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Il premio per tesi di laurea su tematiche del Project Management .

Bando di concorso

L’Istituto Italiano di Project Management (ISIPM) intende attribuire un premio per lo svolgimento di una tesi di laurea, triennale o magistrale, su tematiche riguardanti il project management, con particolare riferimento ai seguenti argomenti:

• il project management a supporto della innovazione tecnologica e/o organizzativa,

• tools informatici a supporto del project management,

• il ruolo del project manager nelle organizzazioni: qualificazione e requisiti di conoscenze, abilità e competenze,

• project, program e portfolio management a supporto delle strategie dell’organizzazione,

• esperienze di metodologie innovative di project management: Agile PM, Scrum PM, ecc.,

• il Project Management Office ed il suo ruolo chiave nella diffusione della cultura di project management nelle organizzazioni

Punto e Virgola Premio tesi Isipm

Il premio di Euro 5.000,00 sarà suddiviso, a insindacabile giudizio di una commissione scientifica composta da studiosi ed esperti delle tematiche sopra indicate, tra 3 tesi ritenute meritevoli secondo la seguente modalità: 1° premio 2.500 euro, 2° premio 1.500 euro, 3° premio 1.000 euro. La commissione si riserva il diritto di assegnare un numero minore di premi e/o di operare una diversa suddivisione dell’importo del premio.

Possono partecipare al concorso i laureati di ogni Facoltà e di ogni Università italiana, che hanno conseguito la laurea triennale o magistrale nel periodo 1 settembre 2017 – 31 luglio 2018. Il premio non può essere attribuito a coloro che hanno usufruito o usufruiscono di analogo premio o borsa finanziati da Enti Pubblici e soggetti privati.

La premiazione avverrà il 26 ottobre 2018 nell’ambito dell’evento PMexpo 2018 che si svolgerà a Roma presso l’Auditorium del Massimo, via Massimiliano Massimo 1

Modalità di presentazione della domanda.

La domanda di partecipazione redatta in carta semplice dovrà essere inviata a mezzo posta elettronica (segreteria@isipm.org ) entro e non oltre il 15 settembre 2018. Non saranno prese in considerazione domande pervenute successivamente alla suddetta data e/o mancanti della documentazione di seguito specificata

La domanda dovrà contenere:

• dati anagrafici aggiornati, recapiti telefonici ed email per ogni eventuale comunicazione

• titolo della tesi, relatore, università e corso di laurea, data della discussione

• certificato di laurea con indicazione della data di conseguimento

• abstract della tesi, max 2.000 caratteri

• una copia della tesi in formato elettronico (formato .pdf)

• dichiarazione di accettazione del bando e di inappellabilità alle decisioni della Commissione

• autorizzazione al consenso al trattamento dei dati personali ai sensi del D.lgs 196/2003 e del Regolamento UE n. 2016/679 (Allegato A)

• copia fronte retro di un documento di identità in regolare corso di validità

L’Istituto Italiano di Project Management si riserva di pubblicare una sintesi delle tesi vincitrici sul proprio sito o su altre pubblicazioni promosse dall’Ente stesso, congiuntamente al nome del tesista.

Si informa che ai sensi dell’art. 50 DPR n. 917/1986, il trattamento fiscale delle somme percepite a titolo di borse di studio, assegni, premi o sussidi corrisposti a fini di studio è assimilato a quello di lavoro dipendente.

Fonte: www.isipm.org

PER APPROFONDIRE:

Scrivi alla Segreteria Isipm

Istituto Italiano di Project Management

 

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L’eccellenza nel turismo: il Premio Viandanti Sociali 2018.

COMUNICATO STAMPA

Lunedì 16 luglio prende il via la I edizione del Premio Viandanti Sociali 2018 promosso da Lazio Sociale, Acli Terra Lazio e Asso Extralberghieri per valorizzare le strutture extralberghiere (Guest house, Affittacamere; Ostelli per la gioventù; Hostel, Ostelli; Case e Appartamenti per vacanze; Case per ferie; Bed & Breakfast; Country house, Residenze di campagna; Rifugi montani; Rifugi escursionistici; Case del Camminatore) presenti nella Regione Lazio che per servizi e attività sono meritevoli di essere portati a conoscenza sotto il profilo dell’innovazione tecnologica, del biologico e dell’accoglienza alle famiglie.

Il Premio Viandanti Sociali 2018 si articola in quattro sezioni per ogni categoria:

  • Sezione A – Premio Bambini in Viaggio, destinato alla struttura, che ospita le famiglie con bambini dai 0 ai 14 anni di età, dotata di soluzioni ludiche, didattiche, creative, sportive, nonché di metodi e strumenti tecnicamente innovativi con contenuti valoriali e pedagogici;

 

  • Sezione B – Premio La Casa Tecnologica, destinato a premiare la struttura che abbia creduto in questa forma di tecnologia, la domotica, con il fine di rendere più piacevole e confortevole il soggiorno dell’ospite, il nostro “viandante sociale”.

 

  • Sezione C – Premio Cultura Biologica, destinato alla struttura con l’offerta enogastronomica, che nell’equilibrio tra innovazione e tradizione, promuove la cultura biologica e la ecosostenibilità delle lavorazioni, nonché la esclusività delle materie prime e la originalità dei menù.

 

  • Sezione D – Premio Comunicare il Territorio e l’appeal turistico on line, destinato a premiare la struttura che avrà gestito al meglio il proprio piano di comunicazione on line, coniugando il proprio sito web con gli altri social network e creando una strategia in grado di comunicare il territorio su cui opera e lo stesso appeal turistico inteso come servizi e di percezione dell’accoglienza e di servizio al cliente.
download la soc
Lazio Sociale, il blog che ospita “Viandanti Sociali”

Il Premio Viandanti Sociali – dichiara, Alessandra Bonifazi, Presidente di Lazio Sociale – nasce dallo spazio Viandanti Sociali del blog di Lazio Sociale dedicato al turismo, all’ambiente, all’agricoltura, alla scoperta del territorio e delle tradizioni della Regione Lazio. I Viandanti Sociali percorrono strade e città, e in ogni viaggio condividono la bellezza della nostra terra e ci fanno partecipi del loro meraviglioso viaggio. In questa scoperta, insieme ad Acli Terra e Asso Extralberghieri, vogliamo dare particolare attenzione alle strutture extralberghiere dotate di standard qualitativi sempre più avanzati che ne evidenzino il valore aggiunto e l’eccellenza nell’offerta”. “E’ un riconoscimento nuovo – prosegue Bonifazi – che va a premiare chi lavora con impegno e creatività investendo sul territorio.

download (1)Acli Terra sente di poter dare un percorso identificativo, premiando la qualità degli agriturismi e della ospitalità rurale in generale – dichiara Agostino Mastrogiacomo, Presidente di Acli Terra di Latina e chef internazionale – Sarà una esperienza che ci aiuterà a mettere in rete l’economia del turismo rurale per promuoverlo sempre maggiormente nei canali nazionali ed internazionali. Saremo molto attenti ad accompagnare gli agriturismi in questa selezione per far emergere le qualità e le potenzialità”

nuova-testata-asso-e1490728714319La Asso Extralberghieri – spiega il Presidente Massimo Barbato – è da sempre promotrice di iniziative che consentano agli host di essere stimolati a fare sempre meglio sia in rapporto ai turisti che alla città e al territorio. Approfondire e formare sono due elementi necessari alla crescita di qualunque realtà ed è per questo che sono dei punti fermi della nostra associazione. Per questi motivi siamo presenti in questa stimolante iniziativa che promuoviamo con forza poiché potrà contribuire alla crescita dell’ospitalità turistica del nostro territorio.

Dal 16 luglio al 15 settembre sono aperte le candidature del Premio Viandanti Sociali 2018; sono ammesse alla valutazione le segnalazioni pervenute al Comitato organizzatore entro il 15 settembre 2018 alla seguente e-mail: premioviandantisociali@gmail.com.

I vincitori verranno proclamati nel corso dell’evento pubblico di Premiazione che si terrà nel mese di novembre 2018

Il regolamento e la scheda della candidatura sono disponibili sul sito di http://www.laziosociale.org

regolamento premio viandanti sociali 2018

scheda candidatura premio viandanti sociali 2018

Fonte: www.laziosociale.it

PER SAPERNE DI PIU’:

Lazio Sociale, Acli Terra e Asso Extralberghieri: PREMIO VIANDANTI SOCIALI 2018, un premio dedicato all’innovazione e alla creatività

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Un binomio indissolubile: politica e pedagogia nel dibattito Labdem Aprilia

Una riflessione ragionata sull’incontro “Giovani politica e questione morale” tenutosi ad Aprilia il 9 Maggio 2018 presso “Il Quadraro” e organizzato dalla Scuola di formazione Politica di Laboratorio Democratico.

Il legame tra pedagogia e politica ha vecchie e salde radici , già nel V sec. a.c. Tucidide definiva la polis nei termini di “un’impresa educante”poichè la partecipazione a manifestazioni pubbliche generava nel cittadino l’intima coscienza di essere parte di una comunità.

Su questi presupposti si sviluppa ancora oggi la dialettica tra cittadino e istituzioni e sono proprio i principi dell’ antica democrazia ateniese a ispirare le attività sperimentate dalla scuola di formazione politica LabDem; la lezione del passato, valida ancor oggi è nella valenza pedagogica che fonda il proprio modello educativo-informativo sullo sviluppo delle qualità morali, sul senso di responsabilità civica ed in una cosciente identificazione del cittadino con la comunità.

L’ambizioso obiettivo che il Laboratorio democratico si pone è far emergere l’azione unitaria delle due discipline, pedagogia e politica, recuperando la carica ideale contenuta in entrambe le materie affinchè l’uomo possa andare oltre la cultura individualistica in cui è sommerso, egli non riesce a scorgere nel suo orizzonte l’aspirazione verso ideali universali.

La cultura del rispetto dei diritti è fondamentalmente il risultato dell’educazione, come ricorda H.Arendt:

La vita politica è proprio di coloro che amano stare con le altre persone, non sopra, nemmeno accanto o, peggio, altrove; di coloro che conducono la loro vita insieme a quella degli uomini e delle donne comuni, stando dentro le relazioni personali e di gruppo, quelle relazioni che, nel loro insieme, fanno, di una semplice somma di individui, una società (2001).

Pensare e agire politicamente si basano sull’impegno e sulla responsabilità ai fini della realizzazione di tutti, questo dunque il significato del servizio del bene comune, il quale assume diversi connotati a seconda del periodo storico in cui si situa.

La riflessione posta nel dibattito Labdem intende la scuola politica quale fornitrice di strumenti per migliorare la convivenza civile, si tratta di una socializzazione che non passa attraverso processi di modellizzazione ma si pone come da essi indipendente, Labdem vuole identificare e trasmettere quegli elementi necessari ad una rielaborazione interpretativa e ad un’ analisi critica funzionale alla costruzione di una personale visione del mondo.

Il riconoscimento, il rispetto e l’educazione alla politica possono condurre ad un reale processo di democratizzazione fino alla divulgazione dei diritti umani quale premessa necessaria nella realizzazione della vita delle persone all’interno dei sistemi nazionali e internazionali.

Eppure, nonostante le migliori premesse nell’attuale momento storico assistiamo al degrado e all’egoismo di una politica che difetta fortemente di etica e pedagogia, gli unici obbiettivi rintracciabili sono la prospettiva di un arricchimento e il desiderio di occupare cariche. Paradossalmente è una politica “sola” che invece di rinsaldare legami è fonte di divisioni e genera dilettantismo, superficialità e fanatismo.

Come ha sottolineato nel dibattito il prof. Salvo Andò, Presidente Nazionale del Laboratorio Democratico: -“…a prevalere oggi sono le ragioni della demagogia, in un paese povero culturalmente, a quali eroi o esempi virtuosi possono accingere i giovani?”– il professore infatti ha constatato con certezza il verificarsi della crisi del modello educativo in generale; quello odierno è un tempo in cui l’unica prospettiva possibile è il presente e dove i diritti fondamentali, sanciti dalla nostra Costituzione sono intesi alla stregua di favori e non frutto di conquiste, citando a tal proposito il diritto al lavoro.

Andò ha poi ricordato che nell’educazione alla politica gli strumenti adatti sono rappresentati dal dialogo e dalla persuasione e non sono assimilabili alla propaganda.

Il prof. si è soffermato inoltre su un altro punto di riflessione: lo sviluppo della cittadinanza attiva e della coscienza civile nelle persone sono il risultato della capacità di stare insieme secondo il principio della coincidenza tra la teoria e la prassi da cui emerge quel fondamentale valore che è l’etica, oggi più che mai dimenticato nel dibattito pubblico. Emerge dunque, con forza, la rilevanza intrinseca di far notare che la Costituzione italiana è attraversato da un sottile e invisibile filo rosso, che rappresenta la sintesi del dettato costituzionale: la dignità umana.

L’emergenza educativa nel versante politico sociale e culturale richiede un grande e costante impegno, del quale cui Labdem si fa carico: una lotta contro la cultura del degrado, dell’ignoranza e dell’ individualismo, che soltanto nell’unione degli intenti e nella condivisione di un futuro comune migliore, potrà essere alla portata sia del singolo che della società tutta.

Nel dibattito sono intervenuti: Oscar Tortosa Rappresentante politico Labdem Lazio; Gabriele Piermartini Coordinatore regionale Labdem Lazio; Salvatore Abbruzzese Responsabile organizzativo regionale Labdem Lazio; Emilia Ciorra Responsabile sviluppo territoriale scuola di formazione politica FarePolitica; Flavia Anastasi Responsabile Comunicazione Labdem Aprilia; Briseida Bocari, Alessandra Cirillo, Claudio Curzola, Luigi Cafolla, Valeria Leva, Massimiliano Di Fabio ed esponenti della politica locale.

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Aprilia- il primo dibattito della Scuola “Fare Politica” di Laboratorio Democratico all’insegna della partecipazione attiva.

Il convegno della Scuola di formazione politica dell’on. Salvo Andò si terrà ad Aprilia il 9 Maggio per ridare un senso all’impegno nelle istituzioni.

 Innovazione sociale e tutela dei diritti sono troppo spesso relegati ad un angolo nella società odierna, soprattutto a livello locale. Per arginare l’imponente deriva socio-culturale, politica economica e valoriale che accompagna il sistema del funzionamento della “res publica” attuale e presentare alternative valide e concrete all’insegna della certezza dei diritti, della partecipazione e dell’inclusione sociale, il Laboratorio democratico di Aprilia organizza un convegno dibattito intitolato: Giovani politica e questione morale, che si svolgerà mercoledì 9 Maggio 2018 presso la caffetteria Al Quadrato in Piazza dei Bersaglieri n.32 alle ore 18,45.

Interverranno il coordinatore regionale di “LabDem” Gabriele Piermartini, il presidente nazionale di “LabDem” Salvo Andò, il candidato regionale di “LabDem” Oscar Tortosa, il responsabile organizzativo regionale “Lab Dem” Salvatore Abbruzzese, la Responsabile Sviluppo territoriale provinciale Scuola di Formazione politica Dott.ssa Emilia Ciorra.  La proposta della Scuola di formazione politica intende dare forma concreta alle idee dei giovani e ripensare l’educazione politica sui territori come una sfida da affrontare con impegno etica e passione all’insegna della cittadinanza attiva in uno scenario in continuo mutamento.

La scuola “FarePolitica” è guidata dal Responsabile nazionale di LabDem on. Salvo Andò il quale a tal proposito afferma che: «Oggi dobbiamo superare il concetto di solidarietà,  che ha in sé un carattere di doverosità che non presuppone la spinta e la pulsione che la fraternità può sprigionare.

La fraternità presuppone un rapporto amicale quel senso vero di amicizia, che porta all’amore cristiano, una condivisione di futuro, una capacità di stare insieme sullo stesso piano, un rapporto paritetico tra Istituzioni e cittadino. Abbiamo tutti bisogno di superare invidie, beghe, lotte all’interno della stessa compagine partitica. Abbiamo tutti bisogno di un’identità condivisa, che solo il partito può rappresentare. Il partito come dimensione valoriale comunitaria, il partito come raccordo tra Popolo ed Istituzione, in grado di traghettare i bisogni dei cittadini».

La formazione politica del Laboratorio Democratico, voluta dall’On. Gianni Pittella ha iniziato il suo percorso ad Ercolano nel Gennaio 2107 ed ha visto la partecipazione di oltre 90 giovani provenienti da tutta Italia, ispirata dai valori riformisti socialisti e democratici con l’obiettivo di rispondere alla domanda emergente di capire la politica dei cittadini.

Per approfondire:

Contatti: labdem.aprilia@gmail.com o il nr. 348.6557653 (Claudio Curzola).

RadioRadicale- Scuola politica Labdem

Labdem sito ufficiale

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Inclusiva e solidale: la cura dell’Agricoltura sociale.

Gli Orti sociali nelle città rispondono alla domanda dei cittadini di relazioni autentiche e di ruralità: laboratori sociali che non si limitano più, come negli anni passati alla mera socializzazione dei più anziani ma estendono la loro funzione ad una pluralità di soggetti: dai disabili a coloro che si trovano in una situazione di svantaggio economico fino ai migranti.

Restringere la platea dei partecipanti al limitato ambito di “categorie speciali” però sarebbe oggi un’operazione riduttiva: la pratica degli orti sociali è anche appannaggio di una cittadinanza attiva desiderosa di mantenere uno stretto legame col territorio di appartenenza.

Oggi l’Agricoltura sociale si avvale di una multifunzionalità che la rende veicolo di aggregazione sociale, di confronto tra generazioni e tra diverse culture; sostiene inoltre un importante ruolo economico nella crisi strutturale dei meno abbienti all’interno delle città, nascendo dalla spinta solidale e volontaria di cittadini che si adoperano per difendere e gestire il proprio territorio ai fini custodire aree verdi e difendersi dalle speculazioni edilizie.

In tale ottica è necessario ricordare che gli orti sociali possono assolvere svariate funzioni: sociali e riabilitative, terapeutiche, didattiche, produttive e ricreative. I benefici del contatto con la “terra” sono d’altronde da tempo riconosciuti dalla letteratura scientifica dedita all’argomento. A cavallo tra il ‘700 e l’800 Benjamin Rush, padre della psichiatria americana già affermava che “lavorare il terreno e coltivare le piante può avere un effetto benefico sulla salute mentale”.

La Horticultural Therapy, ovvero il giardino terapeutico consiste in svolgere attività orticolturali, si assiste ad una vera e propria “riabilitazione tramite la natura” all’insegna della socializzazione del gruppo in uno spazio sociale protetto.

In uno scenario orientato al rafforzamento dell’inclusione di persone con disagio mentale nel tessuto sociale il risvolto etico dell’Agricoltura sociale è la leva da cui si genera l’azione dell’Associazione Lavoro e Solidarietà di Cisterna di Latina e della Federazione di Enti e Organismi no-profit FARE RETE PER IL VALORE DELLA PERSONA E DELL’IMPRESA SOCIALE DEL LAZIO (APS FARERETE ONLUS): un dibattito presentato nella giornata del 27 Aprile in occasione della 33° Fiera Agricola di Campoverde ad Aprilia (LT) in cui la terra diventa simbolo di sicurezza ed accoglienza, un luogo che accetta e ospita tutti con imparzialità.

In quest’occasione FARETEONLUS ha presentato, insieme alla Cooperativa CASSIOPEA di Roma i risultati dell’Ortoterapia sugli utenti dei Centri di salute mentale del Lazio, supportati dalla testimonianza di chi ha partecipato al progetto, a dimostrazione della volontà di superare quel marchio infuocato chiamato stigma, che si annida nella società quale elemento di barriera tra le diversità, soprattutto quelle riguardanti il disagio psichico. L’intervento specialistico, curato dal Dr. Valerio De Lorenzo, docente universitario e amministratore di PROMIND-Servizi di salute mentale– di Roma titolato “La Riabilitazione psichiatrica e l’Agricoltura come strumenti per la salute:l’importanza di professionisti e interventi orientati alla recovery” si è soffermato sull’esigenza di tutelare la salute mentale quale primario di una collettività responsabile.

La progettualità di FARETEONLUS, esplicata dal progetto “ANTHEA: COLTIVIAMO IL SOCIALE” per MondoCultura Onlus, è stata inoltre supportata dalle associazioni intervenute alla Fiera Apriliana: presenti le progettualità di Konsumer Italia (Progetto regionale Agricercando) finanziato dal programma regionale laziale per il cittadino consumatore, Ancescao Lazio (Progetto Orti sociali), l’Associazione “Insieme oggi per il futuro” con la cooperativa Elma di Roma che collaborano con il CSM di Pomezia Asl RM 6 per la gestione della fattoria sociale Il Masso, una partnership pubblico-privato ai fini della riabilitazione tramite l’agricoltura sociale.

Nel dibattito si è ripensato il ruolo dei Comuni riguardo il delicato tema dell’Agricoltura sociale ragionando circa la possibilità che questi ultimi si facciano portatori del valore etico degli orti sociali per la comunità, auspicando che i Piani di zona dei distretti sanitari possano avvalersi di questa buona pratica.

A tal proposito, la cooperativa sociale Jolly Italia col progetto Plus Aprilia Innova fondi-Serra fotovoltaica (POR FESR 2007/2013) ha raccontato l’esperienza diretta degli utenti per il distretto sanitario 1 ASL di Latina.

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L’ Italiano come lingua di contatto ad Aprilia e Pomezia

Da recente tempo l’iniziativa di volontariato dell’associazione Dialogo e Farereteonlus di Aprilia, in collaborazione con la Rete Scuole Migranti  di Roma si occupa di favorire lo scambio e l’integrazione di diverse culture, soprattutto in relazione ai minori che frequentano gli istituti scolastici dell’ I.C.Matteotti, del Rosselli (Aprilia) e del Copernico a Pomezia, i quali presentano difficoltà sociali e di integrazione proprio in virtù della loro provenienza da paesi di origine diversi dall’Italia.

I laboratori hanno l’obiettivo di offrire agli studenti la possibilità di migliorare le loro capacità linguistiche ai fini di una possibile integrazione all’interno del tessuto sociale quotidiano da cui rischiano di rimanere esclusi ed emarginati.

Il rischio di abbandono scolastico e di insuccessi formativi si alimenta a partire proprio dall’incapacità di saper parlare e scrivere italiano oltre che ovviamente comprenderlo, è indispensabile un percorso che parta dalla “lingua della comunicazione” per arrivare alla “lingua dello studio”. Inoltre i corsi costituiscono uno stimolo per il confronto tra la cultura di origine, quella di appartenenza, e quella di arrivo, amplificando le possibilità di scambio e arricchimento reciproco.

Le attività di volontariato, svolte con impegno e passione dai volontari soci dell’associazione si svolgono nelle aule scolastiche sia in orario curriculare che extracurriculare e costituiscono un valore aggiunto per la comunità apriliana, all’insegna della coesione territoriale, facendo leva sulle responsabilità etiche del cittadino e di aderenza al bene comune inteso come gestione partecipata tra istituzioni e associazionismo col fine di alimentare un sistema virtuoso di rete sinergica e condivisa tra i diversi attori in gioco.

Per saperne di più: Associazione di promozione sociale FareRete Onlus di Aprilia

Rete Scuole Migranti di Roma  Dialogo/Rete Scuole Migranti  Dialogo Onlus

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Le rappresentazioni mediali della disabilità.

Estratto della tesi di Laurea “Prospettive sociologiche nei disturbi dello spettro autistico”

Tesi Prima Classificata nel bando di concorso della Sapienza Università di Roma per dissertazioni sul tema della disabilità

La comunicazione della cultura contemporanea vede tra gli attori principali i mass-media, i quali sono strumenti di interazione e veicolo di trasmissione di messaggi che intervengono nella socializzazione primaria.

Televisione, film, radio e libri sono parte integrante della nostra esistenza, quasi a volerci ricordare continuamente uno degli assiomi della comunicazione di  Watzlawick[1] ovvero “Non si può non comunicare”.

Gli effetti di amplificazione di tali mezzi, in relazione ai fenomeni di inclusione o di limitazione nell’ambito della disabilità nella società, assumono un aspetto fondamentale nella percezione dei messaggi da parte dei fruitori.

Lontani da una logica di passiva ricezione del destinatario, oggi è noto come i significati e le rappresentazioni siano rielaborati attivamente e criticamente ricostruiti dal pubblico ricevente.

Questo discorso è vero nel caso di un pubblico critico, attento e competente. Lo sviluppo di tale spirito avviene lentamente nel corso della crescita; per un bambino, ma anche per un adolescente i messaggi mediali assumono un’altra portata, tanto da diventare incisivi e formativi nella costruzione della sua identità individuale e sociale, assieme ai contributi di scuola e famiglia.

Bisognerebbe dunque che l’industria culturale che si rivolge ai giovani fosse accuratamente tarata sul loro grado di sviluppo, al di là dei risvolti prettamente commerciali che caratterizzano l’esistenza nella società odierna.

La duplicità del ruolo di televisione, cinema, radio, stampa e in ultimo internet, è rappresentata proprio dalla versatilità del suo potenziale utilizzo; se da un lato i media hanno la capacità di poter sviluppare un discorso prettamente industriale, in una logica capitalistica di produzione e consumo e dar luogo alla iatrogenesi sociale e culturale, dall’altro possono svolgere un ruolo fondamentale nella divulgazione della scienza medica e rappresentare un importante mezzo di prevenzione primaria della salute in virtù della vasta audience cui si rivolgono(Di Santo,2013).

Le rappresentazione che oggi i mass media odierni forniscono della disabilità sono influenzate da quello che la letteratura ha prodotto nei tempi precedenti, soprattutto nell’ambito della televisione e della filmografia.

La letteratura classica per ragazzi fornisce lampanti esempi di ruoli assegnati alla disabilità che assumono significati metaforici di notevole importanza per la formazione di rappresentazioni mentali, attitudini e atteggiamenti nei suoi fruitori.

La letteratura classica per ragazzi è satura di figure disabili[2] e spesso l’impedimento fisico è associato simbolicamente a difficoltà interiori di natura psicologica. Questo accostamento di figure assolve anche un valore pedagogico e metaforico dell’adolescenza, periodo di crisi e ristrutturazioni interiori, mutamenti fisici e psicologici per eccellenza, nell’essere umano.

Nella letteratura inglese un esempio è rappresentato dal Capitano Achab nel romanzo Moby Dick di Herman Melville(1932); il marinaio reso senza una gamba dal morso di una balena ha l’ossessione di doversi vendicare su di essa e naviga i mari armato con la sua barca; condanna sé stesso e i marinai all’annichilimento della ragione e alla morte in nome della sua vendetta sull’animale.

Nella letteratura italiana tra i classici si trova il “Pinocchio” di Carlo Collodi(1881), in cui il dire bugie, dunque un comportamento non conforme e inappropriato secondo le regole della società, si traduce in un cambiamento del suo di naso di marionetta.

Gettando uno sguardo, invece, alla letteratura per adulti, emblematico è il romanzo “L’Amante di Lady Chatterley”( David Herbert Lawrence,1928)in cui  la protagonista Costance è sposata con un nobile paraplegico caratterizzato da limitazioni affettive e da atteggiamenti di distacco, tanto da spingere la giovane donna ad innamorarsi di un altro, non disabile, con cui riscopre la passione e il sentimento.

Ancor precedente, noto al grande pubblico, è il testo epico di Omero “l’Odissea” in cui Ulisse, l’eroe, acceca Polifemo il ciclope dall’occhio solo, che voleva divorare lui e i sui compagni. Ancora una volta il disabile è un nemico da abbattere.

In positivo, invece, risultano essere poche le figure presentate dalla letteratura; come Cyrano De Bergerac, nobile sfigurato nel suo volto, ma poeta e profondamente colto, caratterizzato da fragili e umani sentimenti ;o anche Quasimodo (Notre Dame de Paris, Victor Hugo,1831), uomo deforme e di straordinaria bruttezza, dotato però di una forza e di un’abilità fuori dal comune.

Si rintracciano dunque, nel susseguirsi del tempo, rappresentazioni stereotipate della disabilità in una duplice versione, da una parte il disabile è colui che è associato al diavolo, simbolicamente al male assoluto, da un’altra la sofferenza e la sfortuna in cui versa lo rendono moralmente un uomo migliore.

Secondo Thurn è l’etica morale giudaico cristiana, secondo la quale le mostruosità esteriori sono associate a difetti interiori dell’essere, interni al soggetto(Elliot,1982).

Questa tendenza doppia, capace di provocare repulsione così come fascinazione fanno della disabilità un ottimo soggetto per la spettacolarizzazione soprattutto nell’ambito cinematografico.

Da una parte alcuni ricercatori affermano che, il contatto con la disabilità (seppur mediato dagli artefatti culturali dell’uomo, quali i mezzi della comunicazione di massa) ci ricorda che siamo esseri mortali e instaura nella mente una percezione di pericolo, secondo cui scatta nell’Ego, un meccanismo di autodifesa(Elliot,1982).

I nostri comportamenti sociali sono fortemente influenzati attraverso la socializzazione dei mass-media, in particolare dalla televisione, strumento quotidiano e diffusissimo in larga scala nell’odierna società(Liebert,1975).

Sicuramente la potenza di condizionare le rappresentazioni pubbliche della disabilità ( nel cinema come nella televisione) sta nel poter mostrare la disabilità più che le abilità degli individui, continuando a creare barriere e perpetuando un’immagine stigmatizzante dei soggetti disabili.

Cosi’ anche nei giovani fruitori si instaura questo meccanismo vizioso che li porterà inevitabilmente alla costruzione dello stigma, quando e se, in relazioni con coetanei disabili.

[1] Psicologo statunitense della scuola di Palo Alto, filosofo e psicologo costruttivista della pragmatica della comunicazione umana e aderente all’approccio sistemico, lavorò per molto tempo presso il Mental Research Institute; egli teorizza come i concetti di anormalità e normalità, cosi come quelli di sanità e insanità siano costruiti e significanti a seconda del contesto in cui manifestano, ciò che può essere anormale in un luogo, può non esserlo in un altro.

[2] Uno studio americano sui fumetti riporta come nel 57% dei ritratti di personaggi disabili essi sono connotati da caratteristiche negative e solo nel 43% il personaggio con qualche forma di limitazione è un eroe (Elliot,1982).

Pubblicato in: Comunicazione e Società

Leggere:un privilegio quotidiano di pochi

L’abitudine di leggere libri è veramente un’attitudine non molto diffusa, almeno a leggere(appunto) le statistiche sulle vendite di testi in Italia.

Non è un mistero difatti,che l’esercizio letterario(limitato al solo leggere) sia un’impresa in cui non molti amano avventurarsi…..Basta fare un giro su internet per accorgersi prontamente che i blog, i forum, i gruppi virtuali sulla lettura,esistono, ma in proporzione ad altre attività di svago sono nettamente in minoranza.

La capacità di lettura, se si tratta di romanzi classici o testi impegnativi richiede una facoltà di riflessione nonchè di immaginazione che non è alla mercè di chicchessia; se mi metto a leggere “Il rosso e il nero” di Stendhal devo esser capace di abbandonarmi allo stile dell’autore, al suo elegante ma ironico descrivere quella Francia post napoleonica attraverso le peripezie dell’eroe Julien, tra passioni,ambizioni, illusioni e delusioni di un remoto periodo storico.

E’ un’immersione completa nella narrazione e in questo caso parzialmente nella storia, nei dialoghi e nei pensieri dei personaggi, con la curiosità di arrivare fino in fondo, nella scoperta del discorrere letterario dell’autore.

Leggere non significa solo questo: si può essere interessati da articoli scientifici, da testi che trattano altri generi: dal fantastico al giallo, passando magari per un macabro horror. Personalmente preferisco i testi”classici”ho la convinzione che abbiano sempre qualcosa di interessante da raccontarmi,quasi siano lo spunto ideale che faccia da volano alla fantasia e alla voglia di immaginare altri tempi, altre storie…..

E’ una solitudine stupenda quella che regala la lettura di un buon libro,(ad ognuno le sue preferenze ovviamente) un dialogo senza spazio e senza tempo; interrogarsi sul perchè della scarsa diffusione di questo amabile piacere è un esercizio di pura immaginazione: è un’attitudine innata, personale?oppure si sviluppa in base al contesto ambientale in cui si vive?o ancora,è il frutto di un’educazione scolastica attenta alla lettura?

Gli interrogativi sarebbero infiniti,difficilmente si troverà una risposta certa per ognuno.

Non resta che abbandonarsi nei meandri della lettura, senza interrogativi, ma con la certezza di avventurarsi in un terreno ignoto e sconosciuto ad ogni pagina, con la curiosità e la sana ambizionedi poter accrescere, almeno un pò,la propria conoscenza.

Pubblicato in: Arte e Cultura

La melodia delle armi.

Domenica 21.02.2016

Il Museo Nazionale dell’arte del XXI secolo, denominato Maxxi, nella capitale romana, offre un’ampio ventaglio di esperienze artistiche di autori provenienti da ogni parte del mondo.

Questa domenica pomeriggio sono andata a visitare questo moderno Museo e devo ammettere che sono rimasta affascinata dall’opera di Pedro Reyes: un’intera orchestra dai melodici toni costruita interamente con i resti armi rinvenute (e rese non funzionanti) dall’esercito messicano. Strumenti disarmati, il titolo dell’installazione artistica e questa denominazione ben rende l’idea che l’artista vuole trasmettere con la sua opera.

La prima impressione è piacevolmente spiazzante, il significato che comunemente assegniamo al concetto di arma diventa in quest’opera un messaggio fortemente non convenzionale, fuori dagli schemi usuali in cui normalmente categorizziamo gli oggetti del mondo. Violenza, terrore, morte e distruzione echeggiano nell’immaginario collettivo nel proferire la parola “arma”; e proprio su questa certezza data dal senso comune si innesta l’effetto sorpresa per chi osserva: la parola arma si trasforma in un melodico concerto meccanico, costruito dall’uomo sulle ceneri della guerra.

Pistole e fucili suonano all’interno della sala allestita per la mostra, non si può non rimanere affascinati,o perlomeno incuriositi, da questa installazione di ingegneria sociale dell’artista messicano, un messaggio che lascia veramente….. disarmati!

Collegamento al sito del Museo Nazionale delle arti del XXI secolo

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La grande assente dei nostri tempi: la politica

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Mai come oggi il vuoto lasciato nelle nuove generazioni irrompe nello spazio sociale italiano ed europeo.

Un generatore di vecchi cliché in stile retrò richiama alla mente immagini di un passato remoto, il movimento sociale del nazifascismo è ancora in fermento, si muove in silenzio nella massa, fabbrica il suo “soldato politico”: così Giovanni Fasanella e Antonella Grippo ne “L’orda nera” descrivono la cenere sopita nell’animo della nuova destra che si infiamma, nello scenario globalizzato e cosmopolita odierno

Quali radici culturali, quali bisogni reali, quali idee e motivazioni attirano i giovani che si riconoscono in questi movimenti?

Sono nelle periferie cittadine, nella metropoli, negli stadi e navigano indisturbati nel web; non si riconoscono nella destra istituzionale, sfidano il mondo con la violenza e tra vecchie tradizioni e bisogno di un “ordine nuovo” odiano la democrazia, il consumismo e l’omologazione, figlie dell’America.

Non è un partito: nasce dal basso, nel disagio delle periferie locali e come un ragno tesse la sua tela lentamente, ma con cura, si annida nei centri sociali, si estende nei punti di aggregazione e nelle associazioni: non l’ideologia il suo cavallo di battaglia, ma le difficoltà quotidiane: il lavoro che manca, l’immigrazione, le speculazioni delle banche, lo sguardo incerto dei giovani al futuro.

Vogliono la giustizia sociale, un sistema di valori economici e morali in cui centrale sia la famiglia, la tutela del lavoro, gli assegni familiari e la previdenza per far rinascere lo Stato sociale.

É una nostalgica rivisitazione del passato o un nuovo fenomeno sociale cui far fronte?

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Il tardo moderno: identità in costruzione

Nel ventesimo secolo il dibattito sociologico si concentra sulla definizione del periodo storico attuale che l’umanità vive.

É la modernità terminata, assolvendo i compiti che si era proposta, e si distingue nettamente come fase da quella che molti autori chiamano società postmoderna?
O ancora si può parlare di una radicalizzazione della modernità?

Gli autori che si riconoscono nella concezione postmoderna risentono degli influssi culturali francesi e nordamericani.

Questi sociologi e filosofi rifiutano le analisi macrosociologiche e si dedicano alla visione del mondo partendo dal punto di vista del singolo individuo.

L’economia capitalista si riflette sulla società e sulle condotte della persona, quest’ultima, quasi ne segue gli andamenti e li imita.

L’influenza dei mass-media è determinante nella vita quotidiana in quanto offre visibilità geografiche che unificano la percezione di uguaglianza delle varie culture lontane e diverse.

Gli individui agiscono sulla base di queste conoscenze mediali e si fanno un’idea della realtà circostante in base ad essi.

Estratto dal Brano Giovani  e identità postmoderne (2009) Consulta la tesi integrale dell’autrice

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