Pubblicato in: Comunicazione e Società

Obiettivo inclusione-Aprilia città libera e solidale.

 “ NOI  STASERA SIAMO TUTTI QUI: IN SPIRITO DI FRATELLANZA” A CURA DEL FORUM PER LA NUOVA  CITTADINANZA DI APRILIA – PIATTAFORMA SOCIALE E CIVILE CITTADINA PER LA SOLIDARIETA’ ED I DIRITTI UMANI –  PRESSO L’AREA PUBBLICA DELLA STATUA DI SAN MICHELE DI APRILIA.

  • DALLE ORE 18,00 del 9 Agosto 2018
  • LA CONSEGNA DELL’APPELLO AL SINDACO DI APRILIA – MANIFESTO DEGLI AMMINISTRATORI LOCALI : “INCLUSIONE PER UNA SOCIETA’ APERTA”
  • IL LABORATORIO ARTISTICO A CURA DI APS FARERETEONLUS PER I BAMBINI DI OGNI ETA’ CON REALIZZAZIONE DI CARTELLONI E DISEGNI SUL TEMA DELLA FRATELLANZA E DELLA SALVAGUARDIA DEI DIRITTI UMANI ALL’ INTERNO DEL “MERCATINO DI APRILIA” DI PIAZZA ROMA;
  • DALLE ORE 21,00

Non c'è pace senza diritti

SUL SAGRATO DELLA CHIESA DI SAN MICHELE PRESSO LA STATUA DEL SANTO PATRONO (FRONTE PALAZZO COMUNALE):

  • SHOW DI MARCO PALAZZI “IO ODIO GLI INDIFFERENTI” DI ANTONIO GRAMSCI
  • ESTRATTO DELLO SPETTACOLO “MARE NOSTRO” DI RAFFAELE CALABRESE
  • SHOW DANCE DI GIADA E MARTINA SULLE NOTE DI “ESSERI UMANI” DI MENGONI E “CARA ITALIA” DI GHALI
  • RECITAZIONE DI BRANI E POESIE SUL TEMA OGGETTO DELL’INIZIATIVA A CURA DELLE ASSOCIAZIONI APRILIANE PARTECIPANTI
  • INTERVENTI DEI RAPPRESENTANTI DELLE ASSOCIAZIONI PROMOTRICI E ADERENTI
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Farerete Onlus- Uniti nella diversità-

E’ venuto il tempo di riprendere in mano la bussola dei diritti umani e fare i conti con le nostre responsabilità.

Non c’è pace senza diritti. Non ci sono diritti senza responsabilità.

Di fronte a quello che sta succedendo nel mondo non bastano più le denunce: serve una nuova e più ampia assunzione di responsabilità.

Responsabilità contro l’indifferenza. Responsabilità contro l’ipocrisia. Responsabilità contro la rassegnazione.

In un tempo segnato da tanto orrore e dall’arbitrio dei più forti, dobbiamo riprendere in mano la bussola dei diritti umani e riaffermare con forza quanto sta scritto nella Carta comune dell’umanità: “Tutti gli esseri umani nascono liberi e uguali in dignità e diritti e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza”.

Con questo spirito, alla vigilia del 70° anniversario della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, diciamo basta all’egoismo, alla guerra e alla competizione.

Se davvero vogliamo mettere fine alla violenza e alle stragi continue di vite umane, dignità e diritti, se davvero vogliamo scongiurare un’ulteriore compressione degli spazi di libertà, democrazia e diritti e risolvere le crisi epocali che incombono dobbiamo adoperare la nostra intelligenza, la nostra creatività, il nostro tempo e le nostre risorse per prenderci cura gli uni degli altri, ripensare il nostro modo di vivere assieme, proteggere la nostra casa comune e realizzare tutti i diritti umani per tutti.

Dobbiamo accrescere la consapevolezza delle responsabilità che condividiamo. Non basta rivendicare i diritti: dobbiamo fare i conti con le nostre responsabilità.

Gli esempi positivi non mancano. Dobbiamo illuminarli, seguirli, moltiplicarli.

Serve un nuovo coraggio civico e politico. Occorre diffondere una nuova cultura politica nonviolenta dei diritti umani.

Dobbiamo educarci ed educare in modo sempre più efficace alla pace, ai diritti umani e alla cittadinanza glocale responsabile.

Abbiamo bisogno di una visione e una mobilitazione comune, di iniziative e azioni comuni.

Abbiamo bisogno di donne e uomini di pace che agiscono in spirito di fratellanza.

* * *

Con questo spirito e questi obiettivi, ti invitiamo ad aderire al Comitato Nazionale per il 70° anniversario della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani.

 

Il Comitato si propone di:

  1. sviluppare un’azione straordinaria di educazione, formazione, informazione e impegno per i diritti umani sollecitando una più ampia assunzione di responsabilità di ogni persona e istituzione, delle scuole e dell’università, degli enti locali e regionali, dei media, delle associazioni, del mondo della cultura, del governo e del Parlamento;
  2. promuovere l’impegno, il protagonismo, la creatività e i comportamenti dei giovani in difesa e per la realizzazione dei diritti umani anche in relazione allo sviluppo delle competenze sociali e civiche necessarie per affrontare le sfide del nostro tempo;
  3. promuovere l’impegno dei giornalisti, del mondo dell’informazione e, in particolare, del servizio pubblico radiotelevisivo RAI nella difesa e promozione di “tutti i diritti umani per tutti”;
  4. promuovere l’impegno degli Enti Locali e delle Regioni per l’attuazione dell’agenda politica locale dei diritti umani favorendo il coinvolgimento dei cittadini e rilanciando la diplomazia delle città;
  5. promuovere l’impegno dell’Italia e dell’Unione Europea nella realizzazione dell’agenda politica dei diritti umani.

 

 IL SINDACO E TUTTI I RAPPRESENTANTI DELLE ISTITUZIONI CITTADINE E LA CITTADINANZA SONO INVITATI A PARTECIPARE.

 

F.TO I soggetti promotori

PER CONTATTI

  • FILIPPO FASANO  CELL.  3398962563
  • DOTT. SSA EMILIA CIORRA  CELL. 338.4054597
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Aprilia: la sicurezza sociale e la legalità sono un diritto di tutti, non un privilegio per pochi.

Lo sfogo di una cittadina di Aprilia al blog Punto e Virgola, dopo il tragico avvenimento della morte dell’immigrato Zaitouni Hady, 43enne originario del Marocco; gli inquirenti ipotizzano si sia trattato di omicidio preterintenzionale compiuto da due italiani.

Informare e condividere sono azioni importanti, sopratutto quando, nella vita della comunità di una cittadina, magari nelle zone più periferiche, si avverte la sensazione di non poter sentirsi al sicuro nel luogo che dovrebbe esserlo per antonomasia: la propria casa.

Le polemiche intorno i fatti di via di Guardapasso e le motivazioni dell’ inseguimento dei due italiani nei confronti del marocchino con precedenti penali hanno alimentato la ricerca di notizie e anche le strumentalizzazioni a volte da parte dei media e dei mezzi di comunicazione.

La vicenda è tutt’ora sotto indagine dunque non è possibile al momento sapere con certezza cosa sia realmente avvenuto e quali siano state le reali motivazioni.

Il clima di insicurezza ed esasperazione nella periferia Apriliana.

Il blog Punto e Virgola ha deciso di indagare e dar voce all’opinione spontanea di due cittadine in merito alla sicurezza sociale e alle loro esperienze.

Una di loro abita proprio in via di Guardapasso, e la sua descrizione aiuta a comprendere quale sia la situazione del quartiere proprio da chi, in quel posto, ci abita quotidianamente.

Cittadini giustizieri fai da te: l’ipotesi.

La piccola comunità periferica è stata oggetto di attenzione mediatica tanto da far nascere il dubbio che possano esistere “ronde” notturne di cittadini per ripristinare la legalità. Tale supposizione è stata smentita dal sindaco Antonio Terra, intervistato ieri da alcuni quotidiani nazionali.

Ricordiamo infatti che la variegata città di Aprilia di compone anche di cittadini che vivono perfettamente integrati con comunità indiane, arabe e di altre etnie.

Quale legalità in via di Guardapasso?

ladro furto con scasso
I furti nelle case avvengono frequentemente in via di Guardapasso ad Aprilia.

La cittadina di Aprilia sottolinea che: “Via di Guardapasso è da sempre terra di conquista per ladri. A me hanno rubato già tre volte. L’ultima volta proprio una settimana fa. I miei vicini? Idem…

La prima volta hanno fatto danni alla casa e portato via tutto…ricordi, regali di laurea…

Non c’è più niente adesso, non so cosa cerchino! La sensazione è sempre svilente e il trauma non passa. Riguardo il tragico evento accaduto ieri, ho letto che il marocchino era già conosciuto dai carabinieri per altri furti e in macchina aveva attrezzi da scasso.

Non ce la facciamo più. Già la crisi ci ha dato mille incertezze economiche, se ci tolgono pure quel poco per vivere, la libertà di uscire di casa…

La seconda volta, i ladri, sono entrati con noi in casa. Abbiamo diritto di essere tempestivamente protetti! E qui il razzismo non c’entra niente! La gente è stanca di subire senza interventi validi che ci proteggano nelle nostre case!

Non si può neanche fare che chi vuole delinqua. Allora entrino in regola e lavorino.”

La legalità come valore.

Quello che emerge da questo racconto è proprio l’accorato appello che invoca alla sicurezza sociale. La ricerca della legalità come valore è un elemento essenziale per una comunità che voglia vivere secondo i dettami di una società che voglia almeno definirsi civile.

Un’altra cittadina, in merito alla criminalità esistente, ribadisce che: “Noi facciamo denuncia ma spesso quest’ultima rimane disattesa. Addirittura pratiche penali e denunce che devono essere protocollate e inviate al Tribunale di Latina, rimangono senza seguito e al protocollo del Tribunale non arrivano mai“.

Sicurezza e legalità, a chi rivolgersi?

Nella città di Aprilia esiste un Osservatorio permanente sulla Sicurezza e la Legalità, istituito dal Consiglio comunale con delibera n.51/2015. Dalle ricerche effettuate sul web risulta che l’ultima riunione sia stata svolta il 25 Ottobre 2017. All’ordine del giorno si trova scritto “Aprilia, radicalismo islamico alla luce degli ultimi fatti di cronaca”.

Terrorismo ad Aprilia?

I fatti di cronaca internazionali, risalenti a qualche anno fa, riportano la presenza ad Aprilia di Anis Amri il tunisino autore dell’uccisione di due ragazze alla stazione ferroviaria di Saint-Charles a Marsiglia nel 2017 e di Anis Amri, terrorista di Tunisi e colpevole della strage di Berlino nel 2016. Entrambi avevano vissuto ad Aprilia, nella zona di Campoverde, nelle campagne sperdute tra i casolari, coincidenze che hanno fatto scattare, nel 2017, le indagini dell’antiterrorismo nostrano.

Perchè nasce l’Osservatorio della sicurezza e della legalità ad Aprilia?

Tra gli obbiettivi fondanti della Consulta si legge: “L’Osservatorio infatti è stato istituito con l’obiettivo di rappresentare un centro cittadino di studio, ricerca, documentazione e soprattutto di iniziativa sociale a sostegno della legalità.

Inoltre il primo cittadino aggiunge che tale consulta: “è volta a promuovere iniziative mirate a diffondere la cultura della legalità favorendo la crescita del senso di consapevolezza collettiva intorno a principi e questioni di natura etica e giuridica, favorendo l’attivazione di una rete virtuosa tra enti locali, forze di Polizia nazionali e locali, istituti scolastici, associazioni, organizzazioni sindacali, esponenti della Curia, soggetti attivi sul territorio”.

Il necessario bisogno della legalità.

Proprio per questo riteniamo che il filo rosso che lega le storie di microcriminalità e le narrazioni intorno al terrorismo sia proprio la legalità, assente in diverse dimensioni e sfumature, una mancanza sicuramente alimentata da motivi e ideologie (quando presenti) di diversa intensità ma pur sempre intrinsecamente connessa con la deviazione dalla norma, dalle regole di umana convivenza e dall’evidente disprezzo delle regole.

L’appello dei cittadini e delle associazioni di Aprilia per la legalità.

Segnale di avviso

Le associazioni del territorio attive, tra cui FareteOnlus e Dialogo della Dott.ssa Emilia Ciorra  sono vicine alle legittime  preoccupazioni dei cittadini e si stanno muovendo affinchè sia attivata la funzione dell’Osservatorio della legalità e della Sicurezza di Aprilia.

Non solo i fatti di cronaca internazionale devono smuovere l’operato del Comune ma la ricerca della legalità deve essere un percorso che attivi soluzioni per la vita quotidiana dei cittadini, a partire dai furti subiti in casa e dal necessario diritto alla sicurezza nei quartieri.

Gli episodi di violenza emersi recentemente ad Aprilia non possono che sottolineare il clima di tensione e l’esasperazione di una parte di cittadini che non può essere abbandonata a sè stessa e lasciata senza una risposta.

Ti invito a commentare e a lasciare la tua opinione sul blog Punto e Virgola!

Punto e Virgola l'informazione di tutti e per tutti

PER SAPERNE DI PIU’:

Leggi anche il mio articolo: Daisy Osakue e il presunto ladro di Aprilia: aggressioni a sfondo razzista?”

 

 

 

 

 

 

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Una breve riflessione sulla parola terrorismo.

I mass media parlano continuamente di terrorismo, una parola che è divenuta parte integrante del vocabolario di giornali, televisioni e radio, ma anche di pubblico dominio sui media digitali, su internet sono numerosi i siti che se occupano a titolo ufficiale e non.

D’altronde la nostra attenzione,ripiegata sui fatti quotidiani della vita, è scossa dalla spettacolarizzazione che viene mostrata di eventi drammatici cui siamo esposti nostro malgrado.

Spesso accade che gli approfondimenti televisivi siano soprattutto nel far leva su aspetti tragici quali la morte, lo stupore, lo sdegno per avvenimenti dai connotati tragici.

Basti pensare agli ultimi eventi accaduti in Belgio il 22 Marzo del corrente anno, due esplosioni all’aeroporto di Bruxelles e una all’aereoporto di Maalbeek, il cui sospettato principale è il così definito Stato Islamico(Isis).

Il risultato: morti e feriti tra ignari cittadini, fiumi di parole di cordoglio, caccia ai colpevoli e titoli di giornali che cercano ogni possibile ipotesi per far chiarezza nel caos dell’intricato e complesso scenario politico e geografico internazionale.

Cosa vuol dire, oggi terrorismo? La connotazione cambia a seconda dei momenti storici, se l’origine del termine si deve all’insurrezione contro “il despota” ai tempi della Rivoluzione Francese, oggi tale definizione sembra non esser più valida.

Mutano infatti i destinatari delle azioni violente: i cittadini, i civili sono il bersaglio preferito e non è il “vertice” ad essere colpito, sembra quasi un’attacco personale alle libertà che gli Stati democratici hanno concesso a questi uomini e donne; visto che sono loro i destinatari di una politica liberale pare debbano per questo essere puniti, anche con la morte.

La parola che in misura maggiore si accosta a quella di terrorismo è Violenza, mezzo usato in misura preferenziale dai soggetti che compiono azioni finalizzate ad incutere timore tra la gente comune.

Una definizione enciclopedica che aiuta maggiormente a comprendere il concetto e il significato che si cela dietro il termine terrorismo è la seguente: ” uso della violenza illegittima finalizzata a incutere terrore nei membri di una collettività e a destabilizzarne o restaurarne l’ordine mediante azioni quali attentati, rapimenti,dirottamenti di aerei e simili”(www.enciclopediatreccani.it).

Il XX e il XXI secolo hanno visto succedersi varie tipologie di terrorismo, il cui nodo centrale si trova nella radicalizzazione violenta di conflitti di natura sociale, etnica e religiosa, se negli anni ’70 prevaleva un ideal tipo di terrorismo di sinistra, nonchè di destra, legato per lo più all’estremizzazione di determinate ideologie, il terrorismo etnico- religioso si nutre di azioni estreme per attirare un “Occidente distratto” dalle loro condizioni esistenziali, come nel caso del popolo dei palestinesi “senza terra e senza patria”.

Ad oggi, la zona più carica di tensione e violenza, dai contorni e dalle forme terroristiche, è senza dubbio quella del Medio Oriente, nei pressi di Israele, dell’Afghanistane dell’Iraq.

I dibattiti degli addetti ai lavori e non, ma anche quelli del cittadino comune pongono interrogativi interessanti: è questa una guerra?

Nel senso Occidentale del termine la risposta sarebbe no, durante gli attentati non ci sono uomini in divisa militare, armi visibili, solo uno o più individui nascosti tra la folla che decidono di farsi esplodere, insieme a tutta la comunità presente nei dintorni.

Se fosse una guerra militare una volta individuata la base sarebbe facile, per l’Occidente, vincere con la forza delle armi.

La strategia attuale dei governi Occidentali si basa sulla repressione, che da sola non sembra però sufficiente a eliminare le possibilità di stragi umane, nel quadro strategico si inserisce l’importanza e la rilevanza dei valori di una cultura, in qualità di architrave nell’architettura della civiltà occidentale.

Le reazioni circolari a tali drammatici eventi sono il risentimento, la paura e la domanda di protezione continua che i cittadini chiedono ai propri governi: quella del terrorismo islamico è una guerra di logoramento in cui vince chi riesce a non cadere nella trappola del terrore continuo.

Il terrorista cerca una legittimazione politica mentre i governi lo classificano come un criminale, se quest’ultimo è visto come un soggetto politico che usa armi non convenzionali, per la precisione penalmente sanzionabili, la risposta deve essere necessariamente politica.

Emerge dunque il ruolo, in Italia come nelle altre nazioni Europee e anglo americane, delle Agenzie per la sicurezza della Nazione.

Questi soggetti hanno una storia diversa a seconda del territorio in cui nascono e si legano a vicende politiche sociali e culturali sia interne sia esterne.

La funzione di prevenzione delle attività di intelligence si presta, in tempi come quelli attuali, ad analisi e studi di esperti nel settore che contribuiscono a rendere sempre migliorabile le attività delle agenzie a ciò predisposte.

In Italia la L.127/2004 ha ridefinito il ruolo dei servizi segreti e del segreto di Stato a protezione della Repubblica Italiana, un’operazione di immagine per ristrutturare vecchi apparati logorati da scandali e vicessitudini che, visti i tempi, mal avrebbero accolto la fiducia della popolazione bisognosa di rassicurazioni.

Nel 2007 nasce il Dipartimento delle informazioni per la sicurezza (DIS) presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri e le agenzie informative si dividono tra un’ Agenzia Informazioni di sicurezza esterna(AISE) ed una interna(AISI) con una competenza territoriale e non solo, come accadeva in passato, solo militare o civile.

La centralizzazione delle azioni svolte dalle agenzie in capo alla Presidenza del Consiglio dei Ministri e alle autorità da lui delegate, comprendono anche la giustificazione al compimento di reati, se questi ultimi sono strettamente necessari all’interno di determinate operazioni per la salvaguardia degli interessi nazionali, nello specifico in base all’art. 17 secondo comma della legge 124/2007 infatti si specifica che “la speciale causa di giustificazione di cui al comma 1 non si applica se la condotta prevista dalla legge come reato configura delitti diretti a mettere in pericolo o a ledere la vita, l’integrità fisica, la personalità individuale, la libertà personale, la libertà morale, la salute o l’incolumità di una o più persone”.

L’apertura ai cittadini e la pubblicizzazione di massa intendono fornire elementi conoscitivi delle attività del Sistema di informazione per la sicurezza della Repubblica, un sito che intende aprire il dialogo con la comunità, in tempi in cui la minaccia e il terrore accompagnano costantemente l’Europa e i suoi cittadini.

PER APPROFONDIRE:

Gnosis Rivista di intelligence italiana

Sito Sicurezza Nazionale e Informazione italiano

terrorismo-isis-europa-focus-on-israel1