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La biostatistica e il comportamento dei medici.

SALUTE E MALATTIA OGGI: ERRORI E MALASANITA’ IN MEDICINA.

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      L’interpretazione dei fenomeni legati alla salute e alla malattia si presenta nell’odierna società come derivante dalle specifiche professionalità che se ne occupano. Il medico, l’infermiere, le professioni sanitarie adottano modelli e percorsi di intervento che divergono da quelli usati da altri professionisti coinvolti nell’ambito sanitario e medico quali sociologi, statistici, biologi, economisti. L’interdisciplinarità dovrebbe dunque caratterizzare l’approccio alle problematiche dei pazienti, una sinergia comune di professionalità diverse con l’unico obiettivo della salute. Molto spesso si verifica una frammentazione dei saperi specialistici che ostacola e impedisce un’ottimale soluzione delle problematiche legate alla salute.

      Gli errori diagnostici e terapeutici alimentano i costi per la sanità pubblica così come l’insoddisfazione degli utenti e dei loro rispettivi familiari. La cosidetta “malpractice medica” è spesso oggetto di controversie sui principali media, televisioni, radio, giornali. Questi ultimi includono col termine “malasanità” tutta una serie di accadimenti clinici che forniscono al fruitore un frame che inietta una massiccia dose di sfiducia nelle capacità e competenze dei medici e, in generale nella sanità pubblica. Il comportamento dei mass media, in tali casi, si configura nei toni di una tragedia greca. Le analogie con questa suggestiva metafora si ritrovano in un funzionamento corale del sistema industriale informativo: la coscienza morale pubblica della polis diviene il coro tragico, ogni testata nazionale dei giornali quotidiani è uno dei corifei, c’è un protagonista che incarna la Hybris sfidando le leggi umane e un capro espiatorio. Infine, come nella narrazione greca si giunge alla nemesi e alla catarsi, in un rituale di rassicurazione collettiva che opera a livello simbolico. Un iper-semplificazione degli accadimenti etichettati genericamente come malasanità che ben si presta ad una diffusione di massa in un contesto generale di disinformazione diffusa.

      In un approccio scientifico moderno per la  formulazione in condizioni di incertezza della diagnosi sono indispensabili concetti statistici e matematici che però non vanno disgiunti dal contesto storico epistemologico.

Quali sono dunque i concetti teorici comuni che indirizzano l’operato della moltitudine di professionisti che si occupano di salute in ambito sanitario?

L’avvento della Evidence Based Medicine si lega imprescindibilmente ai concetti di natura statistica e matematica applicati al ragionamento clinico. Gli indicatori diagnostici per eccellenza nello scenario della medicina moderna sono: test, analisi di laboratorio, misure rilevate da macchinari, questionari sulla qualità della vita etc. Nella scienza medica odierna predomina l’aspetto quantitativo. Gli stessi professionisti, a volte, eccedono nella fiducia affidata a tali strumenti: test diagnostici e di laboratorio divengono una sorta di oracolo, interrogati profeticamente per ottenere risposte in condizioni di incertezza. La correttezza della diagnosi è un argomento estremamente serio e altrettanto gravi sono le conseguenze degli errori sul singolo così come sulla collettività.

      In tale scenario è doveroso chiamare in causa il fattore economico. La sanità assume le sembianze del mercato, dove le diverse industrie farmaceutiche, chimiche e informatiche, competono per conquistare la loro quota. Ciò avviene poiché spesso la stessa diagnosi è legata al trattamento. I professionisti della salute diventano i principali protagonisti dello scambio di mercato.

       In cosa consiste un test diagnostico e perché è così importante per le decisioni del medico? Un test diagnostico è una qualsiasi procedura utilizzata per l’identificazione di uno stato di malattia. Dal punto di vista del medico se il risultato è positivo induce a sospettare la presenza di una determinata malattia, se negativo invece ne esclude la probabilità. Sensibilità e specificità di un test sono determinanti poiché si riferiscono ad ogni insieme omogeneo, e sono misurabili con la frequenza relativa di esiti positivi e negativi su un campione di popolazione di sani e malati.  Esprimono valori tra 0 e 1, ovvero probabilità. La certezza degli esiti dei test non è mai sicura al 100% in quanto sono possibili sia falsi positivi che falsi negativi.  Il processo logico che ne segue è il confronto del valore ottenuto con un valore o un intervallo di valori che includono o escludono una determinata patologia. Tale risultato è poi contestualizzato in base alle informazioni fornite dal paziente, ai segni e ai sintomi nonché confrontato con altre indagini strumentali. Se utilizzati correttamente i test diagnostici sono una valida e preziosa fonte per il medico.

Accade però molto spesso che le analisi di laboratorio ( emocromo, VES , radiografie…) prescritte in via ordinaria dal personale medico di varie strutture (sia pubbliche sia private)  abbiano costi sanitari non sempre bassi. Il medico infatti si trova a ragionare in una logica difensiva, molte indagini vengono svolte per evitare contenziosi legali che scaturirebbero da una violazione del codice deontologico del medico.  La logica prevalente è quella del controllo e del continuo monitoraggio.

      Il cambiamento epidemiologico delle società industriali e post industriali ha registrato un incremento di malattie croniche legate all’innalzamento della vita media e all’invecchiamento progressivo della popolazione globale. Se le epidemie infettive sono retaggio di un antico passato oggi le emergenze sanitarie si identificano con le malattie croniche e anche psico-sociali.

Il dilemma della medicina odierna, tra aspetti qualitativi e quantitativi:la medicina basata sulle prove di efficacia.