma, quando e se, in relazioni con coetanei disabili.

[1] Psicologo statunitense della scuola di Palo Alto, filosofo e psicologo costruttivista della pragmatica della comunicazione umana e aderente all’approccio sistemico, lavorò per molto tempo presso il Mental Research Institute; egli teorizza come i concetti di anormalità e normalità, cosi come quelli di sanità e insanità siano costruiti e significanti a seconda del contesto in cui manifestano, ciò che può essere anormale in un luogo, può non esserlo in un altro.

[2] Uno studio americano sui fumetti riporta come nel 57% dei ritratti di personaggi disabili essi sono connotati da caratteristiche negative e solo nel 43% il personaggio con qualche forma di limitazione è un eroe (Elliot,1982).