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Vi presento: Lazio Sociale, volontariato e solidarietà al servizio di tutti.

Un’analisi ragionata sul “no-profit” con Alessandra Bonifazi, Presidente di Lazio Sociale, associazione di Promozione Sociale nel territorio laziale e già  Presidente delle Acli del Lazio.

Lottare contro il disagio sociale è da sempre la prerogativa degli enti del Terzo Settore. Tali organizzazioni si sono sempre trovate in competizione o in collaborazione con le istituzioni pubbliche, in una sorta di intreccio caratterizzato comunque da un rapporto di reciproca interdipendenza.

In Italia a partire dal 1800 Scuole, orfanotrofi biblioteche e ospedali rappresentavano quegli enti che oggi definiamo caratterizzanti il Terzo Settore; erano le istituzioni cattoliche di assistenza, carità e beneficenza.

Sul fronte laico, patrioti e garibaldini costituirono le prime associazioni laiche di volontariato, per far fronte alle situazioni di indigenza e di emergenza. Continuarono a fiorire altre forme associative di intervento sociale, fino al periodo di totalitarismo statale con l’avvento del fascismo, dove le organizzazioni civili vissero un periodo di ostilità al loro operare.

La nascita della Costituzione italiana successivamente sancì le basi per il successivo sviluppo del Terzo Settore. Si affermarono i principi che permetteranno la progressiva affermazione della solidarietà organizzata. Inoltre la piena autonomia dei cosiddetti “corpi intermedi” venne stabilita anche nella prima parte della Carta Costituzionale, con il riconoscimento delle libertà di associazione e organizzazione, della cooperazione e dell’iniziativa privatistica.

 Rinacquero dunque le associazioni rese silenziose dal periodo fascista. Anche il concetto di solidarietà è mutato negli anni, tra il ’60 e il ’70 si intendeva come mera beneficenza, in seguito le parole chiave furono giustizia, partecipazione e prevenzione. Il passaggio successivo fu quello dal welfare state alla Welfare community, in cui lo Stato ha mantenuto il ruolo di regia ma contestualmente sono emersi nuovi attori: le famiglie e appunto, gli enti-no profit. La legislazione a partire dagli anni ’90 ha prodotto la maggior parte delle norme che hanno dato luogo all’istituzionalizzazione del Terzo Settore.

Oggi gli enti no-profit sono circa 300mila in tutta Italia, rappresentano un importante fattore dell’economia italiana anche per l’elevata qualità del capitale umano che contengono, costituendo un’eccellenza da valorizzare per il paese Italia.

Con Farerete onlus abbiamo incontrato Alessandra Bonifazi, già Presidente delle Acli (Associazione italiana lavoratori cristiani) nel Lazio e attualmente Presidente dell’Aps Lazio sociale, per conoscere la sua esperienza nell’esteso settore del no-profit.

Ho avuto il piacere di essere ospite in collegamento telefonico durante la puntata notturna del 21 giugno di Radioimpegno e Lazio Sociale, trasmessa anche su Radio Città futura, per parlare del mio blog (Punto e Virgola) e del volontariato. Adesso vorrei invece saperne di più sulla tua associazione.

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Come nasce l’idea di Lazio sociale?

Lazio Sociale nasce da un progetto di condivisione e di ascolto. Due anni fa ho intrapreso questa nuova avventura insieme ad altre persone provenienti da diverse esperienze associative, tutti consapevoli del fatto che una rete efficace a servizio del territorio, nonché la condivisione di esperienze e risorse, possano dare risposte più adeguate ai bisogni delle persone.

Stiamo vivendo un momento storico in cui i tagli alle risorse, le diseguaglianze economiche e sociali sempre più accentuate, e di conseguenza, l’aumento della povertà, con la diffusa condizione di frustrazione e di incertezza che si manifesta spesso in forma di rabbia, generano isolamento e sfiducia, anche nelle Istituzioni, sempre più distanti dal territorio e dai bisogni reali delle persone e delle famiglie. Una crisi quindi che non è solo di tipo economico ma anche valoriale e relazionale; e una crisi della politica che non sempre riesce a dare risposte concrete ai bisogni del territorio.

Da queste criticità che nasce l’idea di Lazio Sociale, una associazione che crede nel valore di chi, tra le Istituzioni e la Società Civile, lavora con impegno e dedizione e che importanti temi sociali e culturali vadano affrontati in una logica di sistema. Per tale motivo che l’Associazione dà voce a chi opera nel quotidiano attraverso il suo blog (www.laziosociale.com) e nelle trasmissioni di Radio Impegno, che gentilmente ci offre il suo spazio e con cui collaboriamo da oltre un anno, per promuovere politiche di una governance condivisa e strategica tra le Istituzioni e la Società Civile.

Le associazioni sono spesso fonte di un patrimonio di conoscenze specialistiche e avanzate. Qual è il principale settore d’intervento della tua associazione? A chi si rivolge principalmente?

I nostri settori di intervento sono diversi e legati tra loro, perché pongono al centro di ogni discussione e riflessione la persona a 360 gradi, dal sociale, alla cultura, all’agricoltura, al lavoro, alla legalità. Un’attenzione particolare viene data ai più fragili della società, ma anche alle tante forze esistenti, ai c.d. corpi intermedi che spesso negli ultimi tempi sono oggetto di attacco a più livelli, mentre invece devono essere accompagnati e sostenuti perché sono una grande ricchezza per il nostro Paese.

Negli enti no-profit il servizio consiste nell’attenzione specifica e imprescindibile alla soddisfazione del destinatario, dunque incarna la dimensione comunicativa del “prodotto erogato”, alimentando la natura squisitamente relazionale del processo in atto. Quali bisogni, latenti e manifesti riuscite ad intercettare con Lazio Sociale e quali risposte fornite a tali problematiche?

La forza di Lazio Sociale è la rete ed il legame che unisce le persone che lavorano sul territorio, promuovendo le loro iniziative, i progetti, le azioni, dando voce a chi fa e lo fa bene. La nostra associazione valorizza le grandi e piccole realtà che operano nella nostra regione, con l’ascolto ed il dialogo riesce a far veicolare le diverse istanze.

Crediamo nella forza del NOI, lo abbiamo sperimentato in diversi contesti, anche nelle dirette a Radio Impegno, un’occasione questa che evidenzia come la forza dell’unione e la condivisione di valori possano portare ad azioni efficaci.

Il valore del Terzo Settore è rafforzato dal networking, ovvero dal “fare rete” con altre realtà, pubbliche e private. Come si muove Lazio Sociale da questo punto di vista?

Come già detto Lazio Sociale ha fatto della rete la propria forza. La rete è una parola che viene spesso usata ma non sempre è facile raggiungere l’obiettivo sperato.

E’ difficile la condivisione, perché vuol dire mettere da parte un po’ di se stessi per abbracciare l’idea o l’esperienza dell’altro; ma una volta superate le difficoltà e la fatica, rende più forte il legame e l’azione condivisa. Un’ esperienza già vissuta quando Presidente delle Acli del Lazio, insieme a Caritas, Lazio Sociale ed altre organizzazioni, promuovemmo l’Alleanza regionale contro la Povertà. Un’ alleanza forte che ha dato ottimi frutti. Questa è stata la principale, ma non unica, esperienza che ha portato alla nascita di Lazio Sociale.

Il territorio in cui si radica l’azione dell’associazionismo è il Lazio, cosa ci puoi dire di questo territorio e come Lazio sociale opera in esso?

Il Lazio è una regione complessa e varia, per questo richiede risposte diverse in relazione al territorio. Lazio sociale cerca di dare voce alle realtà presenti in tutta la Regione, ma soprattutto a Roma e Latina l’attività è più intensa. L’Associazione ha anche avviato localmente un’interlocuzione con le Istituzioni civili ed ecclesiastiche con le quali il confronto è continuo.

Lazio Sociale opera nel territorio regionale su diversi fronti: con l’organizzazione di eventi, convegni e momenti di confronto da una parte e mettendo a disposizione il proprio blog dall’altra. Il blog è uno spazio virtuale dove vengono condivise iniziative ed esperienze, e dove ci si confronta e interagisce, scambiando pareri, suggerimenti, opinioni su tematiche sociali, politiche e culturali; il blog promuove il Social Link della rete per diffondere le buone pratiche, sia delle organizzazioni del Terzo Settore che delle Istituzioni, e al fine di valorizzare le numerose realtà territoriali.

Una posizione dominante quella della piattaforma online che dall’8 febbraio 2017, giorno della nascita di Lazio Sociale, è divenuta punto di riferimento per gli addetti ai lavori, per gli stessi operatori dell’informazione e che appare sempre più come una vetrina importante per le realtà operanti nel Lazio.

Oltre all’attività legata allo studio e all’analisi dei dati provenienti dai territori della regione, legati al mondo del lavoro, del sociale, dell’economia, dello sviluppo. Dati che Lazio Sociale elabora, porta alla conoscenza dei rappresentanti istituzionali e che vengono utilizzati per alimentare dialoghi costruttivi tra addetti ai lavori e la cittadinanza.

Accoglienza e condivisione sono i valori espressi dalla tua Associazione di Promozione sociale, che utilizza anche gli strumento del Blog per diffondere la sua missione.   Quali obbiettivi ti poni, in qualità di presidente dell’associazione nel presente immediato e nel futuro prossimo?

Nel presente immediato l’obiettivo è quello di ampliare la famiglia di Lazio sociale, soprattutto con il coinvolgimento di piccole realtà che in silenzio e con fatica maturano risultati che mirano ad uno scopo comune: quello di migliorare la società e sopperire a delle situazioni di difficoltà ed emarginazione che non vengono colmate dalle strutture pubbliche con le quali spesso le stesse realtà collaborano.

Nel futuro prossimo l’obiettivo è quello di impegnarsi per rendere le città più vivibili ed accoglienti e quello di diffondere messaggi diversi da quelli che sentiamo in questi giorni, non più rabbia, intolleranza, razzismo, ma accoglienza, condivisione e abbraccio, perché è proprio nell’abbraccio e nell’apertura verso l’altro che si impara a conoscerlo e ad amarlo.

PER SAPERNE DI PIU’:

Lazio Sociale-il Blog

Alessandra Bonifazi

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Tra dottrina sociale e impegno civico: a Latina l’incontro tra la Diocesi e il Forum 015.

Martedì 3 Luglio 2018 alle ore 17,30 presso la sala San Tommaso della Curia, le associazioni del Forum 015 della Provincia incontreranno pubblicamente il Vescovo della Diocesi di Latina- Terracina- Sezze- Priverno Mons. Mariano Crociata. Il tema dell’incontro sarà: ” Una visione condivisa per il futuro- i cattolici nelle organizzazioni per lo sviluppo della comunità“.

Acli, Coldiretti, Confartigianato Imprese, Confcooperative e Compagnia delle opere di Roma e del Lazio si accomunano in una riflessione sociopolitica per animare una visione per lo sviluppo sociale ed economico della comunità pontina. Tramite le proprie missioni associative tracceranno un sentiero comune per una comunità che ha la possibilità di rimettersi in movimento.

Le cinque organizzazioni si sono assunte l’impegno di essere associazioni in uscita, di andare incontro ai cittadini, di essere popolari. di ascoltare, mediare e costruire soluzioni; di elaborare tramite la bussola della dottrina sociale, una nuova prospettiva per la provincia di Latina.

Parleranno rappresentanti per le organizzazioni: il Presidente di Confcooperative Lazio Meridionale Edgardo Bellezza, il Direttore di Coldiretti Latina- Frosinone Piero Greco, il Presidente di Compagnia delle Opere di Roma e del Lazio Maurizio Dell’Unto, il Direttore provinciale delle Acli Nicola Tavoletta, ognuno declinando la propria missione sociale.

Le stesse organizzazioni, poi,ascolteranno, il Vescovo Mons. Mariano Crociata che porterà una riflessione ai dirigenti e alle rappresentanze presenti. Tale appuntamento, aperto ad ogni associazione e ad ogni persona, rappresenta una riunione di storie per un futuro comune, condiviso.

Il Forum 015 riunisce le esperienze ispirate dalla cultura cristiana e della dottrina sociale della Chiesa per cucire nel territorio reti di sviluppo in comunità coese.

A cura di Forum 015

PER APPROFONDIRE:

Diocesi di Latina

Mons. Mariano Crociata

Forum 015: la nuova alleanza sociale di Latina e della sua provincia.

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Forum 015: la nuova alleanza sociale di Latina e della sua provincia.

COMUNICATO STAMPA

Il Forum 015, organizzazione provinciale delle associazioni economiche e del lavoro di ispirazione cattolica, ha ampliato la propria alleanza sociale con la partecipazione di Coldiretti della Provincia di Latina.

Ad accogliere il nuovo importante ingresso con i rappresentanti delle associazioni costituenti: Acli provinciali di Latina, Confartigianato Imprese Latina, Confcooperative Lazio meridionale e Compagnia delle Opere di Roma e del Lazio.

Il Forum 015 ha, in questi due anni e mezzo, tracciato un percorso di confronto interno tra le organizzazioni sui programmi e sui valori, esprimendo le analisi e le proposte tramite seminari, convegni e manifestazioni.

Un laboratorio di soluzioni tramite una convergenza condivisa con la condivisione. La presenza di Coldiretti fortifica una rete territoriale per la dottrina sociale della Chiesa. Latina e il territorio provinciale sono lo scenario nel quale queste cinque organizzazioni integrano le proprie visioni per aspirare ad una comunità unita e creativa.

La guida della Chiesa del Vescovo Mons. Mariano Crociata sta rappresentando un riferimento per il rinnovamento dell’impegno sociale dei cattolici.

La partecipazione di Coldiretti rappresenta un’allargamento della rappresentanza della partecipazione dei cattolici nel costruire una Comunità che aspira a ridurre le diseguaglianze. Si anticipa che martedì 3 Luglio 2018 alle ore 17,30 in Curia Vescovile le cinque organizzazioni incontreranno pubblicamente il Vescovo Mons. Mariano Crociata sul tema “LA VISIONE CONDIVISA PER IL FUTURO- I CATTOLICI NELLE ORGANIZZAZIONI PER LO SVILUPPO DELLE COMUNITA'”.

A cura di FORUM 015

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La necessaria misura del buon senso secondo l’Alleanza Regionale contro la povertà del Lazio.

Dopo l’ultima dichiarazione del Ministro Luigi Di Maio che mette in relazione l’erogazione del reddito di cittadinanza con l’obbligo di un lavoro gratuito di 8 ore da parte del percettore credo sia utile utilizzare la categoria del realismo in contrapposizione alla propaganda e alla volubilità.

Non vogliamo entrare nel merito se ci sono o no le risorse ma di come questa prospettiva abbia i connotati della restaurazione e guardi più ad un passato fallimentare che al futuro.

Alleanza
Tra le loro mille contraddizioni va riconosciuto al movimento 5 stelle di aver reso il tema della povertà un dibattito popolare e non solo circoscritto a specialisti e ricercatori.

Pensiamo, però, che la soluzione proposta non tenga conto del lavoro di quegli specialisti e ricercatori che hanno analizzato e studiato i rischi della povertà sia assoluta che relativa, analisi che hanno prodotto lo strumento del REI (Reddito d’inclusione) che esclude in partenza soluzioni di tipo assistenzialiste ma al sostegno economico si coniuga un progetto personalizzato condiviso con i servizi territoriali(Centri per l’impiego, agenzie regionali per la formazione, Asl, scuola, servizi socio-sanitari, uffici per le politiche abitative) che accompagna il nucleo familiare verso l’autonomia e l’inclusione sociale e lavorativa.

Uno strumento che affronta razionalmente la povertà nella sua complessità, che non trascura la storia legislativa del nostro paese e dei suoi fallimenti e/o successi passati e che obiettivamente presenta ancora limiti normativi ed economici da migliorare.

Semplicemente vorremmo suggerire di affrontare il tema della povertà senza demagogie e ideologismi ma con un grande senso di realismo perché riteniamo che cancellare con un tratto di penna il lavoro fatto sarebbe un errore prima di tutto verso quella parte di cittadini che vorremmo aiutare.

Riteniamo che la ricerca continua di protagonismo da parte di una forza giovane alla sua prima prova di governo nazionale possa solo rallentare le soluzioni. Consigliamo, se ci è permesso, di utilizzare la fatica della condivisione con chi ha una lunga esperienza di prossimità per stabilire priorità, obiettivi e interventi.

Roberto Cellini – Portavoce dell’Alleanza regionale contro la Povertà del Lazio

Fonte: Lazio Sociale https://laziosociale.com/author/laziosociale

Fonte Immagine: www.aclilazio.it

PER APPROFONDIRE:

Laziosociale Spazio di riflessione e confronto democratico

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Pedagogia, progettazione e mission educativa nella Prima Infanzia.

Le lezioni del Master di II livello in “Management dei servizi educativi nella Prima Infanzia” si svolgeranno a Latina, l’organizzazione del corso si avvale della stretta sinergia tra la Diocesi di Latina e l‘Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano.

Obiettivo del master, che si svolgerà nel capoluogo pontino, è formare persone competenti nella progettazione, implementazione, gestione di servizi educativi per la prima infanzia che siano di qualità, sia in ordine alla mission educativa che natura di servizi per la collettività.

download«La nostra iniziativa – ha spiegato S.E.Mons. Mariano Crociata, vescovo di Latina – si inserisce in una prospettiva di promozione della carità, che non è solo assistenza ma anche promozione di chi ha potenzialità e ha bisogno di aiuto, opportunità e incoraggiamento.

Concretamente, il progetto nasce da un gruppo di lavoro, costituito nel 2016 in diocesi. Un’attenta analisi di contesto ha messo in luce l’esigenza di rafforzare e qualificare i servizi di cura della prima infanzia del territorio cittadino, provinciale, ma anche di innalzare la capacità delle persone di implementare i servizi attraverso un’alta qualità gestionale e pedagogica».

master

“Le ACLI provinciali di Latina hanno sempre sostenuto progetti sull’infanzia, dai punto famiglia alle ludoteche sociali, ma anche esperienze di circoli Montessoriani, e hanno accompagnato questa proposta innovativa di formazione”, hanno commentato con una nota i rappresentanti delle Acli locali, presenti al lancio del progetto.

Il Master, che durerà 15 mesi, nel periodo compreso tra settembre 2018 e ottobre 2019, è rivolto a:
– Laureati nei corsi di Laurea in Pedagogia, Psicologia, Lettere e Filosofia, Economia e Commercio, secondo gli ordinamenti didattici precedenti all’entrata in vigore del D.M. 509/1999.
– Coloro che sono in possesso di diploma di lauree specialistiche e magistrali nell’area
pedagogica, psicologica, sociologica, economica, filosofico-letteraria. Le iscrizioni si chiudono il 10 Agosto 2018.

Fonte: Acli  www.acli.it

Per saperne di più:

Offerta formativa Università Cattolica del Sacro Cuore

Acli di Latina

Diocesi di Latina

Brochure Informativa del Master II Livello

 

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Dedicato ai nottambuli: la Radio del Sociale che non dorme mai!

Intervista telefonica a Radio Impegno e Lazio Sociale, sulle frequenze di Radio Città Futura.

Nella notte tra il 21 e il 22 Giugno all’ incirca all’ una e dieci, ho avuto il piacere di intervenire nella trasmissione condotta da Alessandra Bonifazi, in compagnia di Nicola Tavoletta, Caterina Boca e altri ospiti.

Comunicazione sociale, volontariato e associazionismo i temi discussi; anche con le esperienze di Farereteonlus e Dialogo onlus.

Per riascoltare la Diretta Notte!

 

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Solidarietà e sussidiarietà: un approfondimento sul Terzo Settore Laziale della Provincia di Latina e sulle Acli.

Farereteonlus ha posto alcune domande a Nicola Tavoletta, portavoce provinciale del Forum del Terzo Settore del Lazio della Provincia di Latina, direttore delle Acli di Latina e presidente regionale di Acliterra-agricoltura e pesca del Lazio

Risale al 1997 il primo progetto di ricerca della Johns Hopkins University di Baltimora per una definizione univoca di cosa il cosidetto Terzo Settore. Di fatti numerose sono le ragioni che rendono ardua una perfetta definizione in quanto tale ambito si presenta fortemente eterogeneo, è in continua espansione ed è caratterizzato dalla compresenza di fattori economici, politici e sociali.

L’universo del no-profit, costituto da variegati enti di natura privata ha come vocazione fondamentale l’interesse comune, nonostante ognuna di esse adotti metodi e strategie diversificate. L’elemento di distinzione è dato dalla natura mista pubblico-privato, dai criteri di partecipazione e di democrazia ispirati all’inclusione sociale e soprattutto dall’esplicare una funzione di utilità sociale.

 In Italia il Terzo settore (oppure no-profit) si è intrecciato con le vicende storiche del paese, negli anni si sono sviluppate oltre alle azioni di natura missionaria anche quelle di matrice laica inoltre il volontariato si è strutturato in modalità professionale. Questo settore è, ed è stato, senza dubbio un motore di modernizzazione del nostro paese.

Per approfondire l’argomento ho chiesto a Nicola Tavoletta di raccontare la sua esperienza in questo campo d’azione così ampio, qual è quello del no-profit.

L’art.2 della Costituzione italiana cita quale dovere inderogabile del cittadino la “solidarietà politica, economica e sociale”, inoltre nell’art.4 si sottolinea quanto sia importante per il singolo concorrere al progresso materiale o spirituale della collettività.

Solidarietà e sussidiarietà: quale significato assumono queste parole per il Forum del Terzo Settore del Lazio nell’area della provincia di Latina?

Il Forum del Terzo settore è un cartello di diverse organizzazioni, ognuna con una propria matrice

NICOLA

ideologica o culturale, ma tutte rispettano il principio di sussidiarietà, ovvero la funzione di complemento o integrazione, essendo un faro costituzionale, carta che ispira tutti i nostri statuti.

La solidarietà, convergenza o identità di interessi idee o sentimenti, rappresenta la strada alla costruzione delle comunità e, in questa provincia, il Forum sta facendo un percorso di valorizzazione di quest’ultime. La provincia non è “spezzata” ma vogliamo sottolineare le singole identità che ci portano ad un destino comune, da Roccamassima a Suio.

Il Terzo Settore è costituito da enti non riconducibili né allo stato né al mercato, come realtà sociale in continuo mutamento quale identità senti di attribuirgli secondo la tua esperienza?

Il Terzo Settore era definito da Ardigò con una bellissima espressione “mondi vitali”. Io prendo spunto dalla tua domanda dicendo che è il compromesso tra pubblico e privato attraverso il dono. E’ il terzo elemento che collega la comunità.

Sei presidente regionale dell’Acliterra, puoi dirmi di più su questo ente?

Acliterra è l’organizzazione professionale delle Acli che si occupa di agricoltura, pesca ed ambiente. Ha una missione, quella di valorizzare la multifunzionalità del mondo rurale esprimendo la multidealità. Un’agricoltura sociale che valorizzi la comunità e l’ambiente.

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Quali sono le motivazioni che animano il tuo operare nell’area sociale? Ideologia, altruismo o altro?

Tre motivazioni: vocazione, divertimento ed ambizione ideale. Il divertimento io lo intendo nel significato greco, uscire da noi stessi per andare incontro agli altri. L’ambizione ideale è nell’impegno civile e nella passione politica.

La progettualità da sempre accompagna l’operare degli enti no-profit. Quali iniziative, aspettative e ostacoli puoi raccontare nel tuo percorso?

Intanto evidenziamo che la riforma del Terzo Settore fa emergere la co-progettazione tra i tre settori come strumento di sviluppo comunitario. Qui stanno le aspettative. Facciamo un appello affinchè la riforma sia compiuta con gli ultimi decreti correttivi. I problemi? Non li ricordo!

Ritorno sull’appello perché se questo nuovo governo non conclude il percorso costruito nella passata legislatura manda all’aria un patrimonio.

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Puoi dirmi di più sulle iniziative del Forum del Terzo settore di Latina? Nascita, progetti obbiettivi attuali e futuri.

Il Forum del Terzo Settore in provincia di Latina è stato fondato un anno fa da 19 organizzazioni di filiera nazionale o espressione locale. Oggi siamo 21.

In un anno abbiamo girato la provincia con sei tavoli d’incontro pubblici itineranti per far confrontare davanti ai cittadini le associazioni, l’Inps, le Università, la Camera di Commercio, la Regione Lazio e le amministrazioni comunali. Riforma, welfare e lavoro i temi al centro. Abbiamo costruito una rete per la co-progettazione.

Una comunità si è unita nelle tappe di Pontinia, Terracina, Aprilia, Latina, Formia e Gaeta. Un’alleanza sociale nuova, per esprimere l’identità di una comunità e per sviluppare soluzioni sociali e per l’economia.

La testimonianza di Nicola Tavoletta, esperto nell’ambito del Terzo Settore, o no-profit che dir si voglia, apre lo spazio alla riflessione per i nuovi scenari che si configureranno nell’area sociale politica ed economica, a livello provinciale, regionale e nazionale.

Per saperne di più:

Acli di Latina

Nicola Tavoletta Forum Terzo Settore del Lazio

AcliTerra

Forum Terzo Settore Lazio

Lazio Sociale Blog

Comune di Latina

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Benvenuti a Rotondella: ospitalità e turismo gratuiti!

Maximilian Puerstl, psicoterapeuta austriaco, racconta a FareReteOnlus e Dialogo il suo progetto di volontario “Rotondella greeters” – www.rotondella-greeters.com – inserito nell’organizzazione no-profit internazionale “Global Greeters Network”.

Valorizzare il sentimento di appartenenza locale e il turismo globale tramite i “greeters”: questa l’idea alla base dell’iniziativa condotta dall’austriaco Maximilian Puerstl, giunto in Italia recentemente e rimasto innamorato delle bellezze storiche e naturali della piccola cittadina italica di Rotondella.

Nella Basilicata, in provincia di Matera, si nasconde agli occhi dei turisti questa splendido paese, dove si alternano pianure discendenti in direzione della costa e catene montuose con la cima del Monte Coppulo.

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Lo stupendo panorama da un balcone di Rotondella

Rotondella si affaccia sul Mar Jonio, definita dagli antichi greci “Lagaria”, ancora oggi offre per il turista l’opportunità di scoprire storia, natura, arte e cultura attraverso l’ospitalità gratuita dei volontari, i greeters.

Questi ultimi sono alcuni dei cittadini rotondellesi, i quali accompagnano sin dall’arrivo il neo-arrivato in uno scambio culturale all’insegna della gratuità; la qualità della relazione tra ospitante e ospitato si fonda su un concetto di accoglienza estraneo ai tradizionali circuiti commerciali turistici. Una sorta di guida al servizio del turista per accoglierlo ed accompagnarlo alla scoperta del paese.

“Alcuni anni fa ho soggiornato come turista insieme a mia moglie presso Rotondella, in Basilicata. Sono rimasto così affascinato da acquistare un rudere affacciato su di un magnifico panorama, che ho trasformato in una stupenda un’abitazione di pietra. Ancora oggi trascorro buona parte del mio tempo in questa piccolo meraviglioso paesino” afferma Maximilian.

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Maximilian Puerstl, l’austriaco greteer di Rotondella

La nascita di questa iniziativa è legata alla buona volontà di alcuni cittadini.  Infatti, per i Rotondella Greeters “arrivi ospite e riparti da amico”, come recita la claim del loro sito.

Qui è possibile richiedere un “greeter” per visitare la meta turistica preferita; per Rotondella sono disponibili, oltre a Maximilian: Tonino Petrelli, Loris Lorenzi, Mario Donadio, Nivarso Suriano, Salvatore Sagaria, Rudy Marranchelli, Rodolfo Mercelo Salasar e Liliana Castaldi.

“Siamo un gruppo di volontari Rotondellesi che amano il loro territorio e lo conoscono in fondo. Ci muoviamo fuori dai tradizionali circuiti turistici e per questo motivo desideriamo accogliere i viaggiatori in modo autentico, rendendo la visita di un luogo e un’esperienza unica nel suo genere. Per questo motivo abbiamo dato vita a Rotondella Greeters, un progetto senza fini di lucro e volto a promuovere il lato più vero della nostra bellissima zona appartenente all’antica Magna Grecia” sottolinea il greeter Maximilian.

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Un’abitazione di Rotondella, Basilicata, in provincia di Matera

La promessa che accompagna le parole di Maximilian, circa l’esperienza con i Rotondella Greeters, lascia ben sperare i futuri visitatori: “Vi porteremo nei nostri luoghi del cuore e vi faremo vivere le emozioni che essi sanno regalare. Insieme a noi potrete visitare il paese con la sua storia e il mare con le sue spiagge dorate.

 Si potrà visionare l’Oasi del Pantano, protetta dal WWF, visitare gli scavi delle città greca “Heraclea” e “Siris”; camminare sulle montagne, cucinare e mangiare insieme, andare in bici o in mountenbike … Se volete possiamo organizzare appartamenti per dormire, pranzi o cene in ristoranti indimenticabili e inoltre, anche escursioni speciali (barca a vela, rafting etc.) in collaborazione con altre associazioni locali. Il nostro invito? visitate Rotondella e i suoi dintorni con noi! Per contattarci: maximilian@puerstl.com”.

L’esperienza di Maximilian Puerstl con il suo innovativo progetto di volontariato è un’esperienza preziosa per noi di FarereteOnlus e Dialogo: vogliamo dar voce e sostenere tutte le iniziative umane e sociali che meritano di essere raccontate per il loro valore aggiunto d’ispirazione sociale e culturale.

Per saperne di più:

Profilo Facebook di Maximilian Puerstl

Rotondella Greeters

Global Greeter Network

Comune di Rotondella

 

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Una vita al servizio dell’Arte: Virginia Barrett racconta la sua “Dolce Vita”.

A tu per tu con l’artista creativa e poliedrica, produttrice e regista del cortometraggio “A me resta la speranza!”.

Arte e ingegnosità sociale possono dar vita ad un connubio virtuoso.Questo è il caso dell’attività artistica di Virginia Barrett, vincitrice del primo premio di Rai Cinema Channel nel 2018 con un cortometraggio che narra la drammatica storia di una ragazza sopravvissuta agli sbarchi a Lampedusa.L’autrice intende comunicare valori ed emozioni all’insegna della solidarietà al fine di avvicinare il pubblico a quel sentimento fraterno di umanità, troppo spesso oggi relegato ad un angolo dall’odierna società.

 

Cara Virginia, mi piacerebbe conoscere il tuo percorso di vita. Nella tua carriera hai spaziato dalla recitazione teatrale alla musica, passando per la televisione, la regia e la produzione, fino all’utilizzazione del tuo talento artistico nell’impegno sociale. A breve, (precisamente il 18 Giugno 2018), si svolgerà il convegno da te ideato e organizzato a Roma,presso la Sala Protomoteca del Campidoglio, dal titolo “La Dolce Vita”.

Ci puoi dire di più su questa iniziativa?

Carissima Flavia, è stato un piacere conoscerti ed apprezzare la tua spiccata sensibilità.

La mia vita artistica ha avuto inizio molto presto, all’età di 9 anni, in quanto ho avuto una nonna pianista (una contessa pugliese) e due  zii professori : uno dei due aveva una Galleria d’Arte e l’altro, che amava scrivere poesie, mi ha insegnato l’inglese e il latino quando avevo 5 anni; per non parlare della mia trisavola, la poetessa inglese Elizabeth Barrett Browning che tutti conoscono per i suoi famosi versi “Se vuoi amarmi, amami se non che per amore…”

La naturale conseguenza era una predisposizione alla musica e alla scrittura. Nasco infatti come pianista, Laureata in Pianoforte, scaraventata sui palcoscenici italiani da quello che fu il mio maestro di Teatro Guglielmo Ferraiola. Ed eccomi quest’anno a festeggiare le mie Nozze d’Argento con l’Arte a tutto tondo.

Chiaramente il percorso di un artista è costellato da tante sperimentazioni nei vari settori e, dunque, non potevano mancare la Televisione e il Cinema sia in qualità di attrice che di autrice e regista, senza trascurare la Conduzione di Eventi e la scrittura: ho pubblicato un libro di Poesie “A fior di Labbra”, una fiaba “La Fantasiosissima Nullastopoli” dalla quale ho tratto un Musical di inclusione sociale e un album discografico dal titolo “Solo i miei occhi nell’Universo” con le meravigliose composizioni del M. Riccardo Cimino  e la voce del Soprano Rosa Ricciotti, nel quale racconto il mio straordinario e complesso percorso spirituale di conversione e di ricongiungimento totale a Dio.

E’ chiaro che in un viaggio così articolato l’Arte non possa essere più intesa come sterile esercizio di vanità, ma come un servizio all’altro e uno strumento di avvicinamento a Dio.

Oggi,ciò a cui tendo è un’armoniosa realizzazione di progetti artistici che abbiano un fine sociale….ecco perché la scelta di un tema come quello della Dolce Vita, che ha rappresentato un periodo storico di mondanità ma anche di grande cambiamento.

La mia “Dolce Vita” è quella attuale, nella quale realizzo tutto ciò che vedo nei miei sogni sempre con un fine esterno al mio piacere e dedito agli altri.

Il 18 Giugno dalle 10,00 alle 14,00 nella Sala della Protomoteca del Campidoglio si terrà il Convegno dal titolo “La Dolce Vita” – Quando Roma era l’ombelico del mondo, organizzato dalla Naschira Produzioni partner della Barrett International Group. Il Convegno celebra i 60 anni delle origini leggendarie della Dolce Vita: era il  5 Novembre 1958, quando in un noto locale di Trastevere, la bellissima attrice e ballerina turco armena Aiche Nanà, improvvisò uno spogliarello che finì su tutte le testate giornalistiche Nazionali ed Internazionali.

Da quel momento in poi Roma divenne “l’ombelico del mondo”.

Al Convegno, nel quale interverranno illustri Oratori ed Ospiti ( tra i quali il soprano Sara Pastore figlia di Aichè Nanà), seguirà un Evento su Via Veneto il 5 Luglio con Esibizioni di ballo dei ballerini della FIDS, sfilata di auto d’Epoca organizzata dall’Associazione Circuito Storico Auto d’Epoca S. Marinella – Trofeo La Dolce Vita, sfilata di Moda a tema con le creazioni della stilista Lara Roggi e le Modelle della Scuola di Portamento di Gloria Salipante ,la presenza degli allievi della Fashion Look Accademy di Roma e della curatrice di Look Rossella Mamone, Esibizioni di canto con il soprano lirico pop Elena Martemianova e di musica con  il Fisarmonicista Carmine Turilli accompagnato dalla ballerina Fabiola Zossolo e tante altre sorprese.

Non mancheranno momenti di inclusione sociale, in quanto il progetto nasce con un alto obiettivo umanitario che a breve faremo conoscere sul web e alla stampa.

programma

Dunque “La Dolce Vita” assume un significato diverso da quello lasciato in eredità dal cinema nell’immaginario collettivo.

Qual è stato il percorso di vita che ti ha portato ad impegnarti socialmente?

Tutto è partito dall’incontro con Padre Pio da Pietrelcina quando ero ancora una bimba di 2 anni.

Da lì tutto si è mosso secondo una volontà Superiore alla quale non possiamo sottrarci, soprattutto se il  cuore è predisposto ad abbandonarsi dolcemente.

Un lungo cammino spirituale partito nel 2004 a seguito di un altro incontro importante con la figura di Padre Pio e di San Francesco di Paola (del quale ho messo in scena la vita nel 2007) e oggi confluito in un percorso carismatico nella Comunità “Gesù Ama” di Roma sotto la guida di Padre Emidio Alessandrini.

Attualmente sto girando l’Italia con un mio Docufilm sugli sbarchi clandestini e improntato sul tema dell’assuefazione al dolore. Il Film, che ha come protagonisti Marcia Sedoc e Michele Celeste, ha vinto il Premio Sorriso Diverso Rai Cinema Channel nel Festival Internazionale Tulipani di Seta Nera e il Premio Speciale della Giuria nella Rassegna Internazionale MED-LIMES “Ai confini del Mediterraneo”.

Faccio laboratori di teatro, poesia e musica con giovani immigrati beneficiari di CAS,seguo progetti di inclusione sociale per ragazzi affetti da varie disabilità, curo una Rassegna Teatrale al femminile durante il mese della Giornata Internazionale contro la violenza alle donne per raccogliere fondi da destinare ad organizzazioni umanitarie e cristiane che si occupano di progetti legati alle donne disagiate, combatto le dipendenze giovanili quali alcol, droghe, fumo, gioco d’azzardo e musica deleteria ascoltata in discoteca, seguo progetti contro il bullismo e manifestazioni per curare l’ambiente in particolar modo il mare, fonte di benessere universale.

Che dire?!…..Semplicemente …non mi annoio!

Sei molto dedita alle attività pedagogico-artistiche nelle scuole. Da dove nasce la tua esigenza di “cura per il prossimo”?

Cerco di portare il mio piccolo contributo soprattutto laddove sia molto necessario, ossia tra i giovani che attualmente, vivono in gran confusione a causa di una grave perdita di valori spirituali, morali ed umani. Combatto faticosamente per lasciare piccoli gesti d’Amore in un Universo martoriato dal bieco interesse personale e da illusori “valori” come il denaro, il sesso, il potere.

La cultura è un tema delicato. Molto spesso la scuola pubblica si limita a trasmettere le nozioni passivamente, mentre lo studente ha bisogno di essere protagonista del suo apprendimento anche con insegnamenti eclettici e trasversali.

Quale ruolo assume in tal senso l’espressività artistico-teatrale e in quali contesti secondo te è più opportuno utilizzarla?

Tutte le espressioni artistiche giocherebbero ruoli determinanti nella formazione dell’essere umano se solo ci rendessimo conto della loro importanza.

Tutti pensano che i bisogni quotidiani siano la priorità, ma nessuno ha compreso la subdola malia del Male che sta distraendo la nostra attenzione da ciò che serve a formare un individuo sano nel cuore e nel corpo e che solo con persone luminose e colme di amore si può costruire una società vera.

L’Arte, in tutte le sue espressioni, giocherebbe un ruolo determinante. Inoltre, abbiamo dimenticato che il vero motore economico di un Paese è la cultura.

 In cosa consistono le attività che coordini con l’Associazione Naschira?

L’Associazione Naschira è nata nel 2007 a supporto della mia attività di attrice, ma poi, pian piano si è trasformata nella mia occupazione principale. Attualmente è stata assorbita dalla Barrett International Group che rappresento come Presidente e che supporta tutte le attività artistiche, culturali e sociali per le quali vivo un impegno in prima persona.

Oltre a quelle citate prima, abbiamo progetti di ricerca talenti dai 6 anni in su nei vari settori: musica e canto (Il Vinile d’Argento – Premio Internazionale di canto e musica dedicato a Jimmy Fontana con la Presidenza di Vince Tempera e la Direzione Artistica dei due figlioli di Jimmy: Andrea e Luigi), Teatro ( Il Grand Prix del Teatro, Festival di Teatro itinerante), Danza ( Dancing for you, Festival Internazionale di Danza) ecc.

(vedi www.barrettinternationalgroup.com)

tre ante

Raccontare di sé e del proprio vissuto artistico presuppone una scelta di fondo che si allinea ad un percorso di vita costruito di sogni, progetti e ambizioni, ma anche di delusioni, amarezze e desideri incompiuti, insomma, ognuno ha la sua storia. …Ci racconti la tua?

Il percorso di un artista è costellato da tanti momenti, belli e brutti, dall’incontro con persone determinanti, capaci di segnare la sua crescita o la sua distruzione. Importante è riuscire a trasformare sempre tutto in gioia e luce, in modo da essere coerenti con i bisogni della propria anima, ma soprattutto conquistare la consapevolezza che è finito il tempo degli artisti cosiddetti “maledetti”. Per raggiungere il proprio obiettivo, oggi, ciò che conta è essere lucidi, gioiosi e irreprensibili… assolutamente in grazia di Dio, altrimenti non succede nulla, o meglio, ciò che succede è solo una malia, che prima o poi ci condurrà nel baratro.

Ecco la mia storia e il motivo per cui oggi tendo solo alla comunione con Dio.

Per saperne di più:

Barrett International Group

Canale Youtube- Video Evento “La Dolce Vita” Giugno 2018

Pubblicato in: Comunicazione e Società

La casa della poetessa di Riace: dalla disperazione alla speranza.

Daniela Maggiulli, volontaria nell’antico borgo della Locride, ci racconta l’utopia della normalità.

foto daniela
Al centro Daniela Maggiulli, volontaria a Riace

Farerete Onlus e l’associazione Dialogo dopo aver partecipato all’appello della Rete dei Comuni solidali  svoltosi tra il 25 e il 27 Maggio 2018 hanno deciso di intervistare una delle protagoniste locali del virtuoso fenomeno interculturale che si è verificato nel piccolo borgo riacese.

Sin dal 1996, data di arrivo delle prime popolazioni curde in Calabria, si è costruita nel tempo un’idea di ripopolazione del paese attraverso il metodo dell’accoglienza, fino ad arrivare a quello che oggi sembra essere un esperimento antropologico: presenti stabilmente nazionalità mediorientali, siriane, pakistane, afghane, africane, insieme a quella italiana.

Nei piccoli appartamenti del borgo più di 500 persone immigrate trovano ospitalità e impegnano il loro tempo in botteghe artigianali e lavori manuali; una ricostruzione nuova, quella attuata dal sindaco Domenico Lucano, che non trova precedenti storici nella vita del paese.

 Fino a poco tempo fa il metodo di accoglienza reggeva grazie ai Progetti Sprar, Cas e minori non accompagnati, ma ad oggi (seppur l’annosa vicenda sia iniziata nel 2017) pare che la situazione non sia più ritenuta sostenibile dallo Sprar.

 Al di là delle vicende politiche, quello che emerge da tutta questa situazione è la straordinaria forza dell’umanità e della fratellanza espressa dalla cittadinanza. Quest’ultima, pur di far rinascere un luogo abbandonato, si è spinta nei limiti di quella condizione umana che chiamiamo utopia, sogno e anche chimera. Nel “Libellus” di Tommaso Moro (1516) si rintraccia per la prima volta la parola utopia, derivante dal greco antico ou (non) topos (luogo); il nome di un paese ideale (Insula Utopia) che significa “luogo che non esiste”.

Eppure, in questo “posto senza tempo” che costruisce legami tra culture diverse “è possibile respirare gioia nell’aria”, ci narra Daniela Maggiulli, insegnante di inglese pugliese in aspettativa e ferma sostenitrice del modello Riace, che ha contribuito a sostenere creando nel borgo calabrese “La casa della poetessa” insieme al suo figlio africano, il ventenne Kader.

“Lo scorso anno avevo davanti a me due scelte: la prospettiva di sentirmi incompleta come persona oppure la scelta di una nuova vita” afferma Daniela, che ha trovato nella comunità riacese e nelle sue attività di volontariato la possibilità di curare l’anima dalle sofferenze.

“La mia casa è stata Riace….Purtroppo una grave sofferenza familiare personale ha fatto sì che io rivalutassi i valori intorno a cui ruota la vita. Inizialmente affittai una casa poi ne acquistai 3 adiacenti nel borgo per dedicarmi ad un progetto legato alla problematica familiare, ma non è stato possibile.

In seguito ho deciso di dedicarmi all’aiuto del prossimo, a tutte le persone anziane che sono presenti qui e ai profughi e richiedenti asilo.” Daniela ci racconta che la maggior parte delle persone italiane presenti sono anziani e anche disabili i quali necessitano anche solo di una parola, un gesto di solidarietà.

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I fiori nei tubi del borgo curati dagli abitanti

La poetessa di Riace ha creato un orto sociale, nei vicoli abbandonati vecchi tubi colorati destinati all’edilizia si sono tramutati in vasi verticali dove crescono lattughe e pomodori, grazie alla cura data loro dai bambini, dai vicini di casa e dagli abitanti. Quella che la poetessa chiama “la favola di Riace” sarebbe poter garantire la vita a chi nasce in quel piccolo angolo della Calabria.

“Adesso vorrei trasformare uno dei 3 appartamenti in un Laboratorio pluriculturale, dove ospitare ed organizzare attività per i bambini disagiati, per gli adulti immigrati e per i profughi, sempre all’insegna del volontariato, che ha sempre caratterizzato la mia presenza qui” sostiene Daniela. “Dopo aver condiviso con gli immigrati la disperazione di fondo ho trovato con loro il coraggio di risalire, di costruire, laddove non c’era più nulla, nel senso di rapporti umani e relazioni, oltre che di opportunità”.

 “Il volontariato di Riace si avvale inoltre di attivisti londinesi, che giungono fin qui per dare una mano” continua Daniela, “questa mia idea del laboratorio tra culture vorrebbe iniziare nell’estate, il prima possibile e sto cercando volontari, vorrei infatti ospitare nell’appartamento alcuni artisti per condividere la vita del borgo, i quali manifestino un’adesione morale e anche politica, al progetto del sindaco uscente, Domenico Lucano”. Daniela ci racconta infatti di un’idea di condivisione inclusiva a 360 gradi, dalle attività di lettura e scambio culturale fino alla condivisione delle tradizioni culinarie delle variegate nazionalità.

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Un’artista decora una parete a Riace

 Per realizzare tutto ciò servono dei partner adeguati e la poetessa, vorrebbe allargare la partecipazione anche  ai volontari dei progetti svolti nel vicino comune di Camini e degli altri paesi limitrofi nella sua nuova avventura. Daniela ha infatti lavorato per un breve periodo come manager per una ONG che si occupa di immigrazione proprio nell’adiacente comune.

Non nasconde che l’idea di universalità delle culture, che condividono tradizioni, religioni e modi di vivere diversi assuma anche dei connotati difficilmente comprensibili per la cultura occidentale: “una bambina mediorientale, la quale ha compiuto da poco 12 anni e ha partecipato alle mie attività lo scorso anno, è venuta da me piangendo poiché il padre ha deciso che, essendo divenuta donna, dovesse stare rinchiusa in casa… Sarebbe bello poter progettare percorsi a lungo termine per situazioni simili… A lunghissimo termine” afferma a malincuore la poetessa di Riace.

La nostra intervista si conclude con parole di speranza, quelle di Daniela che crede e spera in una progettualità futura qui, nello sperduto paesino della Locride, da continuare un giorno  con il figlio africano, Kader: “vorrei continuare qui insieme a loro, ideando e realizzando una scuola di italiano, di francese, laboratori di arte nelle strette strade del borgo, uscite sul territorio alla scoperta della cultura mondiale, tutti insieme.”

La testimonianza di Daniela Maggiulli rappresenta, per noi di FareReteOnlus e Dialogo, la voce di un’umanità che non vuole soffocare, che non si arrende e che nonostante le asperità della vita e del mondo continua a lottare senza mai arrendersi.

Cara Daniela, noi facciamo il tifo per te!

Per approfondire:

Pagina Facebook di Daniela Maggiulli

Riace Città Futura

Articolo de “La Repubblica” su Riace